Recensione di Laura Salvadori
Autore: Lorenza Ghinelli
Editore: Marsilio
Genere: thriller
Pagine: 332
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Nina ha dieci anni ed è diventata sorda in seguito a un incidente stradale. I genitori, decisi a lasciarsi quel trauma alle spalle, si trasferiscono in una nuova casa che confina con il parco. Una sera, come sempre, Nina spegne l’impianto cocleare che le permette di sentire e si addormenta. Una musica però la sveglia. Una musica che non dovrebbe e non potrebbe percepire. Nina si alza e la segue. Nello stesso istante, nel cuore della notte, un ragazzo viene ucciso. Non sarà l’unica volta che la bambina sentirà quella canzone, non sarà l’unica volta che, al ritmo di quelle note allegre e inquietanti, qualcuno verrà aggredito. Come può Nina ascoltare quella musica senza indossare il suo audioprocessore? E perché nessun altro la sente oltre a lei? Cosa significano le strane visioni che ha in quei momenti? Sono solo alcune delle domande a cui la bambina dovrà trovare risposte, per interrompere la spirale di violenza che minaccia di inghiottirla. Al suo fianco si schiereranno il fratello Alfredo e due sue compagne di classe, Rasha e Nur. Per Nina, poi, si rivelerà determinante l’incontro con l’anziana Rebecca – la sua vicina di casa -, perseguitata da un oscuro passato: se per Rebecca la bambina è un raggio di sole, agli occhi di Nina la vecchia è la nonna che ha perduto. Ma per essere risolti, gli inferni devono essere attraversati.
Recensione
Quando ho iniziato a leggere questo romanzo edito da Marsilio non mi aspettavo di imbattermi in una vera e propria favola nera, di quelle che rendono tortuoso il sonno del lettore.
Non mi aspettavo di incontrare una scrittura leggera, semplice e di grande impatto emotivo; né mi aspettavo di trovarmi invischiata in una storia di follia e di paura.
Lorenza Ghinelli, autrice che non conoscevo, non è nuova a questo genere di scrittura, né a queste novelle noir che gelano il sangue del lettore. Scorrendo la sua biografia mi sono imbattuta in altri romanzi che danno voce ai bambini e che celano misteri sovrannaturali.
Se in prima battuta sono rimasta sconcertata, addentrandomi nella lettura ho saputo apprezzarla e mi ha tenuta sulle spine fino alla fine. La lettura è scorsa veloce e fluida, accompagnata dalla prosa accattivante e misteriosa dell’autrice che con grande maestria dà vita e voce ad una bambina, Nina.
Nina, divenuta sorda a causa di una crudele fatalità e vive il suo handicap con grande maturità, accettandolo e impegnandosi per conviverci. Il mondo e le persone che ama hanno una voce grazie alla tecnologia, che le ha regalato un impianto cocleare attraverso il quale può ancora udire suoni e rumori del suo piccolo mondo.
Ma che ansia quando deve separarsene! Tutto diventa ovattato, tutto scompare e Nina viene inghiottita da una solitudine che pesa più del mondo intero! Tutte le sue certezze svaniscono in un groviglio di silenzio e di paura.
E in questo groviglio si attanagliano suoni sconosciuti, che la confondono e la spaventano. Nina è una piccola guerriera spaventata e trova nell’anziana vicina di casa, Rebecca, un’alleata e un’amica preziosa. Tanto è il desiderio di sentirsi protetta da Rebecca che Nina non coglie alcuni segnali che occasionalmente le si parano davanti.
Fortuna che il suo fratellone Alfredo si mostra più ricettivo a certi segnali e si imbarca in una audace crociata tesa a trovare un brutale assassino che sta seminando morte e paura nella piccola comunità.
I colpi di scena non mancheranno e neanche il frapporsi di un doloroso ricordo di tanti anni fa.
Dunque una bella favola maledetta è ciò che Lorenza Ghinelli ci propone con questo romanzo particolare e intriso di mistero. Una trama che sorprende e che prende, un linguaggio fresco e scorrevole e una voce senza malizia ma che sa come incutere una sottile paura nel lettore che, seppur grande e grosso, non potrà evitare di scoprirsi vulnerabile e suggestionabile come un bambino spaventato.
Ancora una volta scopriremo che i traumi di un’infanzia ormai lontana trascinano echi enormi nel presente. E se la follia appare in prima battuta insensata e crudele, scorrendo le pagine troviamo anche spazio per un sentimento di compassione verso chi è prigioniero di quella follia e non può guarirne.
Un ultimo punto di attenzione verso il sovrannaturale, che a volte l’uomo non è propenso ad accettare scientemente. L’autrice getta un ponte tra il raziocinio e il mondo delle sensazioni e ci propina anche uno spunto di riflessione in tal senso. Senza costringere le opinioni del lettore insinua in esso un dubbio sottile, che personalmente mi ha donato un senso di grande serenità, come a lasciar intendere che nelle nostre vite c’è sempre un filo logico e una missione da portare avanti.
Come la piccola Nina, che nel suo handicap ha trovato la porta per riuscire ad ascoltare pur senza sentire, anche noi possiamo riuscire a sviluppare maggiore sensibilità verso chi e cosa ci circonda, senza farci inibire da ciò che non conosciamo.
Lorenza Ghinelli
Lorenza Ghinelli è nata nell’ottobre del 1981. ha scritto Il Divoratore, La Colpa (finalista al Premio Strega), Con i tuoi occhi, Sogni di sangue e Almeno il cane è un tipo a posto, che ha vinto il Premio Minerva. È stata soggettista e sceneggiatrice per la televisione e da anni collabora con la scuola Holden come docente e writingcoach. Vive a Rimini.
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