Spinascura




Federica Frezza

Martina Peloponesi


DETTAGLI:

Editore: Mondadori

Genere: Thriller

Pagine: 416

Anno edizione: 2024

Sinossi. A Spinascura, come negli altri paesini sparpagliati per l’Emilia, non cambia mai niente. Quando hanno aperto un discount la gente ne ha discusso per settimane. Non si può avere fretta a Spinascura. Qui il tempo è distorto e sembra impossibile staccarsi da quell’abbraccio che, a volte, diventa una morsa come la nebbia che stringe la Bassa. Tutti sanno tutto di tutto e di tutti. Niente potrà mai prenderti di sorpresa. Tranne il cadavere di una giovane ragazza abbondonato sull’argine del fiume. Suicidio? Cocktail di droga e alcol? Nessuno vuole credere che sia un omicidio. Nessuno tranne Alma e Dalia. Alma prima di conoscere Dalia si sentiva sola, nonostante il suo bar il Glicine sia il centro dei pettegolezzi e delle maldicenze che animano Spinascura. E anche Dalia prima di Alma si sentiva sconfitta: ha dovuto lasciare Milano per fare la tanatoesteta nell’agenzia funebre di famiglia abbandonando sogni e futuri possibili. Alma e Dalia sono due solitudini destinate a incontrarsi grazie alla morte. Perché entrambe avvertono la violenza strisciante e infida che alimenta l’apparente tranquillità di Spinascura, loro due l’hanno subita sulla loro stessa pelle, ma questa volta non accetteranno che la verità venga coperta per non turbare la placida ipocrisia del paese: devono trovare il colpevole, costi quel che costi. “Spinascura” è un giallo tagliente che ha le atmosfere del thriller e un thriller appassionante che ha i meccanismi del giallo. Una storia che si immerge in un male oscuro, sotterraneo e viscerale. Un male che ti trascina giù per non lasciarti andare via, un male di cui tutti siamo spettatori.

 Recensione di Gabriele Loddo

Quattro morti sconvolgono lo scorrere monotono del tempo a Spinascura, piccolo centro abitato immerso e circondato dalle nebbie fitte nella pianura della Bassa Emilia.

Il brigadiere Cesare Mancini, trasferitosi dalla grande città, non s’aspettava di dover affrontare un simile “bordello”. È arrivato da appena un anno, e i delitti su cui deve indagare non hanno i connotati classici dei crimini che da sempre caratterizzano la vita nella campagna. Tutto fa pensare alla mano di mafiose organizzazioni criminali, a traffici illegali o a misteriose sette sataniche.

Come lui, anche Alma, Dalia e Syd, tre giovani abitanti del paese, sono sconvolti da tanta inusuale violenza, ma cercare delle risposte tra le vie e le radici della cittadina, appare al gruppo la strada più logica da perseguire: settant’anni fa, Spinascura ha vissuto un periodo simile a quello attuale, segnato da una identica scia di morti violente. E più i tre scavano a fondo, più le origini etrusche del territorio sembrano influenzare la vita dei suoi abitanti, al punto che ritenere la stessa Spinascura come l’artefice delle morti, possa rappresentare la soluzione dell’enigma.

Ci sono luci e ombre nel romanzo delle autrici Federica Frezza e Martina Peloponesi.
La scrittura è eccellente, pulita e scorrevole.

La descrizione delle ambientazioni è minuziosa e dettagliata. La caratterizzazione dei personaggi scrupolosa e coerente dei ruoli assegnati.

Allora? Dove risiede il particolare che, a momenti, rallenta il ritmo o le azioni dei protagonisti?

Cosa spezza il coinvolgimento e l’immersione del lettore nelle tante maglie che si intrecciano lungo la trama?

Personalmente, ho ritenuto che il romanzo in molti tratti avesse “troppo”: troppe le descrizioni del centro abitato, degli arredi nelle attività commerciali, delle case degli abitanti. Troppi i personaggi, veramente tanti e talvolta ininfluenti allo svolgimento della narrazione. Troppe le digressioni introspettive dei sentimenti e delle sensazioni da loro provate.

A lungo andare, la scelta ha spesso ceduto il passo a un narrato eccessivo, a sua volta colpevole di scalzare e prendere il posto di un mostrato che quando gestito è risultato molto interessante.

Non è un giudizio negativo, sia ben chiaro, ma un lavoro per sottrazione accurato avrebbe reso il romanzo snello, agile e più fresco, senza togliere nulla al contenuto e, anzi, ne avrebbe accentuato il carattere ritmico e ansiogeno proprio del genere trattato. 

In ogni caso, è una bella prova per un’opera d’esordio, capace di donare una luce e un approccio originale a un tema di certo non innovativo.

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Federica Frezza

Martina Peloponesi


Federica Frezza è nata e vive a Bologna con troppi gatti.

Martina Peloponesi è nata a Cremona, ma non vive lì. Si sono conosciute grazie a Youtube nel 2014 e dopo appena sei anni, in piena pandemia, hanno avuto l’idea inedita di fare un podcast. Da queste umili origini è nato Bouquet of Madness, che è cresciuto diventando non solo podcast, ma uno spettacolo dal vivo che ha permesso loro di girare l’Italia con le loro storie orribili. Tutte vere.