Recensione di Cristina Bruno
Autore: Maurice Leblanc
Traduzione: Maurizio Ferrara
Editore: Passigli Editore
Genere: giallo
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. “Il sette di cuori”, “Il segno dell’ombra”, “La sciarpa di seta rossa”: tre dei racconti più belli del ciclo delle avventure di Arsène Lupin compongono questo nostro volume, a delineare un percorso creativo che va dall’introduzione del grande personaggio (nel primo dei racconti l’autore racconta anche come gli capitò di “conoscere” Arsène Lupin), alla dimostrazione del suo carattere generoso di ladro gentiluomo, alla raffigurazione del suo metodo di indagine alla maniera di Sherlock Holmes, basato cioè sull’analisi di dettagli che ad altri inevitabilmente sfuggirebbero.
Recensione
In questo libro agile e di piacevole lettura troviamo tre brevi avventure del noto ladro gentiluomo. La prima, “Il sette di cuori”, è quella che introduce il personaggio e racconta di come il narratore lo abbia conosciuto.
Già dal primo racconto si delinea la personalità di questo eroe – antieroe: scaltro, abile nei travestimenti, di bell’aspetto, agile e scattante. Come il Dupin di Poe, Arsène dovrà rintracciare dei documenti nascosti accuratamente in una stanza e nel farlo darà prova della sua innata galanteria.
Nel secondo racconto, “Il segno dell’ombra”, deve risolvere un mistero che affonda le sue radici ai tempi, non troppo lontani, della Rivoluzione Francese. Arsène dimostrerà di possedere un grande acume e allo stesso tempo una mal celata generosità rendendosi disponibile a dividere il tesoro con i legittimi eredi.
Nel terzo racconto, “La sciarpa rossa” invece assistiamo a un vero e proprio sfoggio di logica investigativa che lo porta ad aiutare il suo antagonista, l’ispettore Ganimard, nella risoluzione di un caso intricato, ovviamente non senza un interesse personale…
Che dire?
Arsène Lupin è un personaggio che non può non riuscire simpatico: autentico viveur figlio del periodo Liberty, bello ed elegante, intelligente e raffinato, abile tanto come ladro che come investigatore, con una segreta vocazione da Robin Hood. Per quelli della mia generazione poi è impossibile non associarlo al sorriso sornione di George Descrières, l’indimenticabile attore francese che lo ha interpretato in una celebre serie televisiva degli anni ’70.
Arsène usa per i suoi crimini leggeri e mai cruenti la stessa metodologia di Holmes, con il quale avrà anche il piacere di scontrarsi in una delle sue avventure. Già in questi racconti vediamo infatti esibita, con una compiaciuta disinvoltura, la sua innata capacità intellettuale:
“Ieri sera, tra le nove e mezzanotte, una signorina di aspetto eccentrico è stata ferita a coltellate, poi strangolata finché morte non sopravvenne, da un signore ben vestito, che portava un monocolo, appartenente al mondo delle corse, con il quale la suddetta signorina aveva mangiato tre meringhe e un pasticcino al caffè.”
Questo deduce l’abile ladro investigatore essendo venuto in possesso di alcuni frammenti di oggetti da un suo informatore. L’ispettore che assiste alla sua narrazione si trova, nonostante l’avversione per Arsène , a seguirne i ragionamenti che lo portano inevitabilmente a catturare il colpevole e a dare a Lupin ciò che cerca.
Lupin è un manipolatore, destro di mano e di intelletto. Riesce a ottenere sempre ciò che vuole e a dimostrare la sua scanzonata superiorità tanto sulla polizia che sulle sue vittime. Esattamente come Holmes è figlio del positivismo, di una fiducia incrollabile nella ragione e nella scienza, anche se nel suo caso i suoi talenti sono messi a disposizione del crimine. Tuttavia è davvero difficile per il lettore non perdonarlo e non appassionarsi alle sue leggendarie imprese.
A cura di Cristina Bruno
Maurice Leblanc
Maurice Leblanc: scrittore francese nato a Rouen nel 1864 e morto a Perpignan nel 1941. Viene ricordato soprattutto per il ciclo di romanzi dedicati al ladro gentiluomo Arsene Lupin.
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