A tu per tu con Fiorenza Pistocchi
Vassi in Sanleo e discendesi in Noli
Dante, Purgatorio, Canto IV
L’incanto del borgo marinaro di Noli, in provincia di Savona, è ben noto ai suoi abitanti, ai turisti, che ne fanno meta del cuore ogni anno, e anche alla scrittrice Fiorenza Pistocchi, che ha scelto di ambientare la serie di gialli, con protagonista il Vigile Vincenzo Russo, proprio tra i suoi vicoli di ciottolato profumati di salsedine, le sue torri medievali e la baia cristallina.
Alla vigilia dell’uscita del quinto romanzo della serie, La madre nell’ombra, di questo e molto altro, ne parliamo con l’Autrice.
È vero, i libri e la lettura sono stati, da sempre, una parte importante della mia vita, sia come momento di crescita e di svago intimo e personale, sia come strumento nel mio lavoro di insegnante. La lettura è perciò una passione che continua a esercitare il suo fascino, ma a un certo punto non mi è più bastato seguire i percorsi tracciati da altri, incanalando l’immaginazione secondo quanto deciso da un autore o un’autrice; ho infatti iniziato a desiderare di decidere io come indirizzare una vicenda, come costruire una storia e un ambiente in cui collocarla. Il passo successivo è stato “provarci”, cioè mettere a frutto il desiderio di raccontare delle storie ideate da me, cercando di costruire un mio stile personale di scrittura e nello stesso tempo tentando di comunicare dei contenuti sui quali portare i miei lettori. Dal momento in cui ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, la voglia di scrivere e di raccontare non mi ha più abbandonata e vivo le pause tra un progetto creativo e l’altro come una parentesi inquieta, nella quale molte idee si accavallano e si sovrappongono, finché una prende il sopravvento e finalmente trovo la concentrazione giusta per portare avanti quella storia, quel progetto, quel personaggio. La scrittura è una disciplina dinamica, che si arricchisce e cambia a mano a mano che la si esercita… come la pittura e la musica, la vedo come un’arte che si modifica, grazie al confronto con altri autori ma anche grazie ai lettori, che danno un contributo prezioso con le loro osservazioni e critiche.
La tua serie forte è una serie gialla (quattro romanzi già editi Il destino disegna paesaggi di mare, Appuntamento a San Paragorio, Il tesoro del Transylvania, Le perle portano lacrime e il quinto, La madre nell’ombra, in uscita) che ha per protagonista il vigile Vincenzo Russo ed è ambientata nello splendido e caratteristico borgo marinaro di Noli, in provincia di Savona. Tu hai origini savonesi, ma da anni ormai vivi a Pioltello in provincia di Milano. Perché hai scelto di ambientare i tuoi gialli proprio a Noli? Cosa ti lega e cosa ti ha fatto innamorare di questo luogo? Dai tuoi scritti arriva infatti al cuore del lettore, attraverso descrizioni precise e vivide e la conoscenza delle tradizioni che fai rivivere nelle storie, il tuo trasporto verso l’ambientazione da te scelta.
Hai detto bene Sabrina, Noli è splendida e all’inizio volevo proprio scrivere di questo borgo nel quale si respira un’atmosfera particolare, un impasto di mistero e di storia passata. Non puoi fare a meno di immaginare, percorrendo i suoi vicoli, che sia stata teatro di vicende drammatiche e forse inquietanti, che sembrano smentire la sua immagine di ridente località marinara. Ne ho voluto parlare, inserendo in questo sfondo colorito i miei personaggi. Per conoscere tradizioni e storie passate di Noli ho parlato con i Nolesi e ho letto dei testi che raccontano la storia del borgo, trovando degli spunti davvero interessanti, che hanno confermato le mie intuizioni.
Vincenzo Russo, il protagonista delle tue pagine, è un personaggio che attrae fin da subito. Un mix di luce ed ombra che coinvolge e affascina e che, nel corso dei romanzi che lo vedono attore principale, si svela progressivamente. Assistiamo, parallelamente alla risoluzione di delitti ed intrighi, anche ad una vera e propria crescita del personaggio Vincenzo, che davvero pare sempre più uscire dalle pagine e agire di personalità propria. Trovi sbagliata questa sensazione? Com’è il tuo rapporto oggi con Vincenzo e come è cambiato dai suoi primi passi?
Vincenzo, come tutti i personaggi dei romanzi, ha assunto una personalità definita: nel primo della serie i contorni del suo carattere erano ancora sfumati, ma nelle opere successive ha compiuto delle scelte, ha orientato la propria vita in modo preciso, insomma, come un uomo reale, è cresciuto ed è maturato. Siamo arrivati a un paradosso: ormai non sono più io a decidere che cosa deve fare, ma è lui che mi guida nel costruire le sue storie, nelle quali non posso fargli compiere azioni che smentirebbero la sua personalità e il suo carattere, così come sono emersi dai romanzi. Anche per altri autori è così, credo che sia una conseguenza della serialità. In un romanzo singolo lo scrittore è più libero nel tratteggiare i propri personaggi.
A Settembre 2018 è uscito sempre per i tipi di Neos Edizioni un tuo romanzo non giallo, Il cuore tenace della lavanda, un romanzo storico ma più ancora uno spaccato sociale delicato e potente al contempo, che sta ottenendo un successo di critica e di gradimento davvero importante, regalandoti molte meritate soddisfazioni. Si avverte netta la cura e la passione con cui tu lo hai scritto e come tu sia autrice versatile e a tuo agio anche fuori dal genere. Qual è stata la genesi di questo romanzo? Che difficoltà hai incontrato, se ne hai incontrate, nello scriverlo? Ti aspettavi questo successo?
Grazie Sabrina. Non mi aspettavo l’attenzione e il successo di questa opera, in fondo molto lontana dalle tematiche e dallo stile del giallo. Come dicevo prima, nel raccontare le vicende della protagonista, una giovanissima raccoglitrice di lavanda del secolo scorso, mi sono sentita più libera e anche la scrittura è differente, perché non condizionata dall’urgenza di raccontare come risolvere la storia, che non contiene misteri, ma racconta lo svolgersi di una vita per un periodo breve: dal 1914 al 1920. Il romanzo è nato dal desiderio di narrare, perché non si perdano del tutto, le storie di vita delle donne del popolo di cento anni fa, così come le raccontava mia nonna. Le maggiori difficoltà, quando si avvicina il genere storico, derivano dalla necessità assoluta di essere ben documentati sul periodo che si racconta, perciò si devono leggere i romanzi di quel periodo, ristudiare gli eventi storici, cercare notizie sui luoghi e su com’erano, visionare fotografie d’epoca… Insomma, bisogna calarsi in atmosfere non conosciute direttamente, per ricrearle con l’immaginazione. Un lavoro di ricerca che mi ha stimolata molto, tant’è che tornerò al genere storico con uno dei miei prossimi romanzi.
La madre nell’ombra è già differente dai precedenti della serie dedicata a Vincenzo. I miei lettori avevano già notato dei cambiamenti in Le perle portano lacrime, ma in quest’ultimo i mutamenti si sono accentuati e spero che siano graditi. Come dicevo prima, tornerò al genere storico con il prossimo romanzo, ambientato proprio nella città in cui vivo in un periodo problematico per tutti gli italiani: dal 1943 al 1945. E poi sto lavorando a un nuovo personaggio, stavolta una donna, per un giallo noir ambientato a Milano ai giorni nostri. Come vedi non smentisco la mia “irrequietezza letteraria”…
A cura di Sabrina De Bastiani