Sinossi. Il dirigente di un grande gruppo industriale è in coma con un proiettile nella testa. Qualcuno col viso coperto da un passamontagna gli ha sparato a sangue freddo sul pianerottolo di casa. Sono cose che non capitano mai nella tranquilla provincia piemontese. È il 1987, Corso Bramard è commissario di polizia e Vincenzo Arcadipane è il suo braccio destro: un salto indietro nel tempo, all’origine di tutto ciò che ha reso unici e indimenticabili questi personaggi. Con Requiem di provincia Davide Longo scrive un affascinante romanzo dall’atmosfera inquieta. E senza mai rinunciare al suo misurato quanto irresistibile umorismo, tesse la trama di una vicenda imprevedibile, che sorprende fino all’ultima pagina.
REQUIEM
DI PROVINCIA
di Davide Longo
Einaudi 2023
Collana Stile libero big
Noir, pag.496
Recensione di Pier Livrieri
Dico subito ciò che penso, senza inibizioni, e lo ammetto senza esitazioni: le operazioni prequel sono scivolose se sei arrivato al quarto episodio (quinto, con questo) di una serie oramai rodata e con una sua riconoscibile rotondità.
Se le vite fossero lineari come la circonferenza di un cerchio o lisce come la superficie di una sfera potrei incontrare consensi e allora questo nuovo romanzo di Longo potrebbe apparire superfluo, commerciale, una strenna natalizia o poco più.
Ma per fortuna questi dubbi sono stati spazzati via ben presto: perchè chi ti sbatte “acquerugiola” alla riga decimoseconda di pagina uno è chiaro che risponde a canoni diversi dal mainstream (e dai, lasciatemelo scrivere!), è evidente che la sua penna ha un non so che di artigianale e che quelle vite che si agitano tra le sue pagine meritano di arrivare fino in fondo. Meritano di essere accarezzate, accompagante, annusate, inseguite, accudite.
La Torino e la sua stretta provincia di fine anni Ottanta sono molto più di uno scenario ma solo protagonisti; quanto è gutosa la capitale subalpina in quegli anni ancora scanditi dalla scala dei grigi e dai tempi della Fabbrica (leggasi Fiat, ça va sans dire)? E quanto è rassicurante la vita di provincia? Zero! Ecco, è proprio sotto la crosta di questa paciosa normalità che si agitano e fermentano gli istinti vendicattivi, con due t, necessari per chiudere quel cerchio o quella sfera. E di provincia in provincia, cambiano le latitudini, ma la sostanza resta sempre ben individuabile. E’ quella, non sbagli.
Arcadipane e Bramard sono molto più di due colleghi, sono due amici, sono nostri amici, sono due come noi: abituati a combattere anche a costo di prenderle! Eroi normali e quotidiani, al bando la mediocrità! Eroi da piola e non da stellato.
Chi avrà il piacere di partire da questo “Requiem di provincia” potrà poi gustare il percorso netto della tetralogia già pubblicata seguendo un percorso cronologico; chi ha già letto i primi non riceverà un brodino ma un gustoso antipasto.
E poichè a noi piacciono le tavolate e le pantagrueliche mangiate, ammettiamolo pure che Longo ha alzato l’asticella e farlo a meno di dodici mesi dalle Olimpiadi è una bella sfida al lettore.
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Davide Longo
è nato a Carmagnola nel 1971 e vive a Torino. Tra i suoi romanzi ricordiamo Un mattino a Irgalem (Marcos y Marcos 2001, Feltrinelli 2019), Il mangiatore di pietre (Marcos y Marcos 2004, Feltrinelli 2016), L’uomo verticale (Fandango 2010, Einaudi 2022). La serie con protagonisti Vincenzo Arcadipane e Corso Bramard, che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica, comprende finora Il caso Bramard (Feltrinelli 2014, Einaudi 2021), Le bestie giovani (Feltrinelli 2018 con il titolo Cosí giocano le bestie giovani, Einaudi 2021), Una rabbia semplice (Einaudi 2021), La vita paga il sabato (2022) e Requiem di provincia (2023).