Sinossi. Per la prima volta riuniti in unico volume sei racconti con protagonista Lorenzo La Marca, il biologo per vocazione e detective per necessità nato da Santo Piazzese. Sono storie di ironia e tensione, mistero e ambiguità, a volte nerissime. Sei tessere che definiscono il personaggio: un perdigiorno instancabile, spesso ipercritico e snob, che tuttavia vorremmo come amico. L’affermazione dello scrittore Santo Piazzese è legata al suo personaggio più noto, Lorenzo La Marca, ma soprattutto alla vera protagonista della sua opera letteraria, la città di Palermo, presa nel suo momento glorioso, gli anni in cui tornava a essere appunto una città e non più solo una grande disgregazione. Anche il protagonista umano, il flâneur Lorenzo La Marca, è un palermitano letterariamente nuovo, maestro di autoironia ma a suo modo appassionato, «un sentimentale disincantato» lo definisce il suo creatore. Lorenzo La Marca domina questi sei racconti. Una marca di whisky che porta un messaggio dal passato. Lo sporco segreto di una coppia d’innocenti turisti, per giunta scienziati come La Marca. Una biscia rivelatrice in un torrido luglio. Una varietà di olive che indica il vero assassino. Un contrabbandiere di buon cuore che si ricorda di lui. La cuoca mafiosa beffata. Sono misteri che hanno qualcosa di caratteristico: l’umorismo intelligente della invenzione narrativa, unito alla capacità di evocare atmosfere vere, ma vere come lo sono i sogni. Affiancano, oltre a una folla di azzeccati caratteristi, l’anatomopatologa francosicula Michelle Laurent e il commissario Vittorio Spotorno, che sono le creature vive del mondo lamarchiano. Un mondo diventato per la verità più malinconico per il tempo passato e le delusioni. Questi racconti sono già comparsi in antologie a tema pubblicate da Sellerio tra il 2011 e il 2021.
SEI CASI PER
LORENZO LA MARCA
di Santo Piazzese
SELLERIO 2023
Giallo, pag.344
Recensione di Salvatore Argiolas
Lorenzo La Marca è un detective sui generis in quanto è un biologo in forza all’Università di Palermo ma il caso lo porta ad investigare sulla morte di un ex collega nel giallo che segna il suo esordio “I delitti di via Medina-Sidonia”.
Essendo un detective dilettante non è facile che possa trovarsi invischiato nuovamente in trame delittuose ma essendo amico del commissario Vittorio Spotorno e compagno dell’anatomopatologa Michelle Laurent, che preferisce definirsi “medico dei morti ammazzati”, alla fine è normale che possa interessarsi di delitti e misteri che la città di Palermo offre con discreta solerzia.
Dopo la comparsa nel caso di via Medina-Sidonia, il biologo è stato protagonista di altri due libri, “La doppia vita di M. Laurent” e “Blues di mezz’autunno” che però non è un giallo vero e proprio ma contribuisce a delineare in modo più netto la personalità di questo personaggio veramente riuscito.
Anche i sei racconti riuniti nel volume “Sei casi per Lorenzo La Marca” non sono caratterizzati da una trama tipicamente gialla anche se ci sono dei temi assimilabili ma il vero interesse è dato dalla personalità di questo flâneur palermitano che nelle sue vicende porta la città di Palermo, con le sue vie caotiche, la sua inesauribile vitalità al ruolo di coprotagonista di questi racconti che, pensati per le antologie “in giallo” della collana “La memoria” di Sellerio, riuniti e raccolti in volume unitario diventano un “fil rouge” che portano ulteriori elementi per una biografia organica di questo personaggio molto intrigante che l’autore ritiene che “non ammetta mezze misure.
O lo sia ama o lo si detesta. I suoi difetti letterari sono il suo limite. Ma anche il suo vero punto di forza (…) ha il vezzo di dichiararsi cinico. Però è un sentimentale e , nello stesso tempo, ostenta un disincanto cui non permetterebbe mai di degenerare in cinismo. Per dirla con un ossimoro, la cui pratica è un’altra delle sue nevrosi, è un disincantato sentimentale.”
Andrea Camilleri soleva dire che nella sua libreria, Santo Piazzese era uno degli autori che apprezzava maggiormente e i suoi libri occupavano un posto speciale e in effetti tutte le sue opere spiccano per le trama godibili, le battute fresche e pungenti, i personaggi credibili e realistici, le ambientazione fantastiche e un certo gusto barocco tutto siciliano che creano un universo narrativo di ottimo livello.
Piazzese ha ricambiato questa considerazione con un omaggio a Salvo Montalbano nell’ultimo racconto “Domenica, benedetta domenica” dove viene citato come protagonista di un’operazione di polizia che avviene ai margini della vicenda principale, incentrata su un delicato e fantasioso intervento del biologo-detective nel caso di una cuoca, parente di mafiosi, che diventa un’ ingombrante e pericolosa componente dello staff del ristorante di un amico.
Tutti i racconti seguono uno schema ripetuto con una narrazione che si snoda lenta, con episodi di vita quotidiana che poi ha uno sviluppo di natura criminosa come nel racconto “Quante dì conta novembre”, il più vicino agli stilemi del genere, dove un supposto incidente viene smascherato e l’assassino scoperto grazie alla conoscenza delle varietà di olive.
“Il fatto è che, nebbia o non nebbia, novembre è un mese problematico. Basti pensare che non comincia tanto bene, specie nell’ex capitale del crimine, dove non ci sono più i Morti di una volta. Finiti gli anni felici di Palermo Felicissima, quando il 2 novembre coincideva con una delle più brillanti dimostrazioni scientifiche della specialità che noi nativi siamo chiamati a testimoniare al resto del mondo: la stravaganza. Alcuni la chiamano “la corda pazza”.
“E’ per quello che noi siculi siamo stati concepiti, si dice in giro”
ragiona Lorenzo La Marca all’inizio del racconto, mostrando un esempio della sua prosa, disincantata, ironica, umoristica, la cui cifra stilistica è improntata al piacere della citazione colta ed evocativa.
“In principio fu un bussare discreto ma imperiosetto. E a chi ritiene che non si possano conciliare imperio e discrezione ricordo che gli ossimori esistono proprio per questo. Anche se devo ammettere che negli ultimi tempi ho cercato di disintossicarmi del tutto dagli ossimori. Con scarso successo, si direbbe.” è l’incipit del secondo racconto “I turisti, i turisti”.
C’è un certo charme nelle passeggiate di La Marca nei luoghi più caratteristici e particolari di Palermo, con le sue lentezze e i ragionamenti che coinvolgono fatti del passato e accadimenti recenti in un flusso narrativo molto attraente, dove l’azione è poca ma il divertimento è assicurato la la carica di simpatia di questo biologo coinvolto suo malgrado in vicende criminali.
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Santo Piazzese
biologo, è nato a Palermo, dove vive e lavora. Con questa casa editrice ha pubblicato I delitti di via Medina-Sidonia (1996), La doppia vita di M. Laurent (1998) e Il soffio della valanga (2002), tutti raccolti anche nel volume della collana «Galleria» Trilogia di Palermo (2009), Blues di mezz’autunno (2013) e i racconti Sei casi per Lorenzo La Marca (2023). Premio Lama e Trama 2011 alla Carriera.