Sinossi. A Masone, paesino nei dintorni di Genova, viene ritrovato il cadavere di una giovane donna, abbandonato in una posa scenografica. Il corpo presenta tre ferite da arma da taglio, nonché un bicchiere da birra conficcato nel ventre. A Gabriele Manzi e alla sua squadra questi dettagli non suonano affatto nuovi: sono i segni distintivi degli omicidi di Vittorio Bianchi, il Mostro del Nord Ovest arrestato tre anni prima. Che si tratti di un emulatore? Nel mentre, l’ex poliziotto Goffredo Spada continua a indagare sulla morte della moglie Anna, uccisa due anni prima da Alessio Bianchi, fratello di Vittorio. Un’indagine che lo conduce sempre più vicino all’assessore regionale Castello. Quale legame unisce il politico ai due fratelli Bianchi? Dopo il ritrovamento di un secondo cadavere, le strade di Manzi e di Spada dovranno incrociarsi ancora una volta, perché scoprire la verità dietro la morte di Anna potrebbe anche essere la chiave per fermare questa nuova scia di omicidi…
DIECI MOTIVI PER UCCIDERE
di Raffaele Malavasi
Newton Compton 2023
Thriller, pag.352
Recensione di Salvatore Argiolas
“Dieci motivi per uccidere” è l’ultimo atto della serie che Raffaele Malavasi ha dedicato all’ex poliziotto Goffredo “Red” Spada, iniziata nel 2018 con “Tre cadaveri”, e, secondo quello che l’autore scrive nei ringraziamenti, non ci sarà un sesto atto per cui questo è il definitivo saluto di un investigatore particolare, che non si fida delle teorie troppo semplici ma ha un sesto senso per i moventi nascosti che muovono gli assassini dato dalla sua “Intelligenza laterale, la capacità di esaminare la realtà da prospettive inusuali” come gli dice il serial killer Vittorio Bianchi, autore di otto brutali omicidi.
Tutti gli assassinii sembrano rispondere ad uno schema ripetuto e anche le ultime vittime ritrovate nei dintorni di Genova sembrano avere tutte le caratteristiche degli altri omicidi del 2Mostro del Nord-Ovest” ma Vittorio Bianchi è in carcere da tre anni ed è impossibile che sia stato lui ma è plausibile che ci sia un emulatore che ne voglia completare il sanguinoso progetto.
Per capire cosa ci possa essere dietro questa eredità di sangue bisogna tornare indietro alle indagini che nel passato hanno consentito di catturare il Mostro e dedurne il suo folle programma, ispirato ad una rappresentazione grafica tratta dalla filosofia pitagorica, il tetraktys:
“Sai, il decalogo di regole della scuola pitagorica? Ecco, i nuovi omicidi seguono fedelmente la lista che all’epoca avevamo individuato. Anzi, che avevi individuato. La regola numero 9, “non sederti su un boccale”, e la regola 10, “non mangiare il cuore” entrambe applicate alla lettera sia nella scelta delle vittime, sia per quanto riguarda i reperti collocati sui cadaveri. Anche su questo l’emulatore è stato fedelissimo all’originale.”
“Vuoi dire che l’assassino sta disegnando sulla carta geografica questo simbolo? Qual è il motivo?” Domanda Manzi.”
“Il motivo lo scopriremo. O i motivi. Dieci punti nel diagramma, dieci motivi per uccidere”.
Spada e la squadra dell’ispettore Manzi trovano un altro elemento che lega le vittime ma l’inchiesta avanza lentamente mentre emergono collegamenti con l’omicidio della moglie di Spada, Anna, uccisa dal fratello di Bianchi in un maldestro tentativo di scambiarla con l’omicida seriale.
“Dieci motivi per uccidere” è un giallo complesso, ricco di colpi di scena e di situazioni dove la simulazione e la manipolazione degli indizi è fondamentale, intrappolando il lettore in un gioco di specchi dove niente è ciò che sembra e che solo l’ultimo, sorprendente capitolo, consente di capire ciò che è veramente successo.
“Via della Libertà”.
Non si era mai soffermato a ragionare sul significato e sulle implicazioni contenute nel nome della strada dove viveva. Mille volte Goffredo era passato sotto quel cartello senza porsi la domanda che invece adesso, salendo la scale condominiali, gli si era presentata davanti: l’ho conquistata, finalmente?
La conoscenza è la vera libertà. Non essere schiacciati da una realtà fasulla, intrappolati nelle apparenze, soggiogati da chi ha voluto realizzare una messinscena per mascherare il vero.
Aveva saputo come era andata e per colpa di chi.
Ma a che prezzo?
Doveva forse pentirsi di non aver mantenuto la sua posizione di ignorante contento?”
Red Spada è un ottimo detective che ora gestisce l’escape room Mysterium ma non riesce a superare il trauma della morte della moglie e, collaborando con la polizia, tenta di elaborare il lutto ma distratto dalle sue indagini non riesce ad entrare in sintonia con il figlio adolescente Lorenzo e anche sul versante sentimentale spesso combina guai.
Sul versante deduttivo è invece molto bravo, non subisce passivamente ciò che gli viene propinato ma cerca sempre una spiegazione più convincente e strutturata seguendo il suo istinto di segugio.
“L’assoluta certezza di aver centrato il bersaglio. Un ingranaggio lubrificato che combacia alla perfezione con la ruota dentata e fa scattare il meccanismo accompagnato da un rumore melodioso. Questa era la sensazione che Goffredo sperimentava ogni volta che gli balenava davanti la soluzione di un caso all’apparenza complesso, ma che affrontato dal giusto angolo visuale si piegava alla stringente logica del ragionamento deduttivo.”
Ci mancherà Goffredo “Red” Spada, investigatore di talento che eccelle in situazioni poste alla confluenza tra thriller, noir e giallo deduttivo, che in certi aspetti ricordano alcuni romanzi di Ellery Queen.
Raffaele Malavasi conclude in bellezza questo ciclo con un thriller dai colori cupi ma coinvolgente e molto ben congegnato, popolato da personaggi ben costruiti e che, protagonisti e comprimari, mostrano credibilità e profondità psicologica con una trama che richiama “I fratelli Karamazov”, capolavoro di Fedor Dostoevskij.
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Raffaele Malavasi
è nato a Genova ed esercita la libera professione. Da sempre accanito lettore, ha una passione per i gialli. La Newton Compton ha pubblicato con successo Tre cadaveri, Due brutali delitti, Sei sospetti per un delitto, con protagonista l’ex poliziotto Goffredo Spada, e Undici morti non bastano.