Sherlock Holmes. I delitti della notte
Recensione di Antonio Modola
Autore: Margaret Walsh
Editore: Mondadori
Traduzione: Giuseppe Settanni
Genere: Giallo
Pagine: 228
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Non è insolito che Lestrade, soverchiato da un caso criminale più grande di lui, si presenti al 221B di Baker Street in cerca d’aiuto. È tuttavia la prima volta che i due coinquilini lo vedono in un simile stato di agitazione, tale che al povero ispettore trema la mano mentre sorseggia un provvidenziale bicchiere di brandy. Sembra infatti che, a pochi mesi dalle raccapriccianti imprese omicide di Jack lo Squartatore, rimaste impunite, un altro feroce assassino stia salendo alla ribalta. Dopo il cadavere orrendamente mutilato di un adolescente rinvenuto qualche settimana prima, ora ne è stato trovato un secondo. E, di fronte alle atrocità cui è stato sottoposto il corpo del ragazzino disteso sul tavolo autoptico dell’obitorio, perfino un reduce della brutale guerra in Afghanistan come il dottor Watson rischia di vacillare. Entrambe le vittime offrivano i loro favori a una clientela particolare, prestandosi a soddisfare le perversioni più inconfessabili. Si avvia così, sotto il segno di un pericolo incombente, l’indagine di Sherlock Holmes sul mondo nascosto che prende vita dopo il tramonto del sole, alla scoperta del lato oscuro della città.
Recensione
“Non c’è niente di peggio per un investigatore che avere a che fare con testimoni oculari, Watson”
La figura di Sherlock Holmes per gli amanti del giallo, e non solo, è circondata da un’aura mistica che lo rende una figura quasi religiosa. Non solo è l’investigatore più famoso di tutti i tempi, che ha ispirato film, serie TV, band, giochi da tavolo e tentativi di imitazione più o meno riusciti, ma è uno dei personaggi di spicco più longevi della letteratura di tutti i tempi. Proprio come avviene per la religione, di Sherlock Holmes esiste un ciclo di scritture, cosiddetto “canonico” che comprende tutti i romanzi e i racconti di Conan Doyle, e una pletora di romanzi e racconti apocrifi.
Proprio di un apocrifo parliamo in questo caso, il primo pubblicato in Italia dell’autrice Margaret Walsh. Siamo a Londra, pochi mesi dopo le vicende di Jack lo Squartatore, un fallimento che pesa ancora sulle spalle di Scotland Yard, avvenimenti che hanno messo a dura prova la credibilità della polizia londinese e scosso le coscienze degli abitanti della capitale. Un caso dal quale Sherlock Holmes è stato escluso.
Il titolo originale di questo romanzo è “Sherlock Holmes and the Molly Boy Murders” che al suo interno ha già un elemento inedito rispetto alla letteratura che ruota intorno all’investigatore di Baker Street. Nella Londra Vittoriana i Molly Boys sono ragazzi gay che si prostituiscono vestiti da donna, in strada o in illegali case di appuntamenti. Proprio questi ragazzi sono le principali vittime di quello che sembra essere il nuovo serial killer più ricercato di Londra.
A indagare ritroviamo l’ispettore Lestrade che chiede aiuto alla coppia Holmes & Watson, che rimane l’abile narratore delle vicende. L’indagine su questi delitti porterà i protagonisti alla scoperta di un mondo sotterraneo, fatto di pratiche proibite e quasi innominate. L’omosessualità è fortemente condannata nell’Inghilterra di fine ‘800, per questo i personaggi di questa storia di muovono spesso su un binario parallelo fatto di ciò che pubblicamente si mostra di se stessi da una parte, e di ciò che si sente di essere nell’intimo, dall’altra.
Così la Walsh porta i protagonisti alla scoperta di un mondo inedito che ci regala anche delle sfumature nuove di personaggi dei quali ormai pensavamo di conoscere tutto. In questo romanzo troviamo uno Sherlock che usa meno la testa ma ci mette più cuore.
Lo stesso accade a suo fratello Mycroft che dal Diogenes Club muove i fili invisibili che saranno essenziali alla risoluzione del caso. L’impressione è che la figura di Holmes venga fatta scendere di qualche gradino rispetto a ciò a cui siamo comunemente abituati, quasi appiattita al livello di tutti gli altri protagonisti. I giochi di deduzione non sono molti e in genere un lettore avvezzo alla lettura di gialli potrebbe trovare poche sorprese in questa lettura che resta comunque molto godibile.
Il merito dell’autrice è di averci regalato una ricostruzione storica della Londra Vittoriana minuziosa anche nei dettagli, una città fatta di contraddizioni estreme, dei salotti più eleganti e dei bassifondi senza regole dove si aggirano personaggi privi di ogni morale. Questo è anche un romanzo che a tratti lascia in secondo piano l’intreccio investigativo a favore del percorso di rivalsa dei più deboli, degli sfortunati e di coloro che meritano di più rispetto a quanto la vita ha concesso loro.
D’altronde, solo un dio come Sherlock Holmes potrebbe permetterselo.
A cura di Antonio Modola
Margaret Wash
Margaret Wash è un’autrice ancora inedita nel panorama italiano dell’apocrifo sherlockiano. Ha già al suo attivo tre romanzi con il detective di Baker Street come protagonista. Oltre al presente Sherlock Holmes: I delitti della notte, ha scritto anche Sherlock Holmes and the Case of the Perplexed Politician e Sherlock Holmes and the Case of the London Dock Deaths. Margaret Walsh è nata ad Auckland, in Nuova Zelanda, e vive a Melbourne. Ha superato i cinquant’anni, ma non ci tiene a dire la sua età precisa. Non ha figli e non è sposata. Ha una vorace curiosità per un certo numero di argomenti. Ha letto molto sulla Londra vittoriana, in particolare sulla società e sulla criminalità di quell’epoca. Attualmente lavora come responsabile di un piccolo studio di contabilità. Attualmente è membro dell’associazione online Doyle’s Rotary Coffin, ma intende entrare nella Sherlock Holmes Society of London al più presto.
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