Storia della nostra scomparsa




LEE JING JING


Traduttore: Stefano Tummolini

Editore: Fazi

Genere: Storico/drammatico

Pagine: 399

Anno edizione: 2020


Sinossi. Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l’unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all’abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l’identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l’abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza? Sessant’anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell’ormai anziana Wang Di s’incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l’unico testimone di quell’estremo, disperato grido d’aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L’incontro fra la donna e il ragazzino è l’incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce. Jing-Jing Lee attinge alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni negata l’esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata confinata all’oblio.

 Recensione di Valentina Cavo


Ci troviamo a Singapore invasa dalle truppe giapponesi nel 1942 dopo la sconfitta inflitta alle forze armate inglesi.

Ma Lee Jing Jing non ci parla della guerra raccontando battaglie militari o conflitti aerei, ne parla raccontando la storia di una giovane donna Wang Di che viene prelevata da casa sua, sotto gli occhi dei suoi famigliari impotenti e portata lontano, in un posto che lei non conosce e dal quale ne uscirà segnata per sempre.

La giovane, infatti, sarà destinata a diventare una “donna di conforto”. Durante quegli anni molte donne furono rapite e costrette alla prostituzione per consolare i soldati giapponesi lontani da casa. In questi luoghi purtroppo le donne che venivano imprigionate non avevano alcun diritto e dovevano sottostare unicamente a quello che veniva loro richiesto da questi uomini. 

Questa storia così crudele, difficile e dolorosa si intreccia con una più recente che vede protagonista un ragazzino di nome Kevin che, dopo la morte della nonna alla quale lui era molto legato, scopre un segreto riguardante la sua famiglia. Da qui inizierà a fare delle ricerche e a capire anche il passato storico del suo paese. 

Una storia che vede due linee temporali diverse intrecciarsi in modo poetico e straziante, che ci fa capire bene la cattiveria che è in grado di infliggere l’essere umano, di quanto sia importante la ricerca della verità e delle proprie radici e di come da un passato così tormentato si possa anche rinascere e trovare qualcosa che, pur non curando le ferite inflitte, riesce in qualche modo a rimarginarle. 

Lee Jing Jing è riuscita a creare una storia convincente attingendo alle memorie della sua famiglia per riuscire a riportare una parte della Storia, se non proprio sconosciuta, di sicuro meno nota e della quale non si può non parlare. 

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Lee Jing Jing


È nata e cresciuta a Singapore. Nel 2011 ha conseguito il master in Scrittura creativa a Oxford. Alcuni suoi racconti e poesie sono apparsi in diversi giornali e antologie. Nel 2013 è stato pubblicato il suo racconto lungo If I Could Tell You (Marshall Cavendish) e nel 2015 è stata pubblicata la sua prima raccolta di poesie intitolata And Other Rivers (Math Paper Press). Attualmente vive ad Amsterdam. Storia della nostra scomparsa è il suo primo romanzo.