Stivali di velluto




Giuseppina Torregrossa


DETTAGLI:

Editore: Rizzoli

Genere: Thriller

Pagine: 160

Anno edizione: 2024

Sinossi. Palermo, 1977. Il direttore di una sede periferica delle Poste viene trovato morto, in una pozza di sangue, nel suo ufficio. Dell’arma del delitto non c’è traccia, ma dalla cassaforte mancano dieci milioni di lire, così le indagini vengono archiviate: una rapina finita in omicidio, un faldone tra i tanti stipati negli scaffali della Mobile. Fino a quando quel caso, per uno strano scherzo del destino, finisce sulla scrivania di Giulia Vella, una giovane ispettrice e profiler che deve individuare il colpevole, a quasi cinquant’anni di distanza. Arriva da Milano e porta con sé segreti che non ha mai affrontato e con cui sarà costretta a fare i conti, in una Palermo quasi irreale, in cui il passato dà forma al presente. Saranno proprio le indagini a far incontrare a Giulia la parte più profonda di sé, mettendola di fronte a un’umanità calda e refrattaria a ogni etichetta. Così, poco per volta, l’ispettrice conosce la Sicilia, con il suo fascino e le sue contraddizioni, e i siciliani, tanto diversi da lei quanto capaci – come la collega Cuor contento – di leggerle dentro, facendola sentire accolta anche lontano da casa. Palermo vibra tra le pagine di questa storia, e da scenario si fa protagonista, svelandosi come una città languida e irresistibile, con lo sguardo rivolto al futuro ma le radici ben piantate nel terreno di antiche tradizioni. Un luogo dove solo l’amore può guarire tutte le ferite e dirci chi siamo davvero.

 Recensione di Patrizia Argenziano

Questo romanzo è la Sicilia in tutte le sue forme, se già la ami lo amerai e amerai questa terra ancor di più, se non la ami lo amerai ed imparerai ad amare questo mondo.

La Milanesa”, quel modo di chiamare la nuova ispettrice mi ha sbloccato un ricordo, un ricordo che mi ha fatto rivivere tutta la Sicilia, nel bene e nel male. Un ricordo che si è sovrapposto alle pagine in maniera così nitida da fare quasi male, un vissuto già vissuto anche se per aspetti diversi.

Impazzano i profumi, i colori, i suoni, le tradizioni di un’isola che niente hanno a che vedere con Milano e la pianura padana ma soprattutto con voci di corridoio e preconcetti, io l’ho capito e pian piano lo sta capendo anche Giulia.

Giulia che vive con una corazza e un elmetto di protezione nei confronti del “tutto” perché il “tutto” l’ha delusa. Giulia che cerca rifugio lontano da casa, che viene messa nelle condizioni di fallire ma che viene presa in carico dalla parte più bella della Sicilia. 

Sì perché la Sicilia non è solo mafia, ricatto e violenza ma è di più, molto di più. Basta guardarla, assaporarla e gustarla con occhi diversi. Basta lasciarsi andare.

In queste righe in cui passato e presente si confrontano in continuazione, si prendono e si lasciano ballando una danza dal ritmo accattivante, esplode l’amore. L’amore in tutte le sue forme, per sé stessi, per gli altri, per la propria terra. L’amore che dona e toglie, che agisce indisturbato, sorprende, lenisce, ferisce e fiorisce. Mai stuzzichevole o sdolcinato.

Tutti i personaggi presenti in queste pagine, Giulia, Paola, Massaro, Panseca, il barista e tanti altri, di cui volutamente non faccio nome, ci lasciano un pezzetto di anima pulita da ricordare, condividere,  portare con noi.

Questo giallo che, con estrema delicatezza, affronta temi delicati e importanti, è sicuramente una dichiarazione d’amore alla Sicilia.

E noi aspettiamo il secondo volume con ansia.

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Giuseppina Torregrossa


Madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, “L’assaggiatrice” e con il monologo teatrale “Adele” ha vinto nel 2008 il premio opera prima “Donne e teatro” di Roma. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo “Il conto delle mine” (Mondadori 2009), tradotto in dieci lingue, “Manna e miele, Ferro e fuoco” (Mondadori 2011), “Panza e prisenza” (Mondadori 2013), “La miscela segreta di casa Olivares” (Mondadori 2014), “ll figlio maschio” (Rizzoli 2015), “Cortile nostalgia” (Rizzoli 2017), “Il basilico di Palazzo Galletti” (Mondadori 2018), “Il sanguinaccio dell’immacolata” (Mondadori 2019), “Al contrario” (Feltrinelli 2021) e “Morte accidentale di un amministratore di condominio” (Marsilio, 2021). Nel 2015 è stata insignita del Premio Baccante. 

A cura di Patrizia Argenziano

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