SINOSSI. È il 1997 e qualcuno sta massacrando giovani donne nella contea di Burdon, in Arkansas. Ma nessuno nello Sporco Sud vuole ammetterlo. In una cella di prigione dell’Arkansas siede un ex detective della polizia di New York, affranto dal dolore. Sta piangendo la morte di sua moglie e sua figlia e cerca invano il loro assassino. Ossessionato dall’idea di vendicare la famiglia, la sua vita sta per prendere una piega sconvolgente. La nuova alba di una coscienza, la nascita di un cacciatore, la trasformazione di Charlie Parker.
TRAMA. L’ex investigatore della polizia di New York, Charlie Parker girovaga per gli Stati Uniti alla ricerca del killer della sua famiglia, moglie e figlia orrendamente massacrati da un serial killer. Questa sua ossessiva ricerca lo porta a Cargill in Arkansas dove qualcuno uccide giovani donne di colore a coltellate dopo di che le “adorna” infilando a forza dei rami in bocca e nelle parti intime. Qui viene reclutato dal capo della polizia locale Evander (detto Evan) Griffin il quale ha bisogno di un aiuto per risolvere il caso dell’ultima ragazza assassinata Donna Lee Kernigan e impedire che le indagini passino al vice sceriffo di Burdon, Jurel Cade, uno dei figli di Delane “Pappy” Cade, patriarca della famiglia più ricca della contea e forse dell’intero Stato. Difatti i Cade avrebbero interesse a insabbiare le indagini sugli omicidi in quanto, l’eccessivo clamore mediatico potrebbe mettere in pericolo la chiusura di contratti molto redditizi con le industrie Kovas. In effetti non c’è abitante della contea che non aspetti i dollari promessi dagli investimenti della Kovas, dal reverendo Pettle al boss locale nonché produttore di anfetamine Rundall Butcher. In questo contesto sfavorevole Charlie Parker e Evan Griffin si trovano a investigare per arrivare alla verità mettendo in serie repentaglio le proprie stesse vite.
SPORCO SUD
di John Connolly
Fanucci Editore 2023
Stefano Bortolussi ( Traduttore )
Thriller, pag.456
Recensione di Bruno Balloni
Un buon thriller made in U.S.A. nel quale troviamo tutti gli ingredienti tipici del genere, l’eroe alla ricerca della verità a prescindere da tutto e tutti, la dinasty di cattivi tra i quali il più buono potrebbe far concorrenza a Jack lo Squartatore e l’ambientazione rurale genere “Hazzard” (per gli anziani che come me si ricordano la serie TV) ma senza sorrisi e senza allegria.
I personaggi principali sono ben delineati così come l’inserimento di diversi comprimari non nuoce alla narrazione dandone invece brio.
La trama è ben costruita solo che, ad un certo punto, non si riesce più a capire quale sia quella principale e quella parallela.
Finali (delle varie trame) dal doppio sapore, in parte, per certi versi, sorprendenti, per altri eccessivamente scontati anzi, scusatemi, la più scontata è al tempo stesso la più sorprendente e vi assicuro, non mi sono rimbambito… è che se dico di più rischio di spoilerare.
Nel complesso un romanzo molto gradevole che si legge bene e che, al termine, fa dire al lettore:
“Perché è finito così?”…
non posso dire altro.
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John Connolly
(Dublino, 31 maggio 1968) è uno scrittore irlandese di thriller: i suoi libri sono stati tradotti in varie lingue. Ha lavorato come giornalista per The Irish Times e ha iniziato una fortunata carriera di scrittore narrando le indagini di un ex detective della Polizia di New York, Charlie Parker, detto Bird come il famoso sassofonista jazz, che si trasferisce come investigatore privato nello stato del Maine in cui gran parte delle avventure viene ambientata. Le storie sono collegate fra loro, è quindi consigliabile leggerle seguendo l’ordine di pubblicazione. Fuori dal ciclo di Charlie Parker ha pubblicato Nocturnes, un’antologia di racconti, una storia ambientata nel Maine in cui Charlie Parker fa solo una rapida apparizione (Bad men) e Il libro delle cose perdute (The book of lost things), una sorta di racconto psicologico in cui affronta l’universo della psiche infantile e dei traumi legati alle tragedie familiari che colpiscono il protagonista. In Italia i suoi libri sono editi da Rizzoli, Salani e Fanucci, in parte tradotti da Stefano Bortolussi.
