CUORE APOLIDE
Autore: Roberto Pegorini
Editore: iDobloni del Covo della Ladra
Genere: Noir
Pagine: 336
Anno edizione: 2025

Sinossi. Fabio è un giornalista di cronaca nera, Stefano un poliziotto di un commissariato milanese. Il primo è schivo, malinconico e innamorato della sua professione, il secondo è allegro e vivace. Ad unirli un’amicizia vera nata sul posto di lavoro. Quando però decidono di aiutare Katia, una giovane maestra di asilo convinta che un bambino sia vittima di maltrattamenti da parte del padre, una persona potente e pericolosa, il loro rapporto vacillerà. Durante le indagini entrambi subiranno il fascino di Katia, ma mentre Stefano è single, Fabio è in piena crisi sentimentale con la sua fidanzata Marika. A questo si aggiungerà un misterioso stalker che tormenta le notti del giornalista. E come sfondo troviamo una Milano molto nostalgica.
SPECIALE
Venerdì 7 marzo ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione del progetto di rilancio dei primi tre romanzi di Roberto Pegorini, i quali formano la trilogia noir avente come protagonista il giornalista Fabio Salvi. “Cuore apolide”, il primo romanzo della serie, segna l’esordio narrativo di uno scrittore di gran talento, noirista, milanese contemporaneo il quale, grazie a iDobloni, torna in libreria e on line dal 12 marzo con i suoi due indiscussi protagonisti, Fabio e Stefano.
A colloquiare con l’autore Mariana Marenghi.
E ora, miei cari lettori, che la Pego Night abbia inizio dalla Trilogia Noir alla nuova pubblicazione per Todaro, fino ai progetti futuri, con domande, inediti, piccoli spoiler…
“Cuore apolide” nasce nel 2014 ed è il tuo esordio letterario come noirista, poiché hai scritto già nel 2002 un libro dal titolo “Vita a spicchi”, attinente ad un altro genere.
Cosa ti ha portato a scrivere noir?
Come è nata l’idea di “Cuore apolide”, nello specifico?
“Il primo era un romanzo di narrativa ambientato nel mondo della pallacanestro, un settore che conoscevo molto bene poiché in quel periodo ero addetto stampa della Geas Basket di Sesto San Giovanni. Ne è nato un romanzo sicuramente acerbo, data anche la giovane età (26 anni) ma di cui non rinnego la storia, a mio parere bella. Indubbiamente un’esperienza, che poi ho lasciato per tornare a fare esclusivamente il mio lavoro: il giornalista.
In seguito, nel 2012, per alcuni motivi personali e cambiamenti intercorsi nella mia vita, è ritornato preponderante il desiderio di scrivere qualcosa che non fosse giornalismo e, complice il fatto che in quel periodo stessi leggendo tantissima narrativa noiresca, che mi occupassi ormai di cronaca nera da parecchi anni e mi fosse familiare tutto ciò che concerne indagini e dinamiche poliziesche, mi sono chiesto che cosa mi impedisse davvero di scrivere un romanzo inerente tematiche a me note, dandomi anche la possibilità di rimanere nella mia comfort zone. Niente, per l’appunto.
Così è nato “Cuore apolide” che considero il mio romanzo d’esordio in quanto spartiacque poiché appartenente ad un altro genere, il noir. Una certa insicurezza mi ha portato a scegliere di raccontare un’indagine dove si sapesse già chi fosse l’incastrato, invece che scoprirlo tramite il susseguirsi delle indagini.
Sono anche molto legato a questo romanzo per la prefazione che mi scrisse Cesare Cadeo, come dimostrazione di stima e buon auspicio.”
I primi di maggio sarà in distribuzione con iDobloni il secondo capitolo dal titolo “La doppia tela del ragno” e a seguire, a giugno, il terzo capitolo dal titolo “Nel fondo più profondo”. La trilogia noir completa che ha come protagonista Fabio Salvi.
Come nasce questo personaggio?
“Sicuramente non è l’alter ego di Roberto Pegorini, ci tengo a precisare, pur facendo lo stesso mestiere. In questo caso mi serviva entrare in gran confidenza con il personaggio e il suo lavoro. Ho avuto la fortuna di iniziare a fare il giornalista di cronaca nera quando ancora la presenza di internet non era così preponderante, vale a dire che le notizie si cercavano in strada, in commissariato, entrando nelle grazie di poliziotti, carabinieri, spesso lavorando di notte con loro. Dal mio voler raccontare una professione nasce Fabio, senza tralasciare di omaggiare le forze dell’ordine con cui a suo tempo collaboravo”.
Conosceremo Fabio tra le pagine dei tuoi libri e lo vedremo a stretto contatto con le forze dell’ordine, dove si presterà anche come infiltrato, pronto ad estorcere informazioni a qualcuno su cui la polizia sta indagando.
Ti è mai capitato di vivere circostanze simili?
“Posso raccontarlo poiché tutto ciò che ho fatto è caduto in prescrizione…
A parte gli scherzi, non ho mai fatto l’infiltrato come capiterà a Fabio, ma in un paio di situazioni sono stato messo a stretto contatto con qualche balordo ed io a mia volta dovevo fingermi tale. Non sono state circostanze così cruenti come per Fabio in “Cuore apolide”, ma neanche piacevolissime, anche se oggi, ripensandoci, mi viene da sorridere…”
Da una parte abbiamo Fabio Salvi, dall’altra abbiamo Valerio Giusti, che vorrei introdurre grazie ad un secondo volume pubblicato nel 2024 con Todaro Editore dal titolo “Lo hijab mancante”.
Potremmo dire che la svolta importante nella tua vita a livello editoriale è stato pubblicare con la Todaro Editore, indubbiamente affermata nel genere giallo ma soprattutto per la cura e l’attenzione che dedica agli autori che pubblica, riconosciute anche dai lettori. Quindi sicuramente un grandissimo risultato.
Chi è Valerio Giusti? Come nasce questo personaggio?
“Sì, indubbiamente un gran risultato di cui sono fiero.
Per quanto concerne Valerio, è completamente l’opposto di Fabio ed è nato il primo anno in cui il Covo della Ladra ha aperto. Mi è stato chiesto se volessi far parte di un’iniziativa per omaggiare il compleanno del Covo partecipando con un racconto in un libro di 12 scrittori. Ho accettato e dal racconto intitolato “Lo scheletro nel letto” è nato un nuovo personaggio: un ispettore un po’ burbero che vive con un gatto. La sua ex è un sovraintendente di polizia con la quale fa fatica a lavorare a causa di un po’ di imbarazzo reciproco.
A seguito di numerosi complimenti che mi sono stati riportati ho pensato che, effettivamente, a Valerio si potesse dedicare un intero libro. Da qui nasce “Almeno non questa notte”, con un protagonista poliziotto, che qualcuno ha definito bello e dannato ma che, a mio avviso, è una persona che semplicemente crede in quello che fa e non si tira indietro pur sapendo che correrà il rischio di crearsi dei nemici.
“Lo hijab mancante” è, per l’appunto, il secondo capitolo.”
Ci sarebbe anche un altro personaggio che arriverà a maggio di cui vorrei anticipassi qualcosina…
“Volentieri: il suo nome è Marco Polenghi ed è il protagonista di “Non sparare”.
Marco ha 63 anni, lavora in una tipografia, sposta bancali e tende a farsi gli affari propri. Ciò non lo esonererà dall’essere tormentato da un ex tenente dei carabinieri. Non posso dire altro, tranne il fatto che in questo romanzo non ci sarà un ‘inchiesta vera e propria.
Per tutto il resto dovete aspettare il 9 maggio, giorno di uscita del libro.
Vorrei concludere ringraziando iDobloni per aver appoggiato questo progetto di rilancio della trilogia, riprendendone i diritti, rimettendola in gioco e dandole fiducia con un editing ed una veste grafica nuovi, poiché è un progetto al quale, personalmente, tengo tantissimo. Grazie”
Io, personalmente, ringrazio il Covo della Ladra con tutti i suoi meravigliosi ladruncoli, Mariana Marenghi in primis, per l’ineguagliabile ospitalità e iDobloni per la splendida copia cartacea.
Prima di concludere vorrei però svelarvi cosa piace a noi lettori dei libri di Roberto Pegorini: che tutto ciò che scrive giunge al lettore come sincero e mai artefatto, riuscendo a vestire i panni del personaggio, di ciò che accade, con un occhio alla realtà che lo circonda, facendo trapelare sensibilità ed empatia nella maggior parte di essi; il finale dà sempre una sensazione di completezza, di equità, al quale non si cambierebbe nulla; Milano assume le sembianze di un personaggio, diventando parte integrante della narrazione che, pur essendo noir, assume spesso un qualcosa di poetico; vi è sempre del sentimento, quasi sempre una relazione che viene coltivata all’interno dell’indagine, dando una certa rilevanza all’aspetto romantico, poiché quelli di Roberto sono personaggi reali, quasi tangibili, che vivono la loro quotidianità, con tutto ciò che ne consegue.
A presto
Sabrina
RECENSIONE
“Io faccio il giornalista perché è l’unico mestiere che credo di saper fare, perché voglio raccontare la verità e perché mi regala la straordinaria opportunità di venire a contatto con tanta gente”.
Fabio, giornalista di nera riservato ed introverso, impavido in ambito lavorativo, l’attendibilità della notizia è il suo principale obiettivo, che lo porta spesso, però, a mettere a rischio la sua incolumità e a non tirarsi indietro neanche davanti ad un caso pericoloso come quello che lo vedrà interfacciarsi con una persona subdola e perigliosa.
Stefano, poliziotto estroverso e caciarone, è legato a Fabio da un’amicizia che si protrae ormai da parecchi anni, basata su rispetto e stima reciproci. Il difendersi e sostenersi a vicenda davanti a chiunque provi a mettere in dubbio le qualità dell’altro è il loro modus operandi e in commissariato nessuno sembra non esserne al corrente.
Sarà Stefano a chiedere aiuto a Fabio, poiché ha deciso di indagare (al momento in maniera ufficiosa), su un caso che vede coinvolti un bambino di cinque anni, quasi sicuramente vittima di un padre violento. Non c’è ancora un pezzo da scrivere, non c’è ancora una storia, ma solamente la possibilità di aiutare un amico ed un bambino indifeso e, come Stefano ben sa, Fabio non è solito tirarsi indietro in simili circostanze.
Una maestra d’asilo dalla bellezza disarmante, un’attrazione non corrisposta e, dulcis in fundo, un corteggiamento lusinghiero ma non richiesto, sembrano motivi sufficienti, al momento, a creare scompiglio tra i due amici.
Sarà la vita sentimentale di Fabio, tuttavia, il motivo preponderante del suo malessere interiore, del suo disagio, del suo momentaneo distacco dalla realtà e dagli amici poliziotti Stefano e Laura, preoccupati per certi suoi insoliti atteggiamenti che lo rendono ancora più riservato e schivo.
La fidanzata Marika è “lontana”, poiché il suo cuore e la sua mente sembrano essere altrove, non più in sintonia con quelle dell’uomo che per lei sarebbe disposto a fare qualsiasi sacrificio, perdonare qualsiasi errore. Quell’obiettivo comune che li ha visti condividere tre anni della loro vita insieme, sembra non essere più equamente condiviso da entrambi.
I flashback nei quali si rifugia e che vive come se fossero attimi o momenti presenti, sembrano non essere più di conforto ad un uomo distrutto da una realtà che ha percepito, ma non è ancora pronto ad affrontare, incapace di scavare a fondo tra le ceneri dei sentimenti di colei che ama.
Fabio è, a mio avviso, un protagonista inusuale.
Sicuro di sé in ambito lavorativo, alla costante ricerca di verità e giustizia, sembra che niente e nessuno possa farlo dubitare delle sue scelte ed azioni, l’istinto prevale sulla ragione, incurante di poter mettere a rischio la propria incolumità. Indubbiamente ammirevole, leale, altruista, colpisce il lettore e lo conquista, facendolo soprassedere su quelle che sono le sue insicurezze in ambito sentimentale, la sua eccessiva emotività, la sua straripante bontà.
Milano fa da spettatrice alle vicende di questi splendidi personaggi, pronta ad accogliere i loro stati d’animo, a farsi carico delle loro emozioni, tradimenti, minacce, pedinamenti, sparatorie, in quella che si dimostrerà una lettura che saprà catturare il lettore anche per quella consistente parte emotiva delle persone che la caratterizzano, oltre ad una trama intrigante ed un crescendo di suspense e colpi di scena. Un noir dall’indagine non indagine che lascerò a voi scoprire…
Anche in questo libro la penna di Pegorini è scorrevole, capace, introspettiva, mai banale. Il finale, inaspettato, lascia con il fiato sospeso, in attesa di un secondo capitolo dove poter ritrovare gli ormai familiari Fabio, Stefano, Laura, l’ispettore Greco, la dottoressa Borsa…
“E davanti a questo regalo della natura gli viene da pensare che il suo è un cuore apolide: avrebbe tanto amore da donare eppure non trova pace e riparo ed è costretto a vagare nel mondo dei sentimenti altrui, senza patria, senza colpa”.
Acquista su Amazon.it:

Roberto Pegorini vive a Casazza, un piccolo paesino della bergamasca, sul lago di Endine, anche se ha vissuto a Milano per 36 anni della sua vita (classe 1969) e dove tuttora lavora. Giornalista e scrittore, con una tastiera sta bene con sé stesso. Nasce come giornalista e svolge questa professione dal 1994, soprattutto come nerista, la sua vera passione. Come scrittore, invece, ha pubblicato i romanzi “Vita a spicchi” (con prefazione di Gianmarco Pozzecco), “Cuore apolide” (prefazione di Cesare Cadeo), “La doppia tela del ragno”, “Nel fondo più profondo” (che formano una trilogia), “Almeno non questa notte”, e “Lo hijab mancante”. Ha preso inoltre parte ad alcune antologie di racconti insieme ad altri colleghi. Da giugno 2020 a giugno 2023 è anche curatore della collana Cromo, per la casa editrice Caosfera, che seleziona romanzi noir, gialli, thriller e crime. Nel 2023 ha ricevuto una menzione al Festival Giallo Garda per “Almeno non questa notte” ed è arrivato quarto all’Undicesimo premio internazionale Città di Sarzana, sempre con questo romanzo. Dall’estate 2021 collabora con la Libreria Covo della Ladra per il format YouTube “Una valigia di libri”.
A cura di Sabrina Russo
instagram.com/goooodmorningreaders