Stelle minori




Recensione di Annalisa Tomadini


Autore: Mattia Signorini

Editore: Feltrinelli

Genere: Romanzo

Pagine: 264

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Sono passati nove anni dal giorno che ha deviato il corso della vita di Zeno, quando è morto in un tragico incidente il suo professore, Nicola Sceriman. Ora Zeno ha trent’anni, insegna in un liceo e sta per sposarsi: è arrivato il momento di fare i conti con il passato. Perché solo lui e Agata, la sua ragazza di allora, conoscono la verità su quella morte. Ed è proprio Agata a rompere l’antico patto di silenzio fra loro, attraverso una lettera in cui gli chiede di incontrarla: “Ci sono delle cose che ancora non sai, Zeno. È sull’Altopiano di Asiago che è iniziato il nostro silenzio, e credo sia lì che dobbiamo concludere quella storia, adesso con le giuste parole. Ho bisogno di farlo, perché ho paura di quello che succederebbe alla tua vita se ritornasse a galla tutto quanto”. Nel ricostruire quella serata torna l’amore che legava Zeno e Agata e tornano le promesse di futuro che gli anni dell’università e della gioventù portavano con sé e torna il fascino sprigionato da Sceriman – autore di un solo romanzo, acclamato dalla critica e amato dai ragazzi, La natura umana, e professore anticonvenzionale, capace di stringere con gli allievi rapporti di grande vicinanza, di coinvolgerli in progetti ambiziosi, esaltanti… Ma tornano anche le verità nascoste, le ombre che di quegli anni raccontano un’altra storia. È un mirabile gioco di specchi quello in cui Mattia Signorini colloca i suoi personaggi – che si riflettono gli uni negli altri, così come si rispecchiano nei libri amatissimi, letti e riletti –, fra segreti, svelamenti, torsioni della memoria, in cui il lettore s’inabissa, attaccato saldamente alla pagina dall’inizio alla fine, impegnato in prima persona a trovare il bandolo di una possibile verità.

Recensione

Un incontro inaspettato, direttamente da un passato che ha fatto di tutto per dimenticare, colpisce Zeno in un momento di apparente serenità. Ha 30 anni, fa l’insegnante, sta per sposare la sua ragazza Sara, è tutto sommato sereno. Quel viaggio nel passato è però necessario per molti motivi, ed è comunque ineluttabile. Zeno inizia quindi a raccontare, in un lungo flashback con incursioni nel presente.

L’incontro è quello con la sua ragazza dei tempi dell’università, Agata, che è stata per Zeno il primo, grande, sconvolgente amore, lui cresciuto nelle campagne del polesine, senza padre e senza amici, un solitario da sempre. Lei, così decisa, affascinante, tormentata.

Un sentimento cresciuto di pari passo con quello di sconfinata ammirazione per il loro professore, Nicola Sceriman, un uomo estremamente carismatico, autore di un unico romanzo di grandissimo successo e insegnante molto amato, che aveva scelto loro due, assieme ad altri tre studenti, per collaborare con lui a un ambizioso progetto di rivista letteraria. Zeno sentiva di essere, vicino a lui, una stella minore, parte di una costellazione in cui l’astro più splendente, quello che si notava, era sempre e solo il professor Sceriman.

Tutto quel mondo si è interrotto bruscamente nove anni prima, con la morte di Sceriman in circostanze archiviate come incidente ma mai del tutto chiarite. Circostanze che solo loro due, Zeno e Agata, conoscono davvero. Loro, che il giorno dopo la morte si erano ritirati nella casa in montagna dei genitori di Agata, sull’Altopiano di Asiago e da cui erano partiti con la promessa reciproca di non cercarsi mai più e di non rivelare a nessuno quello che sapevano di quella morte.

È proprio lì che Agata gli chiede di incontrarsi, ancora lì dopo nove anni.

Da quell’incontro nessuno dei due emergerà uguale a come era prima, ma entrambi avranno compreso, nel profondo e in modi diversi, che i segreti, anche quelli occultati con più attenzione, trovano spesso modi inaspettati per riaffiorare e sbatterti in faccia realtà che non avevi voluto o saputo comprendere.

Un bel romanzo che tiene incollati dalla prima all’ultima pagina.

 

 

Mattia Signorini


Mattia Signorini è nato nel 1980 a Badia Polesine e ha vissuto a Rovigo fino al 2005. Ha studiato Scienze della Comunicazione all’Università di Padova, laureandosi con una tesi in Sociologia che tratta le modalità di comunicazione tra studenti e docenti nelle scuole secondarie, basandosi sulle teorie di interazione proposte da Erving Goffman. Dopo l’università ha lavorato a Padova nel marketing come copywriter e nel commerciale. Nel 2007 ha pubblicato Lontano da ogni cosa (Salani), che ha ottenuto un ottimo successo di pubblico e critica. L’anno successivo si è iscritto al corso magistrale di Filosofia all’Università di Padova, che ha lasciato a un esame dalla laurea. Nel 2009 ha pubblicato La sinfonia del tempo breve (Salani), con cui ha vinto il Premio Tropea 2010 e che è stato tradotto in Europa, Sudamerica e Israele. Si è trasferito a Milano, dove ha vissuto per quattro anni e ha scritto per le riviste GQ e Vogue e dove ha lavorato come editor e talent scout di narrativa italiana. Nel 2013 ha pubblicato Ora (Marsilio), finalista al Premio Stresa. All’inizio dello stesso anno è ritornato a vivere a Rovigo, dove ha fondato la scuola di scrittura creativa Palomar. Nel 2014 ha dato vita al Festival Rovigoracconta, che si svolge a maggio e vede protagonisti scrittori, cantanti, giornalisti e attori di cinema e teatro. Nel 2015 ha pubblicato Le fragili attese (Marsilio).

 

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