Tira mòlla e mèsseda




 Tira mòlla e mèsseda

di Paola Varalli

Todaro 2023

narrativa, pag.200

Sinossi. Tira mòlla e messèda» è un’espressione dialettale milanese che ha un significato simile a “gira che ti rigira”, intendendo il perdere tempo e girarci intorno. Ed è proprio “girandoci intorno” che il virile gommista Mario e l’idraulico Pino, aiutati da Eddy la buttafuori e Viliam il barista, risolveranno l’enigma di un’audiocassetta misteriosa e incomprensibile, recapitata in forma anonima. Fa da sfondo a questo romanzo una Milano anni ’80, il quartiere del “Borgh di Ortolan” (zona Sarpi) e un bar sui generis, dove i nostri stravaganti investigatori si concedono innumerevoli “biciclette”, aperitivo d’Antan, mentre cercano di fare chiarezza sugli eventi e salvare una persona in pericolo.

 Recensione di Paola Iannelli

Ho cercato nelle prime pagine di questo giallo un cadavere, mai cosa sembra più naturale di questi tempi, sommersi come siamo da delitti di vario genere. Invece mi sono ritrovata a essere inglobata in un’attenta e accurata introduzione, dove i personaggi principali si presentano.
Ognuno delimita il cerchio in cui si muove, tra ambienti e linguaggio molto personali, sforando appena l’universo dell’altro, chiusi in un habitat molto singolare, che descrive una Milano poco incline alle bollicine, privata di quell’apparente patina di brio e spensieratezza.

In un bar le vite di quattro amici s’incrociano, mescolando chiacchiere e alcol, un giorno però il contenuto di una videocassetta accendono una spia nei loro cervelli. Si stabilisce una connessione emotiva che farà da sfondo al desiderio di decifrare il linguaggio di uno strambo codice.

Siamo nei favolosi anni ’80, epoca di grandi cambiamenti e rovinose cadute, la società si appresta ad accogliere nuovi obiettivi, incidendo le scelte future, tracciando le linee guida del nostro presente.

Il quartiere di Borgh di Ortolan appare come un microcosmo, in cui un piano di rinnovamento urbanistico, mette a nudo le velleità dei nuovi imprenditori, i quali trasformeranno quelle zone piene di verde in una discarica di cemento, dove l’arte dei costruttori violerà per sempre la reale natura.

Mario, Pino, Eddy e Vilian sono al centro di un caso intricato, saranno loro malgrado protagonisti di una storia incredibile, pizzicandosi a vicenda seguendo un linguaggio autoctono, non di difficile interpretazione. Abili nel mettere in piedi teorie e soluzioni, non senza intoppi e imprevisti.

La sfida maggiore per l’autrice è propria nella lingua, far fede alle reali espressioni gergali non è per niente semplice, le rivolgo i miei personali complimenti per esserci riuscita.

Il messaggio reso dal titolo è chiaro:

Tira mòlla e mèsseda,

per l’appunto “gira che ti rigira”, un cerchio nel cerchio, dove ruota la soluzione in un moto perpetuo che sancisce il ruotare stesso del sano ingegno.

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Paola Varalli


Paola Varalli nasce in provincia di Varese, vive tra Milano e il lago di Como, di professione è architetto. Ha pubblicato tre gialli con Fratelli Frilli Editori, una raccolta di racconti, e ha partecipato a numerose antologie a tema (con Todaro Editore Quattro volte Natale nel 2020 e Odio l’estate nel 2021 con gli stessi protagonisti di Tira mòlla e messèda). È divoratrice compulsiva di cioccolato ma anche di gialli e noir, basta però che non siano troppo splatter. Ama camminare nel bosco e adora la campagna. Non riesce a stare senza scrivere troppo a lungo. 

A cura di Paola Iannelli

https://paolaiannelli.it/