Turbine




Recensione di Annalisa Tomadini


Autore: Juli Zeh

Traduzione: Roberta Gado e Riccardo Cravero

Editore: Fazi Editore

Genere: Romanzo

Pagine: 618

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Sembra proprio che Gerhard e Jule abbiano trovato un angolo di paradiso. È il villaggio di Unterleuten, poco lontano da Berlino. Romantici cottage, aperta campagna, aria pulita: un luogo dove la vita è autentica. Fin dal principio, però, si percepisce un’atmosfera cupa, qualcosa che minaccia la quiete, qualcosa che ribolle sotto la superficie e sta per esplodere… Quando una ditta decide d’impiantare un gruppo di turbine eoliche nelle immediate vicinanze del paesino, si delinea un conflitto che va ben oltre le vite private degli abitanti: si tratta di uno scontro tra generazioni, tra città e campagna, tra artificio e natura, tra perdenti e vincitori post-muro. Una vera e propria guerra di tutti contro tutti, in cui dietro alle ideologie si nascondono gli istinti più bassi mentre le dinamiche spietate della provincia non fanno che esasperare il bisogno quasi carnale di appropriarsi di un pezzo di terra. Un crescendo di tensione che sfocia nella nevrosi collettiva e in cui la certezza è una sola: non si salva nessuno.
Turbine, specchio perfetto della società contemporanea, racconta tutta la rabbia e la frustrazione di un mondo che fatica ad affrontare il cambiamento. Un romanzo brillante, intelligente come la migliore satira politica, avvincente come un giallo e umano come una confessione, che in Germania è stato un clamoroso caso letterario.

Recensione

La struttura di questo romanzo è molto originale: ogni capitolo ha come protagonista una delle persone che vivono a Unterleuten, un piccolo agglomerato rurale poco distante da Berlino, nella ex DDR. I diversi protagonisti si alternano nel narrare la storia, ognuno dal suo punto di vista, motivo per cui, leggendo, veniamo trasportati nella mente di ciascuno di loro e seguiamo la narrazione da un punto di vista ogni volta differente. In questo modo la realtà, il quadro finale, lo comporremo pezzo dopo pezzo prima dei singoli personaggi, mettendo insieme le informazioni che ciascuno raccoglie nei capitoli che lo riguardano.
Unterleuten (un paese non reale ma perfettamente realistico) è un insieme di case immerse nella campagna.

Qui vivono, potremmo dire, due diverse categorie di persone. Ci sono quelli che sono lì da sempre e quelli che sono arrivati dopo.
Tra i primi, i due acerrimi rivali: l’uomo che tiene in mano le fila di tutta la comunità, l’autoritario Gombrowski (con l’infelice moglie Elena, la figlia Popi e l’amica Hilda, per tutti la sua amante da tutta la vita) e il comunista Kron (con la figlia Kathrin e l’adorata nipote Kroncina) abbandonato da una moglie fuggita all’Ovest prima della riunificazione, e poi il Sindaco Arne, che dopo la morte della moglie si è occupato solo del destino di Unterleuten, il meschino e violento Schaller, che ha perso la memoria dopo un incidente in auto dalle cause torbide.

Tra i nuovi, due coppie: Gerhard e Jule, lui ex professore universitario che ha mollato tutto per dedicarsi alla salvaguardia di una specie in via di estinzione che nidifica proprio a Unterleuten (per tutti è “il salvauccelli”) e giovane madre lei, ossessionata dalla salute della figlioletta. E poi Linda e Frederick, lei appassionata allevatrice di cavalli, lui programmatore informatico con scarse capacità pratiche.

La vita apparentemente tranquilla di questo luogo viene improvvisamente messa in subbuglio da un avvenimento che sembrerebbe banale: una Società, con il benestare del governo, ha deciso di installare a Unterleuten dieci turbine eoliche per la produzione di energia.

Tra accesi oppositori e falchi che fruttano l’affare, tra comitati e volantini, tra discussioni e spedizioni punitive, questa disputa “amministrativa” fa scatenare, come una reazione nucleare a catena, irrefrenabile, un inferno sopito nel passato del luogo, nelle vicende pre-riunificazione, nei silenzi e segreti che permeavano il paesino fino a quel momento.

Un finale in crescendo che fa strage di tutto ciò che conta, e ci fa capire, proprio attraverso il continuo cambio di prospettiva dei narratori, una realtà agghiacciante: conosciamo davvero le persone con cui condividiamo la vita?

La nostra esistenza è determinata più da come siamo o più da come gli altri ci percepiscono?

Le riposte di questa autrice le ho trovate amaramente ineccepibili.

Un romanzo così bello come non ne leggevo da molto tempo, che scava con lama affilatissima nei meandri dei rapporti umani.

 

Juli Zeh


Juli Zeh è figlia dell’ex direttore del Bundestag, Wolfgang Zeh, una delle personalità di maggior rilievo dell’amministrazione tedesca. Ha frequentato la scuola «Pädagogium Otto-Kühne Schule» di Bonn dove ha conseguito la maturità. In seguito ha studiato legge a Passavia e poi a Lipsia, dove ha affiancato ai corsi di giurisprudenza studi di letteratura e scrittura creativa presso il Deutsches Literaturinstitut Leipzig (DLL). Nel 2000 ha conseguito il diploma di laurea del DLL mentre tre anni più tardi, con il superamento del secondo esame di Stato, ha portato a termine gli studi di giurisprudenza specializzandosi in diritto internazionale con particolare attenzione al nation-building. Dopo aver abitato a Lipsia per oltre un decennio (1995-2006), dal 2007 vive a Barnewitz nel circondario della Havelland, Brandeburgo.

 

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