Tre donne




Recensione di Giuliana Pollastro


Autore: Dacia Maraini

Editore: Rizzoli

Collana: Scala Italiana

Pagine: 207

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2017

Tre donne, tre generazioni, tre punti di visti diversi.

Gesuina, Maria e Lori, una nonna, una madre e una figlia, che per necessità sono costrette a vivere tutte sotto lo stesso tetto, sotto al quale, da tempo, si fa sentire l’assenza di un uomo.

Tre protagoniste molto diverse tra loro, accomunate però da una medesima “abitudine”: quella di mantenere un diario, dove raccontano le loro paure, i loro sogni, i loro amori.

Gesuina, sessantenne fuori dagli schemi con un passato da attrice, con una curiosità per l’amore che non si placa mai; Maria, sua figlia, traduttrice di libri, che proprio attraverso essi vive un mondo parallelo quasi a voler fuggire la realtà, ed infine Lori, figlia e nipote, non ancora maggiorenne, in perenne confusione e rivolta adolescenziale.

Di loro sappiamo tutto attraverso i diari: ognuna racconta il suo punto di vista con un certo linguaggio, con propria forma, ognuna con il suo modo differente di affrontare la vita ed amare.

Questo equilibrio, già di per sé precario, viene scosso bruscamente dall’arrivo del fidanzato di Maria, Francois, francese bello, forte e sicuro di sé.

Dopo ogni terremoto, si sa, ristabilire l’equilibrio non è facile, bisogna contare i danni e quando le scosse sono all’anima e al cuore i cocci sono ancora più difficili da sanare.

Tre voci che raccontano tre mondi diversi tutti femminili, tre modi di vivere la vita e l’amore.

Punto di partenza di molte riflessioni sulla vita, sul significato vero dell’amore e della verità, e su quanto spesso sia alto il prezzo da pagare nel dirla.

Dacia Maraini


nata a Fiesole nel 1936, scrittrice, poetessa, saggista drammaturga e sceneggiatrice italiana. All’età di due anni, insieme ai genitori, lascia l’Italia fascista alla volta del Giappone. L’8 settembre 1943, la famiglia, rifiuta di riconoscere la Repubblica di Salò, viene reclusa in un campo di concentramento a Tokyo. Al termine della guerra, rientra in Italia con i familiari per stabilirsi a Bagheria. All’inizio degli anni 60 si trasferisce a Roma dove comincia a dedicarsi alla narrativa ed è proprio qui che incontrerà Alberto Moravia, romanziere già affermato che sarà il suo compagno fino al 1983. Il romanzo d’esordio di Dacia Maraini è “La vacanza”, pubblicato nel 1962. Nel 1972 scrisse “Memorie di una ladra” e nel 1975 “Donna in guerra”. Nel 1973 fondò a Roma con Maricla Boggio, “il Teatro della Maddalena”, gestito e diretto soltanto da donne. Ha scritto più di sessanta testi teatrali rappresentati in Italia e all’estero. Con “La lunga vita di Marianna Ucrìa” (1990) si aggiudica il Premio Campiello. Seguono Bagheria (1993), Voci (1994), Un clandestino a bordo (1996), Dolce per sé (1997) e la raccolta di racconti Buio (1999) grazie al quale vinse il Premio Strega. Ancora Dal 2014 è candidata al Nobel per la Letteratura.