Sola andata




Recensione di Fiorella Carta


Autrice: Claudia Bruno

Genere: Narrativa

Pagine: 232

Editore: NN editore

Anno: 2022

Sinossi. Ludovica e Cristian si amano. Hanno vent’anni e vivono in una casa poco fuori Roma che chiamano “il cantiere”, un’eterna promessa di futuro e completezza. Quando lui, ricercatore medico, ottiene un incarico a Londra, Ludovica reagisce come a un trauma: trova conforto solo in Ombra, la loro piccola gatta cieca, e nei quaderni in cui scrive formule e diagrammi a cui si affida per ancorarsi al mondo. Dopo un anno, Ludovica riesce a raggiungere Cristian nella sua squallida soffitta londinese, convinta di poter ricomporre così la sua vita frammentata. Ma la città diventa un collage di passati imperfetti e futuri anteriori, una voragine di grattacieli e locali notturni che la inghiotte, spingendola verso un’esistenza ai margini, in bilico tra sogno e realtà, dove finalmente riesce a perdonarsi e trovare la sua dimensione esistenziale. “Sola andata” è un romanzo che assomiglia al destino, un labirinto che si sdoppia e si riflette in ogni direzione, raccontandoci il viaggio di chi, per conoscersi davvero, è disposto ad abbracciare la vastità del presente.

Recensione

 “Credo che l’unica strada che abbiamo non sia una linea retta e nemmeno una circonferenza. Che dietro i nostri occhi c’è un nastro che gira e non si ferma mai. Più il passato si restringe più il presente si allarga, più il buio si mangia le ore più i ricordi brillano”

Ludovica e Cristian, prima nel cantiere poi a a Londra. 

Ludovica che resta indefinita a se stessa, non trova nitidezza nel cammino della sua vita e scopre una luce con l’arrivo di una gattina cieca, Ombra, che paradossalmente le indica la strada.

Ma Lu si perde, diverse volte, fuori e dentro sestessa, parabole infinite di sogni e pensieri che la riversano verso un futuro che non vuole, incolla su un quaderno didascalie e pensieri sconnessi che diventano il passato e la sua forma. 

Pare quasi che Ludovica segua una corrente che non le appartiene e così prosegue, senza tornare mai sui suoi passi, un biglietto di sola andata in cui la sua mente deraglia e a te, lettore, non resta che affezionarti a questa anima fuori dagli schemi sentimentali e quotidiani. 

Speri che la sua mente così tormentata fra sogni e realtà sconclusionata, possa trovare la serenità della continuità, della stabilità. 

E poi ti chiedi quali sono gli stereotipi di entrambe, se per tutti equivalgono all’apparente e logico susseguirsi degli eventi, come da esistenza accettabile. 


Un flusso di coscienza, un racconto di vita che non salva, non redime, ma proprio per questo attira fra le pagine come un’intossicazione, una dipendenza. 

Dovunque risieda la radice di questa protagonista, è stata creata per infastidire l’ordine delle cose, il perbenismo di orari e relazioni scandite al millesimo. 

Una figura imperfetta, scomposta in frantumi, che niente e nessuno avrebbe potuto aggiustare”

  

Claudia Bruno


Claudia Bruno è nata nel 1984. Ha esordito nel 2016 con Fuori non c’è nessuno (effequ). Suoi scritti e racconti sono comparsi su Colla,Cadillac, Inutile, Minima&Moralia, Not e altre riviste. Lavora come redattrice e consulente editoriale per una fondazione e collabora con le pagine culturali del manifesto. Da sei anni vive tra Roma e Londra.

 

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