Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Robert Galbraith
Editore: Salani
Traduzione: Valentina Daniele, Barbara Ronca,
Laura Serra, Loredana Serratore
Serie: Cormoran & Robin #5
Genere: Giallo
Pagine: 1104 p., R
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Il nuovo caso arriva nelle mani di Cormoran Strike in una buia serata d’agosto, davanti al mare della Cornovaglia, mentre è fuori servizio e sta cercando una scusa per telefonare a Robin, la sua socia. In quel momento tutto desidera tranne che parlare con una sconosciuta che gli chiede di indagare sulla scomparsa della madre, Margot Bamborough, avvenuta per giunta quarant’anni prima. Un cold case più complesso del previsto, con un serial killer tra i piedi e un’indagine della polizia a suo tempo molto controversa, fra predizioni dei tarocchi, testimoni sfuggenti e piste oscuramente intrecciate. Galbraith ritorna con un nuovo, magnetico capitolo della storia di Robin e Strike, una delle coppie di investigatori più amate di sempre.
“Uniti nell’amicizia andarono, a lungo, per contrade ora deserte, ora popolose in cerca di ardite avventure…”
(Edmund Spenser – La regina delle fate)
Recensione
Quando l’attesa per qualcosa di bello diventa bruciante, quando sei lì che brami quel qualcosa con ogni fibra del tuo corpo beh, quando finalmente raggiungi l’obiettivo e ciò che stavi desiderando finalmente arriva, non puoi che esserne immensamente felice.
Nello stesso momento in cui inizi a gioire, però, vieni assalito da mille paure (si chiamano paranoie di Loredana!) perché temi la delusione, che le tue aspettative non siano soddisfatte in pieno, che l’autore abbia apportato cambiamenti esagerati alla sua prosa e via dicendo. E non da ultimo, da lettore smanioso, sei consapevole che da quando lo avrai iniziato, il romanzo è destinato ad esaurirsi più o meno velocemente.
Tanto ho aspettato questo romanzo, tanto l’ho lasciato un giorno ad attendere lì, solitario nell’ebook, perché mi era venuto un blocco, ero piena di fisime e quasi quasi quasi avevo iniziato a temerlo perché non potevo permettermi una delusione. O semplicemente avevo paura che finisse troppo presto, come poi è avvenuto.
Finalmente, di venerdì sera, ho preso il coraggio a un dito, ho fatto click e sono partita, destinazione Londra.
Chi ha letto i precedenti, me compresa, conosce l’evoluzione che hanno avuto i diversi personaggi nel corso del tempo e quindi, mi aspettavo comunque una storia sullo stesso standard, giallo a tinte thriller e, problemi e un po’ di battibecchi fra i due protagonisti.
Con “Sangue inquieto”, secondo me, Galbraith invece ha fatto almeno cinque balzi in avanti dando origine ad un’opera maestosa e talmente ben strutturata da lasciarti incredula per la velocità con la quale ogni cosa assume un suo ritmo incalzante e nulla diventa scontato o noioso.
Ogni pagina ti sbatte addosso emozioni vivide e che paiono assolutamente reali, a volte si piange e tanto anche, a volte si ride e giuro, mi ha letteralmente disorientata in alcuni momenti per il come ti ritrovi, così, di punto in bianco davanti a certe battute alle quali se ci ripenso, inizio a ridere a crepapelle pure ora, mentre sto scrivendo.
Dopo averlo terminato, ho percepito ahimè un vuoto per la mancanza della storia, per la nostalgia di Cormoran e Robin ma soprattutto, per il groviglio di emozioni che si è impadronito di me leggendo e che, poi, non sono riuscita, o solamente non ero pronta a lasciar andare.
La prima cosa a cui ho pensato dopo aver chiuso il libro, semplicemente ricordando e andando a rileggere alcune parti è che forse, sia proprio necessario toccare il fondo prima di dover piano piano ricominciare a poter risalire la china per iniziare a rivedere un po’ di vera luce.
“… cercò di convincersi che il senso di vuoto che sentiva era dovuto alla stanchezza.”
L’agenzia stava vivendo un buon momento. Loro no.
I troppi pensieri, i troppi dolori e la poca comunicazione, saranno i nemici più grandi di questa storia.
Un libro dove il concetto che emerge, quello che preme per uscire da ogni riga e da ogni pagina è la necessità di verità, di chiarezza, di sincerità.
Ma verità, chiarezza, sincerità, di chi e per chi?
Per i clienti del caso Bamborough che una risposta l’aspettano da quarant’anni e, in parte, anche per quanto riguarda Robin e Strike.
Questa sarà l’Indagine con la “I” maiuscola, quella che li farà mettere a confronto, con sé stessi e con la loro vita. Un parallelismo soprattutto fra lei e la vittima, che sarà continua fonte di riflessione e introspezione, in un momento estremamente difficile dove la sensazione di fallimento personale, di solitudine e di incapacità nel portare avanti una relazione graverà su di lei come un macigno.
Qui però si respirerà anche tanta rabbia, astio e tanto dolore soffocati, che ormai stanno faticando a rimanere nascosti, proprio perché compressi anche da altro che invece non vuol essere fatto uscire e viene schiacciato e domato per pura e semplice paura. Ma non si può continuare a vivere così, potrebbe diventare deleterio e distruttivo ed infatti, rabbia e difficoltà di relazione andranno di pari passo sempre di più.
Fino all’esplosione.
E si parla poi di confini, di porte che è necessario chiudere una volta per tutte, per poter finalmente riuscire a ricominciare da capo, o almeno per proseguire da dove si è arrivati, con serenità d’animo e maggiori sicurezze.
“Pensava alle categorie e ai confini, a quelli che si vogliono creare e imporre, e a quelli da cui si cerca di fuggire o che si prova a distruggere.”
Forse l’avrete già capito, ma io starei ore a parlarvi di questa meraviglia, che mi ha accompagnata per sei intensissimi giorni, ma se ve ne parlassi troppo, voi poi magari potreste non avere più voglia di leggere il libro e di viverlo come ho fatto io.
Robert Galbraith, alias J. K. Rowling, è noto ormai per la sua prosa agile ed estremamente flessibile, che passa dai momenti sobri, seri, sofferti a quelli più soft, con uno humor al quale non riesci a resistere e che, è in grado di farti cascare dalla sedia quando meno te lo aspetti.
I temi che ha affrontato sono stati molteplici, poiché si tocca la sfera affettiva e familiare, i disagi sociali, le mancanze cognitive e la vera e propria follia. Leggere questo romanzo significherà fare un salto nel passato, nel tentativo di ricostruire con gli attori ancora in vita e con la documentazione ancora disponibile una storia che non ha mai avuto un vero e proprio finale.
La conclusione poi è l’ennesimo colpo da maestro dell’autrice che, dopo averti guidato verso altre direzioni, ti mostra la linguaccia e ti dice che anche questa volta è riuscita a prenderti per il naso.
“Quando vivi in una bugia, nessuno è più pericoloso di chi ti mostra la verità…”
Tutto il resto sarà un’altra storia.
A me basta sapere che forse le tempeste per un po’ hanno lasciato finalmente la grigia Londra e che, un po’ di sole ricomincerà a splendere.
Chi vivrà vedrà.
“… Poiché l’affetto naturale cessa presto, estinto dalla più vecchia potente fiamma del Cupido, l’amicizia fedele, però, li vince entrambi e li doma con ferrea disciplina, grazie a pensieri che aspirano all’eterna fama…”
(Edmund Spenser – La regina delle fate)
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
E a me non resta che augurarmi tanta tanta pazienza.
Robert Galbraith
in realtà sotto questo nome si nasconde Joanne Rowling che è una scrittrice britannica. La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter, che ha scritto firmandosi con lo pseudonimo J. K.
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