SARA STRÖMBERG

Sinossi. L’esordio crime che ha conquistato la Svezia: il primo volume di una serie con una protagonista ineguagliabile. Vera Bergström è un’ex giornalista cinquantenne in piena crisi di mezza età. Dopo trent’anni di lavoro al «Jämtlandsposten» e una lunga convivenza con il compagno Levan, si ritrova di punto in bianco senza più certezze, licenziata dal giornale in seguito alla crisi della carta stampata e lasciata dal partner per una ragazza più giovane. Costretta a reinventarsi una vita, torna nella sua regione natia nel Nordovest della Svezia cercando faticosamente di riconquistare un equilibrio. Il ritrovamento del cadavere di una donna brutalmente assassinata in una radura nelle foreste circostanti la riporta sul terreno che predilige: quello del giornalismo d’inchiesta. Contattata dal suo ex caporedattore, viene incaricata di seguire il caso per conto della sua vecchia testata. Ben presto Vera si accorge che le dinamiche del delitto non sono chiare come vorrebbe la polizia. Intraprende così un’indagine parallela alla ricerca della vera identità della vittima e del possibile movente dell’assassino: scoprirà quanto sconfinati e oscuri possono diventare i luoghi che pensiamo di conoscere da sempre. Con una scrittura fluida e coinvolgente, Sara Strömberg riesce a creare un perfetto equilibrio tra realismo, crudezza, lirismo e ironia. Sottobosco è un grande affresco della Svezia contemporanea nel solco della migliore tradizione del noir scandinavo, e Vera Bergström, sfolgorante eroina hard-boiled, è una protagonista indimenticabile che, con il suo cinismo e il suo disincanto, riempie tutta la scena.
Traduttore: Renato Zatti
Editore: Fazi Darkside
Collana: Darkside
Genere: thriller nordico
Pagine: 402
Anno edizione: 2025
Recensione
di
Marco Lambertini
Sottobosco di Sara Strömberg è un noir che scava sotto la superficie del mistero per toccare le radici della solitudine, del tempo che passa e dell’identità che si sfalda.
La protagonista, Vera Bergström, è una giornalista di mezza età che ha perso un po’ tutto: il lavoro, l’amore, la direzione. Quando viene richiamata a indagare sull’omicidio di una donna, Maria, trovata morta in una radura, l’adrenalina comincia di nuovo a scorrere.
“Amavo il mio lavoro proprio per questo, la tensione di entrare nella vita di una persona sconosciuta e cominciare a indagare era ineguagliabile. Mi sentivo come un’esploratrice.”
All’inizio, quell’adrenalina la fa sentire viva, come se ogni dettaglio la riportasse alla giornalista di un tempo. Ma col passare dei giorni, il suo sguardo cambia. L’indagine di Vera diventa sempre più introspettiva: più scava nella vita della vittima, più si scopre a rispecchiarsi in lei.
“Ero qui perché mi identificavo in Maria? A volte avevo l’impressione che entrambe ci trovassimo tra i rifiuti su una spiaggia abbandonata, trascinate alla deriva dalla vita.”
Per Vera l’inchiesta smette di essere solo un lavoro e diventa un confronto interiore, non cerca più solo un colpevole, ma un senso, nelle scelte, nelle perdite, nel silenzio che la circonda.
Ma il vero protagonista silenzioso del romanzo è il territorio del Nord-Ovest della Svezia. Strömberg lo descrive con un’intensità tale da renderlo vivo, pulsante, quasi respingente. I boschi fitti, i laghi immobili, i villaggi dispersi tra le montagne: tutto sembra parlare, osservare, avvolgere i personaggi come una seconda pelle.
“Se c’erano luoghi nella regione dove ci si poteva perdere, erano questi. Luoghi nascosti, indefiniti, dove le vie d’accesso sparivano lungo la strada insieme alla luce del giorno.”
L’autrice riesce a far percepire la forza aspra della natura, capace di proteggere ma anche di isolare.
In molti romanzi nordici l’inverno è il simbolo del gelo e della morte; qui, invece, è l’autunno a diventare la stagione più ostile. I boschi si accendono di colori intensi, ma sono colori che sanno di fine, di decadenza. L’aria si fa più umida, le giornate più brevi, i sentieri più fangosi: è come se la terra stessa respirasse malinconia.
Uno degli aspetti più riusciti del romanzo è il modo in cui l’autrice alterna i capitoli: accanto alla voce di Vera, emergono i frammenti della vita di Maria da ragazza — una storia di solitudine, di marginalità, di un’amicizia tradita che sfocerà in tragedia.
Questi capitoli sono delicati e strazianti: mostrano una giovane donna in cerca di appartenenza, inghiottita da un mondo che non le offre appigli. La sua storia scorre parallela a quella di Vera, fino a toccarla e confondersi con essa, come due correnti che finiscono per confluire nello stesso lago di dolore.
“una ragazza abbandonata, un’amicizia che finiva in tragedia e una vita che non era mai stata vissuta. Ma il tassello più importante mancava ancora: l’assassino di Maria.”
Strömberg dedica ampio spazio anche alla riflessione sociale: il Nord svedese non è solo un paesaggio naturale, ma un mondo che sta cambiando.
La vicinanza con la Norvegia, arricchita dal petrolio, ha messo in risalto le disparità economiche e sociali. Quello che un tempo era un territorio vivo e incantato ora appare impoverito, dimenticato, come se la modernità avesse prosciugato la sua anima insieme ai suoi abitanti.
Tutto questo fa da cornice a una storia che è insieme un’indagine e una discesa nell’anima. Strömberg scrive con uno stile sobrio e preciso, ma capace di evocare. Il paesaggio, i silenzi, il vento e il bosco diventano specchi dell’interiorità di Vera, fino a confondersi con lei.
Alla fine, Sottobosco non è solo un noir. È un romanzo che restituisce nuova linfa alla narrativa gialla nordica, spesso accusata di ripetersi nei suoi cliché di gelo e disperazione.
Qui, invece, tutto torna vivo: i personaggi sono credibili, imperfetti, umani; i paesaggi non fanno solo da sfondo, ma plasmano chi li abita.
Strömberg ci mostra un Nord che, proprio per la sua bellezza estrema, genera diffidenza e chiusura — un mondo dove la sopravvivenza emotiva è una forma di resistenza.
Vera alla fine troverà tutte le risposte, ma anche una verità ancora più intima: quella di chi impara a convivere con la propria deriva e a riconoscere se stessa.
Un romanzo cupo e poetico, che lascia addosso il profumo di muschio e silenzio, e la sensazione di aver attraversato, insieme a Vera, non solo il sottobosco del Nord, ma anche quello più segreto dell’anima.
Acquista su Amazon.it:
Sara Strömberg
[1975] è cresciuta in Västerbotten e nello Jämtland. Lavora come scrittrice e giornalista freelance a Östersund, dove vive anche con la sua famiglia. Sara ha esordito come scrittrice nel 2021 con il romanzo giallo “Sly” (Sottobosco), incentrato sulla giornalista jämtlandese Vera Bergström. I libri sono stati elogiati sia dai lettori sia dalla critica. Per Sottobosco ha vinto il premio della Svenska Deckarakademin come Miglior esordiente del giallo dell’anno. In Svezia sono già stati pubblicati altri 2 romanzi con Vera Bergström protagonista.