Recensione di Sara Pisaneschi
Autore: Michele Navarra
Editore: Fazi
Genere: Thriller
Pagine: 214
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. L’assassinio di un ragazzo nella terra appartata e misteriosa del Gennargentu dove il codice barbaricino, tramandato fin da tempi antichissimi, è ancora una realtà difficile da contrastare. Nella Sardegna profonda, tra le alture della Barbagia, l’omicidio a sangue freddo di un quindicenne riapre vecchie ferite. La faida implacabile che oppone da sempre due famiglie rivali sembra non risparmiare proprio nessuno. Il principale sospettato del delitto, Mario Serra, ha già alle spalle una lunga storia di crudeltà e di sangue, forse troppo per poter credere che vi sia ancora un briciolo di umanità in lui. Questo è il dubbio che tormenta l’avvocato incaricato della sua difesa, Alessandro Gordiani, che, dal suo studio di Roma, parte per l’isola in vista di un processo che minerà le sue convinzioni sulla natura umana e sulla giustizia, che non sempre coincide con il giudizio espresso in tribunale. Costretto a immergersi in una società antiquata e omertosa, Gordiani si sposterà tra Roma e la Sardegna per prepararsi, anche emotivamente, a un complicato processo penale. Con una prosa intrigante e scorrevole, Solo Dio è innocente è ambientato tra la Roma degli studi legali e la Sardegna primitiva: un romanzo forte e avvincente, con una storia scandita da dinamiche familiari complesse, in cui le colpe dei padri, coinvolti in faide inestinguibili, inevitabilmente ricadono sui figli.
TAPPA THRILLERNORD
Le ambientazioni
Alla scoperta dei luoghi che ospitano i personaggi del libro e le loro storie. Posti che sembrano non avere a che fare niente tra di loro, esistenze che si intrecciano suscitando tanti sentimenti contrastanti.
Fonni ( Sardegna)
FONNI.
Il paese più alto della Sardegna, ai piedi del Gennargentu e distante pochi chilometri dagli impianti di risalita di Bruncu Spina, la “cima del cardu”.
Qui il tempo sembra essersi fermato. Qui vige ancora la legge non scritta della vendetta per un torto subito.
Una vendetta che va servita fredda. C’è tempo e modo, non si lascia niente al caso. Possono passare anni, ma arriverà con più danni possibili.
Non ci sono termini di prescrizione al rancore e all’odio. C’è chi cerca di allontanarsi da questa sanguinaria tradizione. Senza tanta convinzione, in realtà.
“… perché se l’omicidio di un congiunto non fosse stato punito sarebbe stato un disonore gravissimo per tutta la famiglia, un marchio d’infamia indelebile sul suo nome. Tanto era lenta è impacciata la giustizia dei tribunali, tanto era feroce e inesorabile quella in vigore da sempre in quelle terre.”
Fonni rappresenta la Sardegna più profonda e selvaggia, dove per sparirebasterebbe cercare riparo nelle campagne circostanti e poi sul vasto massiccio del Gennargentu, nelle grotte e profonde voragini del Supramonte. È la Sardegna dei vicoli e della piccole case, della saggezza popolare e del bar del paese dove tutti si conoscono fin troppo bene.
Fonni (Sardegna)
La stessa che porta la stupida bravata di un ragazzo a conseguenze incontrovertibili e dove il codice barbaricino miete ancora le sue vittime.
È ancora il luogo in cui la donna è quella che deve stare dietro i fornelli e deve subire le angherie di un marito “bestia” fino all’autodistruzione.
È il luogo in cui è meglio passare tutta la vita in galera invece di ammettere i propri limiti o le proprie debolezze. La vergogna è più forte della ragione.
È a Fonni che si svolge l’intera vicenda ed è qui che vediamo sfasciarsi intere famiglie. I Rutzu e i Serra.
Roma
ROMA.
È la città dell’avvocato Alessandro Gordiani. Roma che ad agosto è una fornace e dove quartieri chic e popolari si ritrovano tutti sotto lo stesso perimetro. In questo libro direi che è l’antitesi di Fonni, quasi in ogni particolare.
È la città dalle strade ampie e piene di traffico in cui Gordiani si sposta con la sua Vespa scassata. Rappresenta il “continente“ di cui è difficile fidarsi.
È la Roma degli studi legali, degli associati e dei periti. È la casa e la famiglia cui tornare quando i dubbi lo assalgono e non sa più da parte girarsi.
Colosseo ( Roma)
È gli amici che lo sostengono in ogni scelta eche lo aiutano. Roma è lavoro intellettuale come Fonni è fatica fisica esudore.
Roma è amata e quella che fa canticchiare al protagonista
“Roma che la più bella sei der monno… tu me parli d’amore, io t’arisponno.”
Eppure le differenze si assottigliano perché ogni abitante ama profondamente la sua terra e l’animo umano, in fondo, non conosceterritorio.
Ognuno ha le sue pene e i dubbi.
Chi può dirsi completamente innocente?
Forse solo Dio lo è.
O forse sembra che proprio Dio sia il meno innocente tra tutti.
Michele Navarra
Avvocato penalista dal 1992, nel corso della sua ormai decennale carriera ha avuto modo di seguire in prima persona alcune delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana, dalla strage di Ustica ai fatti della banda della Uno bianca. Proprio grazie alla sua esperienza sul campo, ha elaborato una convinzione che è quasi una dichiarazione di poetica: «Il processo penale italiano è assolutamente avvincente e anche spettacolare, basta essere capaci di rappresentare, con il giusto grado di tensione narrativa, ciò che avviene nelle aule giudiziarie». Ha inventato la figura dell’avvocato Alessandro Gordiani: romano, ultraquarantenne, con un taglio di capelli militare e una Vespa scassata, è un personaggio che si divide tra le pesanti responsabilità della professione e l’indole ironica e scherzosa. Gli obblighi di avvocato lo mettono spesso di fronte a riflessioni profonde sui concetti di legge e giustizia che non sempre, a suo parere, coincidono. Il dover difendere persone colpevoli gli causa talvolta penosi rimorsi di coscienza. Non è un solitario: il suo studio pullula di avvocati che insieme costituiscono una squadra. Ha una moglie e due figlie ed è decisamente bravo.
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