Tremi chi è innocente




Barbara Frandino


Editore: Giulio Einaudi Editore

Collana: Stile libero big

Genere: thriller

Pagine: 208

Anno edizione: 2025


Sinossi. Quando il cadavere di un uomo viene ripescato nel fiume, Nico è certo di sapere di chi si tratta. Per una ragione molto semplice: è stato lui a ucciderlo. O almeno cosí crede. Nel tentativo di ricostruire i fatti, per assolversi o condannarsi, si ritrova a scavare nelle bugie della sua famiglia e a cercare l’origine della loro infelicità, che come una malattia si è propagata e ha infettato ogni cosa. Persino i desideri. Magari tutto è cominciato quando suo padre, un ingegnere in cerca della felicità termodinamica, ha iniziato a riempire la casa di oggetti che lui stesso avrebbe voluto inventare. O quando sua madre, con un diploma di laurea che prende polvere in un cassetto, ha sognato di perdersi dentro i libri che ama e sparire per sempre. Oppure nel momento preciso in cui Nico ha guardato suo zio e ha temuto di somigliargli. O magari un motivo non c’è, succede e basta, che le vite precipitino. La certezza diventa presto una sola: per quella morte tutti avrebbero un movente, perché tutti hanno qualcosa da nascondere. A tratti crudele, a tratti ironica, sempre efficacissima, la scrittura è la vera arma di questo romanzo mondo. Un noir familiare che si legge d’un fiato, un ordigno perfetto che ci lascia intravedere la distanza minima tra chi siamo e chi potremmo essere.

 Recensione di Barbara Aversa 


Noi tre non siamo più una bella squadra, siamo l’opposto di una bella squadra, siamo tre solitudini che cercano di salvarsi”.

Cosa distrugge una famiglia, cosa la infetta, cosa si propaga come un morbo in quella camera iperbarica che a un certo punto smette di funzionare? 

Poco ossigeno, quello che resta lo si toglie all’altro. Mors tua, vita mea.

Nico è un adolescente ansioso, a tratti ipocondriaco. Intelligente, attento e fantasioso. Così tanto fantasioso che si convince, in un modo o nell’altro, di essere l’artefice del delitto di uno dei suoi insegnanti e quindi cerca disperatamente di ricostruire i fatti.

Ma in questo tentativo sembrano tutti colpevoli.

Insomma, se fossi andato a dire a un poliziotto che Lorenzo Costa era morto perché io avevo preteso che morisse, mi avrebbe preso per uno squilibrato”.

Ma perché Nico desiderava tanto che il suo professore morisse?

Mentre tenta di controllare il disordine e si rende conto che il solo tentativo di pensarlo è di un’arroganza ontologica, si snoda feroce il rapporto con i propri genitori.

Il padre è una persona solida, ma gli uomini tutti di un pezzo non sempre riescono a infilarsi tra le righe di un libro. Neanche assottigliandosi all’estremo. Così, in antitesi, si espande. Diventa una presenza ingombrante, vaga per il salotto, si rimpinza in cucina, si riempie di cibo, e intralcia la casa di oggetti che lui stesso in quanto ingegnere avrebbe voluto inventare.

E sua madre? Quasi eterea, persa nei libri, una laurea messa da parte a favore di sogni irrealizzati. Così bella, le bastano gli spazi bianchi tra le pagine di un romanzo per sentirsi bene, ma i desideri si sa,sono una questione complicata.

E bisogna sempre stare attenti a ciò che si brama tanto ardentemente. 

Ma chi potrebbe avere ucciso il professor Costa?
Basta desiderare qualcosa impetuosamente affinché si avveri?

Nico così inizia a scavare partendo da se stesso. Ma non potrà che scoprire che a pochi centimetri da sè regna l’indicibile. 


Quello che non capisco è perché adesso ce ne stiamo qui a cercare di imbrogliarci a vicenda, a fingere di essere una famiglia normale, persone normali”.

È un gioiello questo noir domestico, la sua forza è non solo nella trama accattivante ma nelle parole e nel ritmo.

È un libro “pieno”, analizza i legami, fa anche sorridere, è ironico, è scritto meravigliosamente. 

La scrittura è la vera arma del delitto di questo libro, perché affonda nelle pagine, non lascia scampo o spazi vuoti. È una perla che affascina e si lascia divorare, e tra una citazione e l’altra si arriva alla fine e ci si sente tristi. Perché è uno di quei romanzi che è difficile lasciare andare, ha molto da dirci, magari proprio di noi. O di qualche parte di noi, tra crepe e guizzi di luce.

Un giallo introspettivo delizioso, ma non solo. È un romanzo scritto davvero bene. Le parole corteggiano, ammaliano, dirompono. E questo sì che è un reale valore aggiunto alla narrativa.

Assolutamente consigliato.

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Barbara Frandino


è giornalista, sceneggiatrice, produttrice e autrice di documentari e di programmi radiofonici. Ha pubblicato con Einaudi È quello che ti meriti (2020) e Tremi chi è innocente (2025) e, sempre per Einaudi, curato le raccolte di racconti Corpo a corpo (2008) e Ti vengo a cercare (2011). Ha scritto due libri per ragazzi, Jason (Salani 2013) e Che paura (Fabbri 2017), ed è coautrice di libri editi da Feltrinelli nella collana «Save the Parents».

A cura di Barbara Aversa 

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