Territori




Olivier Norek


Traduttore: Maurizio Ferrara

Editore: Rizzoli

Collana: Nero Rizzoli

Pagine: 320

Anno edizione: 2025


Sinossi. Se la periferia di Parigi brucia, solo Victor Coste può salvarla da se stessa. A Malceny, nel dipartimento parigino della Seine-Saint-Denis, un’infilata di esecuzioni sommarie ha fatto piazza pulita dei boss che si spartivano il traffico di stupefacenti. È un messaggio inequivocabile: qualcuno ha deciso di mettere le mani sul lucroso giro del territorio, una resa dei conti tra spacciatori che Victor Coste, capitano dell’Anticrimine del 93, rifila volentieri alle attenzioni di un’altra squadra. Quando però, qualche giorno dopo, a morire è una donna anziana – stroncata da un infarto e trovata riversa sul pavimento di casa in mezzo a un mare di banconote – e quando nella stessa casa viene rinvenuto un grosso quantitativo di hashish e cocaina, Coste decide di avviare un’indagine parallela che si snoda nella cité di Malceny. Lì dove il disagio è la normalità, e la violenza il pane quotidiano, s’imbatterà in storie di vita al limite, tra cui quelle di Rose e di Jacques, pensionati divenuti ostaggio di criminali senza scrupoli, e quella di Bibz, soldato bambino cresciuto a suon di botte, aguzzino spietato di un povero gatto. In mezzo ai delinquenti più scaltri legati a funzionari disposti a tutto pur di restare in sella, il confine tra sbagliato e giusto, tra esercizio del potere e abuso, è un filo appena distinguibile, ma abbastanza robusto da reggere un sistema corruttivo quasi perfetto. Occorre allora battere le strade palmo a palmo per poterlo scardinare, e occorre farlo in fretta: nella banlieue abbandonata a se stessa, la guerriglia è pronta a esplodere al primo fruscio. E Victor Coste deve fermarla.

 Recensione

di

Sabrina De Bastiani


«La migale è un ragno sedentario. Si nasconde in un angolo di casa sua e non si muove più. Se uno prova a scacciarla, quella torna. Solo che dove si metterà nessuno

può saperlo. E così diventa pericolosa. (…) Dove si nasconderanno le prossime?»

“Territori” di Olivier Norek, secondo capitolo della trilogia de la banlieue, non è un noir.

E’  IL Noir.

E il suo Autore gli dà corpo, sostanza, nutrimento.

Lo fa attraverso una scrittura abrasiva ed estremamente efficace, profonda e chiara.

Lo fa attraverso una narrazione dei personaggi, protagonisti, comprimari, spalle,  nitida, profonda, sensibile, lancinante a volte, spesso dolorosa, ma che sa anche stemperarsi in un’ ironia mai forzosa, mai fuori luogo,  sempre appropriata.

Lo fa attraverso i contenuti che non hanno solo il sapore della realtà, ma fanno pensare poter essere l’emanazione di esperienze, dure,  davvero vissute da Norek durante la carriera di capitano nella polizia giudiziaria, e di quelle esperienze,  la storia qui narrata conserva l’urgenza, la necessità di correre contro il tempo, tenendo conto di ogni elemento possibile, di ogni variabile, di ogni refolo di vento.

Imprimendo dunque alla scrittura, ai capitoli, allo scorrere della vicenda un ritmo inarrestabile e incontrovertibile.

Più che mai necessario, per addentrarsi nei territori che così bene Norek restituisce.

Un comune intero sta visibilmente ribollendo e non sappiamo da dove venga la fonte di calore.

 I territori incandescenti del dipartimento parigino della Seine-Saint-Denis, il 93.

«Capitano, i miei rispetti. Non è mai lontano dal peggio, lei.»

I territori del Capitano Victor Coste, con il suo sguardo un po’ triste, di un’estrema dolcezza eppure senza innocenza. Lo sguardo di chi sapeva di cosa sono capaci gli uomini e ne conservava il segreto.

Norek non racconta “solo” storie, “solo” una storia. 

Racconta uno spaccato sociale, racconta di riscatti economici e non morali,  racconta di una certa gioventù che ha perso, o meglio alla quale  è stato sottratto,  il senso della pietà  e la possibilità di un futuro, racconta di giochi di potere per i quali una vita umana in più o in meno, quando non è un dato statistico, un incidente di percorso,  diventa puro strumento di ascesa al dominio. 

Un passo dopo l’altro lungo una via lastricata di cadaveri.

(…) ci si accorge del vero valore dell’ossigeno quando si soffoca. Non vogliamo altro che una vita normale.

Ma attenzione a cosa si intende per normale, laddove Avere dodici anni nel distretto 93 non è come averli a Parigi. Non è lo stesso calibro.

Una pentola a pressione su fiamma viva, dove bollono criminalità, disagio, traffici, immigrazione e molteplicità di  identità culturali e religiose.

Malceny è il crocevia della  droga nell’île-de- France. Laouari, Bojan e Souki erano i caïd più importanti. Controllavano i tre quarti del territorio da circa quattro anni, senza avere mai avuto concorrenti.

Pallottole, politica, potere. 

E un comune denominatore che in qualche maniera lega indissolubilmente questi tre elementi: 

Vendiamo droga per controllare le cité e controlliamo le cité per esservi indispensabili. È il solo mezzo per ottenere la vostra attenzione. Il solo mezzo per esistere.

Adesso che controllo il traffico di stupefacenti sono il primo datore di lavoro dei quartieri popolari. Posso tenerli al guinzaglio, oppure aizzarveli contro.

Dunque una lotta per spartirsi il territorio, sembrerebbe essere la causa di un cadavere straziato e torturato ritrovato in un garage. Una faccenda che Coste, in prima battuta, sarebbe ben felice di far assegnare all’antidroga, per sfera di competenza e perchè non m’interessa il vostro campo d’azione. Ho bisogno dell’elemento umano, capisci? È una specie di motore.

Se non fosse che Coste si stropicciò la faccia. Con la stessa sensazione di quando hai una parola sulla punta della lingua, sentiva sulla punta del cervello una serie di fatti da collegare.

E così, il capitano e la sua squadra,  si ritrovano a tutto campo, ufficialmente e meno, c’è quello che il codice penale ti dice di fare e quello che è giusto fare coinvolti in una vera battaglia dove non si sa da che parte arriverà il prossimo colpo e chi lo scaglierà.

«Non so chi di noi due sia più pericoloso (…)»

«Lei uccide. Basta come risposta?»

In un territorio sventrato e in ginocchio.

«Non finire la frase, Victor!»

Divertito da quelle paure superstiziose, Coste accennò un sorriso a fior di labbra.

«Cosa, ragazzi?… Che ci può succedere di grave in due settimane?»

 Altre morti, nessuno innocente. 

«È facile considerare il mondo diviso fra Bene e Male. Fra bianco e nero. Quando invece tutto accade nella zona grigia.»

«(…) l’ho fatto perché era giusto.» 

«Cazzo, quanto ti piace questa parola! E con me, ti consideri ne giusto?»

Coste non rispose.

Eppure la speranza, ostinata e feroce anch’essa, risiede nella coesione della squadra, nell’incontro tra un ragazzo perduto e una ragazza sperduta, nell’abbraccio tra un malinois e la “sua” poliziotta, in una pietra non scagliata, in un passo indietro.

«Provocare una sommossa è facile. Anche porvi fine. Ma quello che può capitare tra le due cose nessuno è in grado di predirlo.»

Ma, lo abbiamo davanti agli occhi, impresso nelle pagine di “Territori”,  c’è chi è in grado di descriverlo e di scriverlo. 

Chi è  in grado di raccontarlo e di farlo talmente bene da renderci consapevoli, non solo spettatori/lettori, ma cittadini del 93, indignati, spaventati, all’erta per schivare una pietra, una coltellata. 

Quelle allo stomaco, quelle emotive, virtuali, però no. 

Le sentiamo tutte, eccome se le sentiamo. 

Sono imparabili,  così come impareggiabile è Olivier Norek.


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Olivier Norek


è uno scrittore francese. Ha partecipato ai soccorsi umanitari durante la guerra nella ex Jugoslavia prima di entrare nella polizia giudiziaria, dove è rimasto per diciotto anni. È autore di romanzi polizieschi con il commissario Coste, tutti tra i primi posti delle classifiche francesi. Tra due mondi (Rizzoli 2018) è il suo primo libro pubblicato in Italia. Tradotti in 14 lingue, i libri di Norek hanno venduto due milioni di copie nel mondo, ottenendo numerosi premi letterari, tra cui il Prix “Le Point” du Polar Européen nel 2016, il Grand Prix des Lectrices de “Elle” nel 2017, il Prix Maison de la Presse, il Prix Relay e il Prix Babelio per Superficie.