SCHEGGE NELLA PELLE
di César Pérez Gellida
Ponte alle Grazie 2023
Thais Siciliano( Traduttore )
thriller, pag.364
Sinossi. Siamo nella Spagna centro-settentrionale, a Urueña, un paesino medievale in cima a un altopiano. È la fine di un freddo novembre e tutto è coperto di ghiaccio e immerso nella nebbia. Qui si rincontrano dopo tanti anni due amici d’infanzia: un affermato scrittore e un cruciverbista in bolletta. Nel loro passato comune c’è un trauma, una falla, un buco nero che li accompagna da sempre e che ha condizionato le loro esistenze fin dai tempi del collegio. L’incontro attuale scaturisce da quel trauma: per cercare di risolverlo, di attutirne gli effetti, per cercare una vendetta forse impossibile… È l’inizio di un gioco macabro che, da un colpo di scena all’altro, diventa via via sempre più efferato: ma ci sono schegge che conviene non estrarre mai, perché la vendetta ci può sprofondare in abissi inimmaginabili. Violenza, realismo, altissima tensione psicologica, continui ribaltamenti di ruolo: con “Schegge nella pelle”César Pérez Gellida si conferma un maestro del thriller, un autore ormai di culto anche nel nostro Paese.
Recensione di Salvatore Argiolas
Lo strillo in copertina annuncia “Lo Stieg Larsson spagnolo” forse riprendendo una frase del protagonista, scrittore affermato che ammette
“Ho sempre voluto emulare Hammett, Leonard, Mankell, Thompson, o ancora meglio, diventare lo Stieg Larsson spagnolo e vendere milioni di copie”
ma è fuorviante aspettarsi le atmosfere di “Uomini che uccidono le donne” mentre in “Schegge nella pelle” si evocano suggestioni che ricordano il Pedro Almodovar di “La mala educación ”, intersecando territori narrativi tipici di Arturo Perez-Reverte, Stephen King, del ricordato Jim Thompson e soprattutto di Cornell Woolrich.
Nelle pagine di Woolrich è sempre in agguato la sorpresa, il colpo di scena che capovolge la trama facendo intuire che la realtà non è quella che sembra, in quanto nessun personaggio fornisce certezze e anche Gellida gioca come il gatto col topo con il lettore, che crede di aver capito lo scenario che sta cominciando a conoscere ma ogni capitolo, presentato come una definizione da cruciverba, presenta un ribaltamento di ruoli e di prospettive.
Articolato in maniera complessa con due voci narranti che si alternano, raccontando presente e passato con capitoli che poi si alternano con l’indagine della polizia, “Schegge nella pelle” è un vero esercizio di bravura dello scrittore spagnolo, stella nascente della “novela negra”, autore in grado di sviluppare una vicenda attraverso continui giochi di specchi che ingannano chi si aspetta uno svolgimento lineare.
Tutto parte nel collegio San Nicola di Bari dove si incontrano, negli anni Novanta, Mateo Cabrera, che in seguito diverrà un noto autore di cruciverba e Álvaro Rodríguez Lopez, destinato ad essere un famoso scrittore di bestseller con lo pseudonimo di Vazquez De Aro, dove i due giovani vivono oppressi da un ambiente in cui bullismo, nonnismo e molestie sono all’ordine del giorno.
E’ Mateo, il più timido e complessato dei due, il ragazzo che diventa vittima degli scherzi e delle mire di un tipaccio, Darío Gallardo, meglio conosciuto come il Joker, di qualche anno più anziano “figlio di un pezzo grosso dell’Opus, o così si dice, e se non l’hanno ancora cacciato è per le donazioni che fa all’istituto.”
Per sfuggire alle attenzione del Joker, Mateo si fa coinvolgere da Álvaro in un piano pericoloso, gravido di conseguenze che avrà strascichi sino a quando i due ex compagni del collegio si ritroveranno nel nebbioso paesino di Urueña, nella provincia di Valladolid.
Mateo e Álvaro si erano già incontrati qualche anno prima al catastrofico matrimonio di un altro compagno di collegio durante il quale ci fu un incidente che costò l’uso della mano ad uno dei protagonisti e dove ci furono anche discussioni che fermentano sino a causare l’appuntamento davanti alla libreria di Urueña, luogo di incontro di diversi destini.
Qui comincia una vicenda coinvolgente e ricca di svolte narrative e riflessioni interessanti sulla letteratura e sul suo futuro:
“Il giorno che i computer scriveranno romanzi e la gente comincerà a leggerli perché andranno di moda, costeranno di meno o per qualsiasi altro motivo, capirai quello che dico”, “Rispetto troppo la sua professione per insozzarla con i miei scritti. Per questo mi riesce tanto difficile accettare che da un po’ di tempo a questa parte qualunque volto noto, a patto che sia un bel volto, ovviamente, ossia: la presentatrice o conduttrice di turno, un cuoco famoso o un ex calciatore, pubblichi le sue insulse memorie o un romanzo basato sulla sua dura infanzia. Un insulto all’intelligenza. Nient’altro che spazzatura.”
e sulla funzione del protagonista in un romanzo, che come in uno specchio poi riflette e rimanda bagliori sulla vicenda narrata: “Diciamo che in un romanzo ci piace immedesimarci in personaggi di questo tipo, che in un certo senso sono liberi da obblighi morali. Occhio, non importa che ci provochino affetto o disgusto, l’importante è riuscire a fare in modo che il lettore entri in connessione con il personaggio. Che gli interessi cosa potrà succedergli nei capitoli successivi.”
“Ci sono schegge che conviene non estrarre mai, che se ne stiano conficcate dove sono”
perché il male è pervasivo e non è possibile arrestarlo perché è come una valanga che comincia da un sassolino e il geniale thriller di César Pérez Gellida ci mostra la pertinenza di questo assunto, attirando il lettore in un caleidoscopio di trovate e di incastri narrativi veramente notevoli.
Come nei migliori romanzi di Cornell Woolrich, l’inferno che i personaggi, mai completamente sinceri e mai completamente innocenti, portano dentro esplode in una situazione di stress o di conflitto portandoli alla deriva in uno scenario dove niente è scontato e dove vale la morale che “cercare di cambiare il passato agendo nel presente è talmente assurdo, talmente inutile, da non giustificare l’effetto che si sperava di ottenere.”
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César Pérez Gellida
(Valladolid, 1974), laurea in geografia e storia, master in direzione commerciale e marketing, ha lavorato nelle comunicazioni fino al 2011, quando ha deciso di dedicarsi unicamente alla scrittura. I suoi originali thriller hanno riscosso grande successo in Spagna – dove si è persino coniato il termine gellidismo per definire lo stile e il tono che gli sono propri – e gli hanno fruttato numerosi premi. Ponte alle Grazie ha pubblicato i suoi L’ultima a morire (2021) e Schegge nella pelle (2023).