FABIO FERRARI
Editore: 8tto Edizioni
Genere: Narrativa gialla
Pagine: 336
Anno edizione: 2025

Sinossi. Dopo la morte della moglie, Remo è in fuga dalla sua vita e da se stesso. Il suo peregrinare lo conduce a Lorino, in Emilia Romagna, un paese apparentemente placido adagiato tra le pieghe di un territorio in cui il tempo sembra essersi fermato, stagnante come le paludi che fino a poco tempo prima ne ricoprivano il terreno e nascondevano tesori. Ma Lorino non è un posto come gli altri. I suoi abitanti, sospettosi e ostili verso gli estranei, sembrano tutti alla ricerca di qualcosa e vivono circondati da storie che si sussurrano appena: nutrie che scavano gallerie sotterranee, luci verdi che danzano nei campi di notte, e un ordine ferreo che vieta di scavare la terra. I bambini parlano di una città nascosta sotto i piedi e del misterioso “popolo del Sottosopra”. Quando una coppia di coniugi scompare e i loro corpi vengono ritrovati in circostanze inquietanti, Remo si ritrova invischiato in un intrico di segreti, rancori e leggende che affondano le radici nel passato oscuro di Lorino. Un romanzo magnetico e inquietante, dove l’eco del passato si mescola ai misteri del presente, trascinando il lettore in una spirale di tensione e meraviglia.

Recensione
di
Marina Toniolo
Cos’è Lorino, piccolo borgo in Romagna, un luogo dove poter dimenticare o ricordare passeggiando sulla collina della Memoria?
Questo e molto altro come scopre Remo al termine dell’anno sabbatico intrapreso dopo la morte della moglie Claudia, viaggio che lo porta a piedi, come antico pellegrino e con solo una piccola valigia al seguito, nelle campagne attorno al centro abitato.
Una terra pronta a far maturare il grano sotto un cielo implacabile, il Dio Pianura incattivisce chi ci abita. L’unico rumore di sottofondo è l’impianto idrovoro che toglie l’acqua in eccesso.
Remo deve riuscire a dimenticare e, se non proprio quello, accettare che la vita prosegue. Non che gli abitanti di Lorino gli diano man forte: i foresti sono visti con sospetto, come se dovessero rubar loro qualcosa che appartiene alla popolazione da generazioni.
Ma più i segnali inviati sono inequivocabili, più l’uomo si interstadisce e, in modo egoistico, usa le persone per superare il lutto. Ma è un dare e un avere; anche Lorino si appropria di Remo per avere un futuro dimenticando la leggenda dell’oro fascista sepolto nei campi.
‘‘Questa è come la terra dei mangiatori di loto. Pensi sempre che te ne andrai, ma passano gli anni e non te ne accorgi. C’è qualcosa in questo paesaggio che stordisce, siamo come moscerini sotto il sole, giriamo tutti in tondo. È tutto così ordinato, si ripete identico: i filari, la colture, le stagioni, gli anni. Col tempo sembra che sia fatto così il mondo. Che sia fatto così Dio’.
‘Sottoterra‘ è un romanzo che mi ha ricordato le atmosfere oniriche e inquietanti de ‘La casa dalle finestre che ridono’, di Pupi Avati. La campagna, per eccellenza il simbolo della crescita, morte e rinascita, può essere sia un posto bucolico sia misterioso.
A Lorino strane figure incappucciate con una luce verde che si accende tra i filari di grano durante la notte strappano a Remo le più disparate congetture.
Ben presto capisce che, come tutti i luoghi isolati, i rancori e le passioni rimangono se non gli stessi, amplificati. Solo i bambini, anime giovani e non ancora corrotte da storie antiche, parlano liberamente con il giovane uomo.
Tutto il mondo è paese soprattutto i luoghi piccoli come Lorino, già divisa negli anni della Seconda Guerra Mondiale da fascisti e partigiani. Una vicenda lunga decenni in cui, a cadenza regolare, si scatenano eventi disastrosi e i cui risvolti richiamano molto anche King.
Fabio Ferrari sa scrivere e lo fa con uno stile assolutamente particolare affrontando temi e storie inusuali eppure universali. È un viaggio all’insegna della speranza e del rinnovamento in cui tutti i personaggi evolvono verso un nuovo inizio, mentre l’immensa campagna si chiude in se stessa in previsione dell’imminente autunno.
‘Le persone a Lorino erano consumate da una palude mai davvero sconfitta, una terra ancora cattiva e selvaggia, come diceva Teresa. La palude, ogni tanto, esigeva il suo tributo di vite, ne strappava qualcuna e i superstiti, inermi, perdevano un po’ di umanità e di benevolenza, si aggrappavano al passato, coltivavano speranze vane e rancori.’
Un romanzo che vale assolutamente la pena di scoprire: il rischio è di rimanere dentro Lorino con uomini e donne che popolano ogni piccolo borgo di provincia. È un tripudio di generi lettarari difficilmente classificabile: squisito.
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Fabio Ferrari
C’è la Romagna a fare da sfondo a “Sottoterra”, romanzo d’esordio di Fabio Ferrari, scrittore 42enne nato a Milano, cresciuto in Brianza, ma residente dal oltre dieci anni a Russi. Laureato in Ingegneria con un Dottorato di Ricerca, è stato un allievo dei corsi di Fiction e di Letteratura a Bottega Finzioni a Bologna. Ha vinto la X edizione del Premio Inedito con il racconto “Lezioni di lingua” e la menzione speciale nella 19esime edizione con il racconto “Torta di mele”. Con un testo lungo è arrivato tra i dieci finalisti nella sezione inediti del Premio Zeno 2020; lo stesso anno ha ottenuto la pubblicazione del racconto Origine nell’antologia Racconti di Milleparole, in quanto finalista del concorso indetto da Raffaelli Editore.
A cura di Marina Toniolo
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