Revival




Recensione e approfondimento

sui personaggi principali di Revival 


Autore: Stephen King

Traduttore: G. Arduino

Editore: Sperling & Kupfer

Genere: Thriller

Pagine: 368

Anno pubblicazione: 2016

RECENSIONE

La nostra vita è come un film, fatto di protagonisti e comparse, ognuno con il proprio ruolo, fondamentale o di contorno, determinante o ininfluente. Talvolta, però, sopraggiunge un elemento estraneo a tali categorie, una sorta di Jolly che nei film viene definito ‘Quinto elemento’ o ‘Agente del cambiamento’.

Quando appare in un film, ci dice King nelle prime pagine di questo straordinario romanzo, è stato il regista a inserirlo. Ma quando compare nella nostra vita? Si tratta di coincidenza o c’è un copione da seguire? E chi ha scritto questo copione?

L’agente del cambiamento di Jemie Morton, bambino di sette anni che vive in una placida cittadina del New England, si chiama Charles Jacobs e Jemie, voce narrante del romanzo che ci guiderà attraverso il percorso della sua intera esistenza, lo incontra per la prima volta in un pomeriggio estivo, quando la sua ombra si allunga fino a coprire i soldatini giocattolo con cui il piccolo si sta divertendo.

Come è arrivato fin lì? Lo ha guidato il caso o c’è un copione? Questo interrogativo sarà al centro dell’intera storia, insieme a un altro ancora più inquietante a cui King, con una capacità unica, prova a dare un tipo di risposta scientifica, quindi ancora più spaventosa: c’è davvero qualcosa oltre la morte? Qualcosa di tangibile, reale, fisico, che non sia legato alla fede o a profonde convinzioni? Ed è qualcosa di assimilabile al paradiso che immaginiamo o se ne discosta completamente?

Al primo interrogativo, risponde subito nella prima pagina, tramite il piccolo Jamie Morton, la cui vita avrà molto in comune con quella dell’autore:

“Non riesco nemmeno a considerare che la sua presenza nella mia vita fosse dovuta al destino. Altrimenti, significherebbe che quelle vicende tremende, quegli orrori, erano destinati ad accadere. In tal caso, non esiste qualcosa di simile alla luce, e la nostra convinzione in merito è giusto una pia illusione. In tal caso, vivremmo nelle tenebre come bestie dentro una tana o formiche nel profondo dei loro cunicoli. E non da soli.”

La risposta giunge immediata, senza tenere il lettore in sospeso, ma la spiegazione arriverà con calma, durante il racconto di una vita intera, fatta di crescita e rinunce, di addii e incontri inaspettati, di primi amori e perdite inconsolabili. King torna a fare ciò che sa fare meglio: raccontare la storia di qualcuno dagli albori e condurlo per mano fino all’età adulta. Non c’è autore moderno che sia in grado di farlo con il suo stile, con quella capacità evocativa che arriva diretta al cuore, strappa lacrime e sorrisi, con quel legame con l’età adolescenziale che non ha mai abbandonato e riesce a richiamare con maestria nella mente di chi legge.

La vita di Jemie Morton, figlio minore di una numerosa famiglia devota e religiosa, verrà totalmente sconvolta da un uomo, il pastore Charles Jacob, che sotto i suoi occhi perderà la fede in dio, a causa della scomparsa dell’amata e bellissima moglie e del figlioletto di cinque anni. Quel pastore, con un’anima religiosa ma una mente scientifica e una passione / ossessione per l’elettricità e i suoi numerosi poteri, era come un padre per Jemie e la sua crisi esistenziale spingerà il ragazzo a stabilire che un dio non esiste, che siamo vittime del caso, convinzione che lo guiderà e segnerà per tutta la vita.

L’altro interrogativo, che ci ricorda l’amore mai negato di King per Lovecraft, sarà invece l’ossessione di Charles Jacobs. Esiste una vita dopo la morte? Lovecraft rispondeva così (è King stesso a citarlo nella prima pagina):

“Non è morto ciò che in eterno può attendere, e con il passare di strane ere anche la morte può morire.”

È vero? King prova a rispondere e lo fa in modo egregio, toccante, spaventoso, ricco di sentimenti e paure.

La storia di Jemie Morton è una storia ampia, in cui il caso sembra intervenire a sconvolgerla e catapultarlo dal trionfo alla vittoria ripetutamente, dalla dipendenza dalle droghe pesanti all’amore per la musica (che sarà la sua salvezza) nato rinvenendo la chitarra del fratello in un angolo polveroso. Ma sarà stato il caso a volerlo? E sarà sempre stato il caso a fargli ripetutamente incontrare il suo Agente del cambiamento?

King dà la sua risposta, la dà subito all’inizio e non è disposto a considerare che le cose possano stare diversamente. Ci sfida, però, a cercarne una nostra, ad avere il coraggio di interrogarci per capire se siamo burattini nelle mani di qualcuno o barche alla deriva.

Vi consiglio sicuramente di provare a rispondere attraverso questa splendida lettura e in compagnia di Jemie Morton e Charles Jacobs, due dei personaggi meglio riusciti di un autore che è una continua conferma.

I PERSONAGGI

Jemie Morton
Voce narrante del romanzo, all’inizio del racconto Jemie Morton è un bambino di sette anni, sveglio e sensibile, che in tenera età fa l’incontro con l’uomo che, nel bene e nel male, cambierà per sempre la sua vita. Jemie fa parte di una famiglia profondamente religiosa e, fino al momento di quel fatidico incontro, non ha mai messo in discussione l’esistenza di Dio e il dovere di venerarlo ogni domenica in chiesa. Non avrebbe avuto neppure gli strumenti per interrogarsi sulla questione, senza l’intervento del pastore Charles Jacobs, per lui un secondo padre, che perderà la fede con la scomparsa della moglie e del figlio.
Questa perdita segnerà l’intera esistenza di Jemie, che crescerà con uno spirito pratico e avventuroso, schivo e attento osservatore di ciò che lo circonda.
La musica, sua compagna di viaggi che mai lo abbandonerà (per larga parte del tempo insieme alle droghe pesanti) sarà la sua condanna così come la sua salvezza, perché lo porterà a riscattare la propria vita, a rimettersi in gioco e credere in se stesso.
Stephen King non ha mai scritto una biografia ufficiale, ma in realtà ne ha scritte più di una, regalando a numerosi dei suoi personaggi molto di se stesso. A mio avviso, Jemie Morton è quello che più si avvicina a un alter ego. C’è tutto di King in lui: un’infanzia serena ma povera, l’amore per la musica che può salvare la vita, un incidente stradale che conduce alla dipendenza dalla droga, una mente acuta e riflessiva, il bisogno di scrivere le cose per esaminarle e ricordarle e la perdita della madre a causa di una grave malattia.
Forse è proprio per questo che Jemie Morton è uno dei suoi personaggi meglio riusciti, a cui delega l’incarico di porsi domande scomode e spaventose: siamo figli del caso o del destino? E dopo la nostra morte esiste qualcosa di fisico, tangibile, scientifico, che non sia figlio di convinzioni religiose ed emotive?

Charles Jacobs
Fa il suo ingresso in scena già nella prima pagina e viene descritto come un’ombra che si allunga sui giochi del piccolo Jemie Morton, impegnato a inscenare una battaglia con i soldatini di plastica.
Quell’ombra, che inquieta inevitabilmente il lettore, si rivelerà invece essere una figura positiva, un esempio di vita e di fede, ma il concetto di ombra minacciosa (che King inserisce ad arte) resterà impresso e sarà un’anteprima di tutto quello che avverrà in seguito.
King definisce Charles Jacobs ‘Agente del cambiamento’, traendo il termine dal linguaggio cinematografico che indica come tale un personaggio fuori dal coro, quello che interviene a sconvolgere la vita del protagonista.
Questo tipo di personaggio, quando appare in un film, è stato inserito dal regista, lo capiamo sin dal suo arrivo. Ma come funziona nella vita? Gli Agenti del cambiamento, il nostro incontro con loro, sono frutto del caso o del destino?
Il Pastore Charles Jacobs è una sorta di dottor Frankenstein moderno, con un animo religioso e un’ossessione per l’elettricità e i suoi mille utilizzi, alcuni dei quali tutt’ora sconosciuti. L’elettricità è alla base di tutto, dei pensieri, delle azioni, degli elementi naturali e, perché no, anche della morte. Può quindi essere capace di spiegarne i segreti e condurci a scoprirli? Charles Jacobs, uomo pacato e riflessivo, profondamente buono e intelligente, vedrà sconvolta l’intera esistenza dalla perdita della moglie e del figlioletto e con loro se ne andrà la sua convinzione che ci sia un Dio dopo la morte, che il dopo sia il paradiso in cui gli insegnamenti religiosi ci hanno spinto a credere senza metterlo in dubbio. Così, tutto ciò in cui aveva fermamente creduto, che lo aveva guidato nelle scelte di vita e nei rapporti umani, crollerà come un castello di carte, lasciandolo in compagnia unicamente della propria sfera razionale e di quell’amore per l’elettricità che lo spinge a sperimentare, a voler capire, a non accontentarsi di spiegazioni di comodo.
La crisi di Charles Jacobs e il suo percorso di ricerca e scoperta lo tormenteranno per tutto il romanzo, rendendolo cinico e insensibile, regalandogli un eccesso di razionalità che per assurdo lo trasformerà in un individuo irrazionale per quanto pratico. King non ha mai negato l’amore per Lovecraft e, come accade sempre quando un autore capace affronta un argomento che lo appassiona, mettendo nella mente e nelle mani di Charles Jacob gli stessi interrogativi posti a suo tempo da Lovecraft, ne fa un personaggio carismatico e ottimamente riuscito, che accompagniamo nel suo percorso di perdita e scoperta con curiosità e angoscia crescenti. Sarà il grande amico di Jemie Morton così come la sua nemesi, colui con cui si dovrà confrontare e scontrare fino al momento dell’ultimo addio.

Astrid
Primo e indimenticato amore di Jemie Morton, Astrid sarà una figura chiave nella parte centrale e adolescenziale della vita di Jemie Morton. È una ragazza moderna, il tipo di donna di cui King adora parlare. Ce n’è sempre una così in ogni suo romanzo: bella, indipendente, intelligente, ribelle e coraggiosa, ma allo stesso tempo umile e disposta a farsi avvicinare anche da un ragazzo timido e impacciato; una di quelle creature rare, la cui eccezionalità viene resa in modo magistrale dall’autore.
Per Jemie sarà impossibile non innamorarsene e tenerne il ricordo vivo nel cuore per il resto della sua vita.
Sarà Astrid a voler chiudere la loro storia, a considerarlo il primo amore ma non l’ultimo. Nonostante ciò, quando il caso o chi per lui decideranno di farli di nuovo incontrare in età avanzata, Astrid gli sarà sempre legata, lo riconoscerà al primo sguardo. I suoi occhi, purtroppo, avranno perso luce e forza, ma non l’intelligenza e la passione che a suo tempo avevano fatto innamorare il giovanissimo Jemie.

Claire Morton
Sorella di Jemie, sarà per lui una seconda madre. Ragazza intelligente e determinata, buona ma non arrendevole, adora il fratellino minore e, come lui, sarà segnata dal passaggio nelle loro vite di Charles Jacobs, affascinante pastore che un giorno ha perso la fede e per il quale la maggior parte delle ragazzine aveva preso una cotta.
Claire perderà la vita precocemente, ma non la fede come è accaduto a Jemie, unico della famiglia a discostarsi da un’educazione religiosa. Forse, quell’ultimo saluto che la madre le aveva negato di rivolgere al Pastore Jacobs in partenza, le avrà impedito di seguire lo stesso percorso scelto da Jemie.

Laura Morton
Madre dei cinque fratelli Morton è una donna rigida quanto affettuosa, che sa imporre ai figli comportamenti corretti e preghiere ma li ama più della sua stessa vita. Il padre resta un personaggio marginale rispetto a questa donna forte e protettiva e, anche in questo caso, King ha voluto portare qualcosa di strettamente personale in un romanzo che ricorda in tutto e per tutto una biografia. Le caratteristiche della signora Morton sono le stesse della madre di King, costretta a crescere lo scrittore da sola a causa della fuga del padre e, come la madre dell’autore, anche la signora Morton perderà la vita a causa del cancro, con un Jemie ormai adulto a tenerle compagnia negli ultimi giorni di vita.
King aveva fatto lo stesso con sua madre e ha evidentemente voluto fare un omaggio a una donna che ha amato e portato nel cuore, trasportandola laddove più gli piace stare: tra le pagine di ciò che scrive.

Conrad Morton
È uno dei fratelli maggiori di Jemie, che perde la voce a causa di uno stupido incidente sulle piste da sci.  Sarà proprio Charles Jacob, tramite la sua ‘energia segreta’ sul cui conto sta scoprendo sempre più cose, a restituirgliela e consentirgli di tornare a una vita normale nell’arco di pochi mesi.
Nonostante ciò, Conrad non andrà mai a salutarlo al momento della sua partenza, gli volterà le spalle senza un minimo di gratitudine, o una gratitudine non sufficiente a superare la vergogna di non avergli stretto la mano per un’ultima volta.
King è bravissimo nel caratterizzare ognuno dei personaggi e con Conrad ci riesce alla perfezione in poche righe: ragazzo devoto ma egoista e pauroso. Resterà tale fino all’ultima pagina.

Andy Morton
È il maggiore dei fratelli Morton. Sarà il solo a non mettere mai in discussione la fede e a vivere nel profondo rispetto dei precetti religiosi a cui dedicherà anima e corpo. Nonostante ciò, perderà la vita precocemente, dando in parte risposta a uno degli interrogativi che King pone nel corso del romanzo. La fede, l’amore per Dio, regalano privilegi oppure ciò che ci accade è comunque frutto del caso, rendendo ininfluente il nostro comportamento? Nel caso di Andy sarà così. Nonostante la rigidità con cui si rapporterà a ogni cosa, nonostante la fede incrollabile e l’odio per Charles Jacobs e le sue scelte, quel dio in cui tanto ha creduto gli volterà le spalle. Ma sarà stato lui o il caso?

Hugh Yates
È l’uomo che offre a Jemie Morton, appena liberato dall’incubo della droga, la possibilità di riscattarsi con un lavoro in ambito musicale, ben pagato e interessante. Anche Hugh, con cui Jemie stringerà una forte amicizia, aveva risolto alcuni problemi di salute grazie all’energia segreta di Charles Jacobs e sarà proprio quest’ultimo a chiedergli di ripagare il favore ricevuto offrendo un incarico al giovane Jemie. Hugh, uomo tutto di un pezzo, ironico e capace, non ha mai dimenticato l’incontro con il Pastore Jacobs verso il quale nutre gratitudine ma anche diffidenza. Sa che quell’uomo dall’apparenza disponibile nasconde qualcosa di inquietante, qualcosa che torna a tormentarlo in sporadici incubi notturni e, sebbene sarà proprio lui a ricondurre Jemie da Charles Jacobs, non avrà mai il coraggio di incontrare ancora il Pastore che, nel bene e nel male, ha segnato la sua vita.
 
 
 

Stephen King


Stephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, del XX e XXI secolo. Scrittore prolifico, nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei best seller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie. Buona parte dei suoi racconti ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari, a parte William Shakespeare, Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, hanno ottenuto un numero paragonabile di adattamenti. A lungo sottostimato dalla critica letteraria, tanto da essere definito in maniera dispregiativa su Time “maestro della prosa post-alfabetizzata”, a partire dagli anni novanta è iniziata una progressiva rivalutazione nei suoi confronti. Grazie al suo enorme successo popolare e per la straordinaria capacità di raccontare l’infanzia nei propri romanzi è stato paragonato a Charles Dickens, paragone che lui stesso, nella prefazione a ‘Il miglio verde’, pubblicato a puntate nello stile di Dickens, ha sostenuto essere più adeguato per autori come John Irving o Salman Rushdie.