Recensione di Ilaria Bagnati
Autore: Gillian Flynn
Traduttore: Barbara Murgia
Editore: Rizzoli
Genere: thriller psicologico
Pagine: 350
Anno pubblicazione: 2018
Sinossi. Otto anni dopo essere andata via da Wind Gap, la cittadina soffocante in cui è nata e cresciuta, Camille Preaker lascia Chicago per tornare in quel minuscolo avamposto cattolico del Missouri battista, luogo sperso nel nulla, dove la gente si illude di sapere come stare al mondo. È il giornale per cui lavora a spedirla laggiù, in seguito alla scomparsa della piccola Natalie Keene. Caso che somiglia a quello di un’altra bambina svanita nel nulla poco tempo prima, ricomparsa il giorno dopo nel letto di un torrente, strangolata. Aveva solo nove anni. Anche il cadavere di Natalie viene rinvenuto ben presto e la comunità di Wind Gap deve arrendersi all’evidenza: la mano che si è abbattuta con brutale meticolosità sulle due bambine è la stessa. A rivelarlo è un unico, macabro dettaglio. Con caparbietà, Camille porta avanti la propria indagine sfidando le rigide norme sociali di una cittadina bigotta e pettegola, ma soprattutto è costretta ad affrontare la madre, una donna fredda e manipolatrice, ammirata dai vicini e temuta dentro casa, da cui era fuggita ancora ragazza. L’inchiesta si gonfia come un fiume in piena e Camille non è più in grado di tenere a freno i ricordi e il male che contengono. Sofisticato thriller psicologico dal ritmo pulsante, il romanzo di Gillian Flynn indaga i risvolti oscuri delle relazioni tra sorelle, madri e figlie e mette in scena una figura femminile che attraversa l’inferno con occhi nuovi, sorprendente protagonista – così il Guardian – di “un viaggio indimenticabile, gelido e illuminante”.
Recensione
Definire Sharp Objects un thriller psicologico è riduttivo per la mole di tematiche che la formidabile Flynn affronta in questo suo capolavoro. Camille Preaker è una donna sulla trentina che è fuggita dalla sua città natale, Wind Gap, per andare a vivere a Chicago dove lavora come giornalista di cronaca nera.
Il suo giornale non è tra i primi in città quindi il suo capo Curry, nonché suo amico, per ottenere una grande storia la spedisce nella sua città natale dove, a distanza di nemmeno un anno, sono morte due bambine. Camille, che dietro di sé ha una lunga scia di sofferenze che partono dal rapporto con la madre, non vuole tornare in quel luogo dimenticato da Dio. Wind Gap le sta stretta, Camille non vuole rivedere quelle facce che hanno accompagnato la sua infanzia e la sua adolescenza, non vuole rivedere sua madre, il suo patrigno che non si è mai comportato da padre né la sua sorellastra Amma che conosce a malapena.
Camille prova in tutti i modi ad andare a fondo nella storia che le è stata affidata ma il peso del passato le brucia sulla pelle e il ritorno all’autolesionismo è dietro l’angolo. Provare empatia per Camille è semplice ma a volte mi sono sentita di spronarla per non lasciarsi andare. È un’autolesionista alla quale piace bere molto, soprattutto bourbon, il che non l’aiuta a restare sobria e a concentrarsi sul lavoro.
La figura incombente della madre è da brivido, si fa fatica a inquadrarla: all’apparenza è perfetta ma dentro di sé cela delle ombre scure che verranno presto rivelate. Il rapporto madre-figlia è centrale nel racconto ed è importante anche nello sviluppo dell’indagine di Camille per il suo articolo sugli omicidi. Anche Amma, tredicenne sorellastra di Camille, è una figura centrale perché le ricorda sua sorella Marian morta da piccola.
Ma come è morta?
Camille si interroga su questo e su molti altri misteri riguardanti la sua famiglia durante la permanenza a Wind Gap. Per Camille sarà molto doloroso ma estremamente necessario. Se cercate un thriller psicologico ma anche un viaggio nei torbidi segreti di una famiglia all’apparenza per bene, Sharp Objects fa per voi! Inoltre, per chi è interessato, da questo libro è tratta l’omonima miniserie tv che promette bene.
Gillian Flynn
Gillian Flynn, sceneggiatrice e critico televisivo, vive a Chicago con il marito e il figlio. Già autrice dei due thriller Sulla pelle e Nei luoghi oscuri, grazie a questo romanzo ha raggiunto la celebrità internazionale. Ha lavorato alla sceneggiatura di Gone Girl, il film che David Fincher ha tratto dal suo romanzo.
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