Taddeo in rivolta




TADDEO IN RIVOLTA 


Autore: Stefano Amato

Editore: Marcos y Marcos

Genere: giallo

Pagine: 287

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. È grasso, introverso, il suo autore preferito è Camus: a Cirasa Taddeo si sente solo contro tutti, perché ignoranza, prepotenza e sciatteria regnano sovrani. A trentadue anni, è quasi tentato di farla finita. Una sera, mentre cena in una piazza con la madre poliziotta, assiste all’ennesima scena di violenza. Un energumeno prende a pugni in faccia un ragazzino inerme, colpevole, ai suoi occhi, di essere omosessuale. Il bullo è ben noto alle forze dell’ordine: si chiama Gioacchino Spagna, entra ed esce di galera, ma di fatto viene lasciato libero di spadroneggiare per la città. È per colpa di gente come lui che il mondo cola a picco, Taddeo ne è convinto. D’un tratto, non sopporta più l’idea che nessuno lo fermi. E allora dice basta, riprende in mano la sua vita e progetta il delitto perfetto.

 Recensione di Gabriele Loddo


Taddeo vuole arrendersi. Gli mancano forza ed energie per andare avanti, non trova un suo ruolo nel comune dove trascorre la sua esistenza. Abita a Cirasa, in Sicilia, cittadina diventata arrogante, volgare, violenta. Un luogo pericoloso che non permette ai deboli, come lui, di vivere serenamente. Per questo Taddeo è un misantropo e, non per sua volontà, si è fatto accidioso. Sono stati gli atti di bullismo a plasmare il suo giovane corpo durante gli anni della scuola. Sono state le aspettative dei genitori a modellarne il carattere prima e a farlo isolare dopo. È stato il suo fisico non conforme ai canoni imposti dalla società a farlo sentire diverso.
Taddeo si è rinchiuso nella sua camera per evitare il confronto col mondo esterno. Si è immerso tra le pagine dei libri, con Nietzsche, Kant, Camus, Dostoevskij, Levin, la Highsmith, Salinger, a scaldargli il cuore e le mani, a forgiargli la mente.

I romanzi gli hanno mostrato il mondo facendoglielo vivere dalla distanza ma, ora, a trent’anni, non può più evitarlo, deve uscire dal bozzolo che si è costruito intorno. Un lavoro, una casa, una compagna, sono gli obbiettivi a cui un qualsiasi individuo deve aspirare, desideri che i familiari vogliono anche per lui. Ma i sogni degli altri non coincidono con l’apatia di Taddeo, la cui ultima ambizione rimane quella di farla finita, di abbandonare il paese di cui non si sente far parte. Ma quando sembra essere arrivato il momento giusto, l’occasione ideale per compiere il gesto più ignobile ed estremo, il suicidio, i libri gli corrono in aiuto ancora una volta mostrandogli una strada alternativa. Camus è il faro e le sue parole sono la luce: 

Che cos’è un uomo in rivolta?

Un uomo che dice no”.

Taddeo decide di dire no. Decide di dire no all’arroganza, alla volgarità, alla violenza, e lo fa a modo suo, come sembra glielo abbiano suggerito i libri. Taddeo è in rivolta.

La trama del romanzo può apparire a primo impatto non del tutto originale. L’argomentazione iniziale potrebbe sembrare che ruoti attorno al classico tema del ribelle che decide di contrapporsi ai soprusi, trasformandosi in giustiziere solitario.

Proseguendo nella lettura si capisce che il romanzo diverge dallo tema già visto e narrato tante volte, prende una strada sua e si appropria di una sua identità. La ricerca diviene la protagonista. Il desiderio di Taddeo di riappropriarsi della vita, del carattere che era rimasto oscurato dalle giovanili paure e insicurezze, della crescita della personalità che a un certo momento aveva lasciato in stand by. È un moto di ribellione contro il mondo e la sua prepotenza, che per essere vinto va affrontato a muso duro: “Credo che viviamo in un mondo assurdo, un mondo talmente assurdo che l’unico modo per viverci è comportarsi in maniera assurda”.

Sullo stile nulla da dire: Stefano Amato è un’ottima penna e il romanzo si legge tutto d’un fiato.

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Stefano Amato


Nato nel 1977 a Siracusa, dove vive. Ha pubblicato racconti su Linus, Maltese Narrazioni, Colla, Doppiozero. Ha curato il blog “L’apprendista libraio”, in cui ha raccolto le improbabili domande che gli sono state fatte dai clienti quando faceva il libraio. Nel 2009 ha scritto con Fabio Genovesi una Guida letteraria alla sopravvivenza in tempo di crisi (Transeuropa edizioni). Ha pubblicato i romanzi Le sirene di Rotterdam (Transeuropa, 2009), Il 49º Stato (Transeuropa Feltrinelli, 2013), Bastaddi (Marcos y Marcos, 2015), L’inarrestabile ascesa di Turi Capodicasa (Hacca, 2018) e Vedrai, vedrai (Giunti, 2019). Sempre nel 2018 è uscito per VerbaVolant il suo primo libro per ragazzi, Davide e il mistero Qwerty (vincitore del premio Il gigante delle Langhe), seguito da La città delle meraviglie, scritto in coppia con Annamaria Piccione (Splen, 2019), e da La duchessa di Palermo, un libro della serie “La Banda dei 999”. Nel 2017 ha pubblicato per LetteraVentidue la monografia Archimede di Siracusa. È il