Recensione di Cristina Marra
Autori: Max e Francesco Morini
Editore: Newton Compton
Genere: Giallo
Pagine: 320
Data pubblicazione: 2018
Sinossi. Ettore Misericordia è un libraio antiquario romano che collabora con la polizia. Quando viene ritrovata una scritta che imbratta i muri della chiesa di Sant’Agnese, è lui a essere convocato. Risulta infatti che la frase è riconducibile alle ultime parole pronunciate dall’architetto romano Borromini, sul punto di suicidarsi, nel 1667. Misericordia e Fango, suo fido aiutante, si mettono subito all’opera, ma hanno appena cominciato le ricerche quando il cadavere di una donna viene scoperto nella stessa chiesa. Le modalità dell’omicidio ricordano il martirio di Sant’Agnese, la cui testa è conservata nella cripta. La donna brutalmente sgozzata è Silvia Pioppi, una studentessa d’arte, grande estimatrice proprio di Borromini. Questo sembra confermare il sospetto che siano coinvolti nell’omicidio gli affiliati di una misteriosa confraternita dedita al culto di Gian Lorenzo Bernini: i due grandi architetti, infatti, erano storicamente nemici. Ma un’antica rivalità del Barocco può tornare a seminare morte dopo secoli?
Recensione
Definito lo Sherlock Holmes di Roma, in coppia col suo aiutante Fango-Watson, torna Ettore Misericordia, libraio detective esperto della Città Eterna e detective per passione, alle prese con la seconda indagine e protagonista di “Rosso Barocco” di Max e Francesco Morini.
La Roma di agosto colpita da una “calla” inclemente non scoraggia Misericordia, inviato dal commissario Ceratti alla cripta di San Carlino imbrattata da una scritta inquietante ed enigmatica “Mi salì addosso l’impazienza”.
Per Misericordia nessun enigma è impossibile da risolvere e infatti comprende subito che quella frase riporta a Borromini. Dopo Caravaggio, saranno i maestri Borromini e Bernini a essere indagati dai due scrittori che magistralmente uniscono arte e crimine e svelano segreti e misteri del mondo artistico romano e dell’animo umano.
Non manca un omicidio a intersecarsi con le indagini sul messaggio e a mettere in moto la macchina investigativa di Misericordia e del suo assistente Fango.
Diversi ma perfettamente in sintonia, i due investigatori non tralasciano nessun indizio e l’io narrante Fango non manca di segnalare progressi e intuizioni del suo intrigante capo.
Il Barocco romano, la rivalità tra artisti, le invidie ma anche il rapporto tra i due detective e il commissario istituzionale Ceratti sono il mix della trama narrativa del secondo giallo della serialità dei Morini, romanzo che non delude le aspettative di chi li ha già conosciuti e che invece offre una lettura fluida e ricca di notizie sulla Roma meno conosciuta, sul suo lato più nero e meno evidente.
Max e Francesco Morini
Fratelli, autori teatrali e televisivi, dirigono da dieci anni l’Accademia del Comico di Roma. Nel 2017 hanno scritto per la Newton Compton il primo giallo che vede come protagonista il libraio Ettore Misericordia, Nero Caravaggio, al quale fa seguito Rosso Barocco. I loro gialli nascono dalla volontà di unire il gusto per la leggerezza e la scrittura brillante con due grandi passioni: quella per i romanzi polizieschi e quella per la loro città, Roma, alla quale hanno dedicato altri due libri: A spasso nella Storia e S.T.Q.R. Sono troppi questi romani.
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