Sbirre




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autori: AA.VV.

Editore: Rizzoli

Collana: Nero Rizzoli

Genere: Noir

Pagine: 220 p.

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Non dimenticano, odiano, sanno vendicarsi. Sono poliziotti. E sono donne.

Anna aveva due vite e ha perso tutto. Alba non crede a nessuno. Sara è la donna invisibile. Il nuovo noir italiano comincia qui.

Le sbirre di questi racconti sono creature di confine, paladine mancate, guerriere comunque sconfitte, sedotte dal delitto, soggiogate dalla vendetta, in bilico tra bene e male. Il commissario Alba Doria indaga nel magma ribollente della rete telematica, tra le pieghe più segrete del dark web, laddove alligna l’odio che consuma il Paese. Il vicequestore Anna Santarossa è già passata dall’altra parte e vende informazioni alla mafia bulgara. Sara Morozzi legge le labbra della gente e interpreta il linguaggio del corpo. Ha i capelli grigi e un passato tra i ranghi di un’unità impegnata in intercettazioni non autorizzate: ora ha anche un conto da regolare. Dall’estremo Nordest di una frontiera selvaggia fino alla Napoli anonima di sobborghi e quartieri residenziali, passando per una Roma in cui davvero aprile è il più crudele dei mesi e la primavera ha smesso di riscaldare i cuori, Massimo Carlotto, Giancarlo De Cataldo e Maurizio de Giovanni raccontano l’Italia al tempo dell’illegalità globalizzata, delle “fake news”, del condizionamento di massa. Svelano le ossessioni, le paure e la privata ferocia di coloro che dovrebbero difendere l’ordine pubblico. Inaugurano una “new wave” della letteratura nera, in cui la donna non ha più nulla di fatale, ha rinunciato alle pose marziali della giustiziera e, lontana dall’eroismo inquirente, restituisce la cupezza di una realtà quanto mai controversa.

RECENSIONE


Carte in tavola per Nero Rizzoli. E se non è poker, è solo perché gli Autori non son quattro. Ma assi, quello sì che lo sono.

E come nella logica di una mano perfetta in una partita a poker, Rizzoli punta, Carlotto apre e dà la parola, De Cataldo vede, De Giovanni rilancia.

Nessuno lascia.

Tantomeno i lettori, che salgono su un direttissimo e attraversano l’Italia dentro storie che, tagliando la penisola in tre, raccontano il lato grigio dell’essere “i buoni”.

Parole e fotografie di vita di persone, che incidentalmente sono donne, e sbirre.

Nord, centro e sud.

Lontane.

Per scelte

Non era pentita delle sue scelte, però era pronta a metterci una pietra sopra e a tornare sulla retta via. Quello che chiedeva al destino era di passarla liscia. (Anna Santarossa – dalla penna di Massimo Carlotto)

mentalità

Piuttosto, si domandava da dove le venisse quella sicurezza. Di essere nel giusto, di poter ignorare gli ordini dei superiori, di violare le leggi. (Alba Doria – dalla penna di Giancarlo De Cataldo)

vite

Due vite, rifletté. Una per strada, inseguendo il sogno di diventare poliziotta, e nel contempo assecondando l’educazione che le avevano dato i suoi: essere moglie e madre. (…) Poi l’altra vita. Dopo che aveva deciso di essere se stessa, sbagliando tutto quello che si poteva sbagliare. (Sara Morozzi – dalla penna di Maurizio De Giovanni)

Vicine.

Nell’incarnare una maniera di essere “sbirre”, non patinata, non glamour, non politicamente corretta, dove sopra ogni ragionamento e codice etico-morale, vince il fine, che, quale esso sia, giustifica il mezzo. Sempre.

Perché è vero, i punti e le linee sono tutti uguali: ma è anche vero che certi incroci sono rivelatori, e questi racconti hanno il loro senso ultimo proprio negli incroci, nei bivi direzionali che un’esistenza può prendere, e hanno la loro forza in protagoniste che, nel bene e nel male, scelgono. E si affermano scegliendo per se stesse.

Si divora, questa raccolta, e si arriva all’ultima pagina, come in quei ristoranti dove si mangia non troppo, ma troppo bene. Mai sazi abbastanza. A volerne ancora.

Massimo Carlotto


Massimo Carlotto.  Esordisce nel 1995 (scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi) con il romanzo  Il fuggiasco, pubblicato da e/o. Per la stessa casa editrice ha scritto, oltre ad Arrivederci amore, ciao, diversi romanzi tra cui La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Nessuna cortesia all’uscita (premio Dessì 1999), Il maestro di nodi (premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (premio Girulà 2008), Nordest con Marco Videtta (premio Selezione Bancarella 2006), La terra della mia anima (premio Grinzane Noir 2007), Alla fine di un giorno noioso (2011), Respiro corto (2012), Cocaina (2013, con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo), Il mondo non mi deve nulla (2014), La banda degli amanti (2015).

Giancarlo De Cataldo


Giancarlo De Cataldo: Vive a Roma dove è stato giudice presso la Corte d’Assise.  Ha scritto molti romanzi (il più noto è di certo Romanzo criminale, edito nel 2002 per Einaudi e vincitore l’anno successivo del Premio Scerbanenco: da questo libro Michele Placido ha tratto un celebre film, seguito poi da una serie tv), sceneggiature per cinema e televisione e testi teatrali.
Collabora a quotidiani e a riviste come, tra le altre, «la Repubblica», «Il Messaggero», «L’Unità» e «Corriere della Sera Magazine». Nel 2006 cura per la Rai il progetto “Crimini”, una serie tv scritta da grandi autori italiani. Quattro anni dopo va in onda una seconda serie e il primo episodio è “La doppia vita di Natalia Blum” di Gianrico Carofiglio, girato a Bari con Emilio Solfrizzi. Nel giugno del 2007 esce nelle librerie Nelle mani giuste, ideale seguito di Romanzo criminale, ambientato negli anni ’90, dal periodo delle stragi del ’93, a Mani Pulite e alla fine della cosiddetta Prima Repubblica; i due libri hanno alcuni personaggi in comune.  Nel 2009 esce per Einaudi La forma della paura, scritto a quattro mani con Rafele Mimmo. Dell’anno successivo è Il padre e lo straniero, sempre per Einaudi. Nel 2012 esce Io sono il Libanese, e nel 2013 De Cataldo firma con Gianrico Carofiglio e Massimo Carlotto un volume di racconti intitolato Cocaina, pubblicato da Einaudi Stile Libero. Sempre del 2013 è Suburra (Einaudi), di cui è autore insieme a Carlo Bonini. Dal novembre dello stesso anno, assieme agli scrittori Andrea De Carlo e Taiye Selasi, è giudice del talent show letterario di Rai Tre “Masterpiece”, che permette al vincitore di pubblicare il suo primo romanzo con Bompiani. Del 2014 è I semi del male, edito da Rizzoli e scritto con Carlo Bonini, Sandrone Dazieri, Marcello Fois, Bruno Morchio ed Enrico Pandiani; e Nell’ombra e nella luce, romazo noir ambientato nella Torino di Carlo Alberto di Savoia (Einaudi Stile Libero).

Maurizio de Giovanni


Maurizio de Giovanni: Nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016) e Rondini d’inverno (2017). Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle inagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018).  È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco). Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013. È uscita nel 2014 un’altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli. Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira). Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani. Del 2018 è Sara al tramonto, edito da Rizzoli.

 

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