Sotto la cenere




Recensione di Chiara Alaia


Autore: Camilla Grebe

Traduttore: Gabriella Diverio

Editore: Einaudi

Genere: Thriller

Pagine: 504

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Samuel Stenberg ha diciotto anni, vive con la madre, non ha un lavoro fisso e per una combinazione di ingenuità e pigrizia rimane coinvolto in un affare di droga andato storto. Con la polizia e i criminali sulle sue tracce, trova rifugio in una cittadina nell’arcipelago di Stoccolma, dove inizia a lavorare come assistente del figlio disabile di una famiglia benestante. Il padre non c’è mai e la madre, Rakel, sembra averlo preso in simpatia, finché Samuel non comincia a notare atteggiamenti inquietanti. Nel frattempo, dalle acque dell’isolotto emerge un cadavere, e a occuparsi del caso vengono chiamati Manfred Olsson e la sua collega Malin. Ma quando la corrente fa affiorare un altro corpo, l’indagine si fa ancora più torbida e Manfred non ha altra scelta che rivolgersi alla criminologa Hanne Lagerlind-Schön.

Recensione

Di recente vincitrice del “Glass Key award”, premio dedicato agli autori nordici di romanzi crime, Camilla Grebe ci regala un thriller insolito e coinvolgente, per il modo in cui la tensione è inestricabilmente connessa ai sentimenti, all’umanità dei suoi personaggi. Anzi, spesso ne è alimentata.

Tre sono le voci attraverso cui la vicenda di “Sotto la cenere” viene narrata.
La prima è quella di Manfred Olsson, il detective incaricato di indagare sul ritrovamento di due ragazzi morti nelle acque di Stoccolma, insieme alla collega Malin. Manfred è un uomo stanco, ancora scosso dal terribile incidente che ha ridotto sua figlia in fin di vita, ma, proprio per questo, in grado di affiancare all’intuito un’estrema empatia.

C’è poi il punto di vista di Samuel Stenberg, un adolescente indolente e immaturo, con la predisposizione a cacciarsi nei guai, l’attitudine a cercare sempre la strada più semplice e il desiderio di crescere, di dimostrare prima di tutto a se stesso di essere un adulto, tanto più se questo significa ribellarsi alla madre, Pernilla.

Chiude la rosa dei narratori Pernilla stessa, madre single, donna schiva e remissiva, soffocata dal senso di inadeguatezza nei confronti del padre, ex pastore, da un lato, e dalla tendenza a mettere di continuo in discussione il suo essere genitore, la sua capacità di educare Samuel, dall’altro.

A queste tre voci aggiungerei pure le parole del profeta Giona, che aprono le diverse parti del romanzo, fornendo una simbolica chiave di lettura agli eventi narrati: la voce di Dio è presente nei tanti riferimenti biblici, che come un leitmotiv si susseguono nei pensieri di alcuni dei personaggi chiave.

Del resto sono proprio i pensieri, questi e altri, a stabilire una connessione tra i protagonisti del romanzo e il lettore, tanto che l’azione passa a volte in secondo piano. Più importante della violenza, del delitto in sé, è il bisogno di indagare le origini del male e di mantenere viva la pietas per le vittime.

Più di tutto, di questo romanzo mi ha commosso l’amore dei genitori per i figli, l’amore come appiglio in un mondo senza valori, dove le strutture sociali sono frammentate e la tecnologia alimenta in modo malato la nostra naturale ricerca di risposta sociale e di accettazione, spostandola dalla vita reale alla rete.

Eppure, sappiamo che non tutto è come appare. L’amore stesso non sempre ha un’accezione positiva e può deviare verso il narcisismo, così come i traumi dell’esistenza possono sfociare nella psicosi.

L’abilità della Grebe come autrice sta proprio in questo, nel far evolvere la storia verso sviluppi originali e inaspettati, a volte inquietanti.

Il messaggio che possiamo trarne?

La vita è un percorso in salita, che non offre scorciatoie. Sta a noi trovare un compromesso tra razionalità e sentimenti, per affrontare il viaggio con determinazione.

Camilla Grebe


Camilla Grebe è nata nel 1968 a Älvsjö, nei pressi di Stoccolma. Ha raggiunto il successo internazionale grazie a La sconosciuta, Einaudi Stile Libero (2017). Sempre per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Animali nel buio (2018) e Sotto la cenere (2021).

 

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