Scia di sangue




Recensione di Chiara Sardelli


Autore: Karin Slaughter

Editore: HarperCollins Italia

Pagine: 432

Genere: thriller

Anno pubblicazione: 2017

In quest’ultimo romanzo Karin Slaughter torna a interessare il lettore con le vicende di Will Trent il migliore agente del Georgia Bureau of Investigation. Non è un caso se la vicenda si sviluppa in tre fasi ben distinte che poi troveranno la loro giustificazione ed esaltazione con l’elevarsi del ritmo narrativo e del crescendo emotivo. Nella prima parte del romanzo è la ricostruzione della scena del crimine (insieme alle problematiche e dinamiche personali dei partecipanti alla squadra investigativa) che sta al centro dell’intreccio narrativo.

Tutto ha inizio con la scoperta di un cadavere abbandonato in un cantiere d’Atlanta.Il caso si presenta subito complicato. Tanto per cominciare il luogo è destinato alla realizzazione di un night club di proprietà di Marcus Rippy,la stella del basket, che proprio in quei giorni è stata coinvolto in uno scandalo dalle tinte fosche con implicazioni giudiziarie pesanti: sequestro di persona e stupro.Per Amanda Wagner che guida la squadra investigativa, è come ripiombare in un incubo.Dover trattare con la schiera di avvocati che difendono il campione dalle accuse più infamanti.

Prevedere e anticipare le mosse dei due “risolutori” che egli ha assoldato, uomini che gli coprono le spalle e che senza scrupoli gli spianano la strada. Tenere a bada la pressione dei mass media, usare la propria abilità diplomatica unica arma per contenere l’ansia di compiacere i potenti che ha contaminato le autorità di Atalanta con le quali Amanda ha rapporti continui e non eludibili. In queste pagine esce fuori il ritratto di una donna sessantenne, dall’insospettabile scorza, un’amabile stronza che comunque ama il proprio lavoro e lo fa onestamente.

Le sue preoccupazioni vanno ben oltre il lato oggettivo dei crimini di cui è tenuta a occuparsi.Ed è tanto più vero da quando deve anche considerare la relazione matura forse, ma non ancora stabile che lega il suo uomo più fidato Will Trent alla rossa Sara Linton, il coroner che sempre collabora e contribuisce con intuito e professionalità ai successi del GBI.

Ecco, la parte centrale del romanzo s’impernia proprio sulle disavventure di Will e di Sara ancora una volta messi a dura prova dal passato dell’uomo che ritorna con prepotenza a sconvolgere la loro intimità. Qui il thriller fa spazio al romanzo psicologico e le pagine ci regalano momenti di rara intensità in cui personaggi, che mai sono schiavi dello stereotipo, ci attraggono nel loro microcosmo fatto di umane passioni e di dichiarata fragilità. Lo stile dell’autrice è pulito e fortemente concentrato sui dettagli.

Con calma descrive le loro inquietudini, le indecisioni nell’agire e nel comunicare, i tentativi talvolta felici e talaltra maldestri di rinnovare e rinsaldare la loro intesa. E così la trama vera e propria rimane come sospesa. Il bello, appunto, deve ancora avvenire e, di fatto, avviene quando le pagine fanno spazio ad Angie Polansky, un personaggio che difficilmente si dimentica.dotato di potente impulso narrativo.

L’ex Moglie di Will Trent è una vera mente criminale, quindi o stai on lei o stai contro di lei, ma, come speso succede, il lettore, affascinato dall’avventura, si sente catapultato sulla scena e finisce per immedesimarsi con il personaggio scrollandosi di dosso inutili scrupoli e quesiti etici. Sta lì nelle pagine del romanzo, contaminato dal ritmo mozzafiato che finalmente si unisce all’avventura e non vorrebbe mai staccarsene.

Karin Slaughter


è una scrittrice americana nota nel genere crime internazionale. Fra i suoi thriller, è nota la serie che ha come protagonista Will Trent, inaugurata con il best seller L’ombra della verità (Timecrime, 2012) e di cui Tre giorni per morire rappresenta il secondo volume. È stata insignita per quattro volte del prestigioso Crimezone Thriller Award. Vive e lavora ad Atlanta.

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