Recensione di Maria Sole Bramanti
Autore: Caterina Bonvicini
Editore Garzanti
Pagine 163
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2016
“Finalmente qualcuno ha capito cos’è la mia famiglia: ecco il vero thriller”
Sette donne, un uomo, un’unica grande famiglia e un mistero.
Vittorio scompare nel nulla, lasciando solo un criptico messaggio a tutte le sue donne, che affronteranno, ognuna a suo modo, questa sparizione.
La Bonvicini, con la sua scrittura leggera e scorrevole, riesce a farci scoprire piano piano l’anima di ognuna delle sue protagoniste e il “Vittorio” di ciascuna di loro.
Sì, perché Vittorio è un uomo diverso per ognuna: vuoi perché lo hanno vissuto in momenti differenti della sua vita, vuoi perché, a volte, si vede solo ciò che si vuole vedere.
Eppure Vittorio, forse, è ancora un’altra persona.
Mi è piaciuto molto il modo in cui l’autrice ha creato uno stile di scrittura diverso per ognuna di queste sette donne, che narrano in prima persona, a capitoli alternati, la loro storia e il loro rapporto, che cambia sotto la spinta di ciò che le tiene unite.
“A quanto pare la gente raffinata si fa del male così: con molta gentilezza. Come se fosse un regalo”
Giulia (la figlia minore) comunica solo tramite sms e social network, Camilla (l’amante) lascia trasparire tutta la sua insicurezza e frustrazione, Paoletta (la figlia maggiore) si nasconde dietro un muro di incomprensioni, Cristina (la moglie) cerca di controllare tutto e tutti, Francesca (la sorella) si esprime solo attraverso lo sguardo degli altri, Ada (la ex moglie) si crogiola nel suo ego, Lucrezia (la madre) è l’unica che riesce ad affrontare con un certo distacco la faccenda.
C’è molta grazia nel modo di scrivere della Bonvicini; riesce ad essere divertente anche mentre ci racconta i drammi che hanno stravolto le vite di queste donne.
Leggera ma mai superficiale, affronta con coraggio temi anche difficili come l’omosessualità, il tradimento, l’impossibilità di aiutare e capire chi ti sta vicino.
Una scrittura molto comunicativa e che rende conto della sensibilità di questa autrice, che in poche parole dipinge le sue protagoniste ai nostri occhi e ci fa ritrovare in loro un po’ di noi e delle nostre storie, perché
“Il nome nemmeno conta, il succo si concentra nella preposizione”
E riesce anche a tenere i lettori incollati alle pagine, grazie al fitto mistero che circonda l’apparentemente inspiegabile scomparsa di Vittorio. Con colpo di scena finale.
“Forse ho avuto troppe mogli, troppe figlie, troppe madri. Tutte le donne, nella mia vita, sono state troppe cose.”
Vittorio tornerà dalle sue donne?
E, se sì, le ritroverà lì ad aspettarlo?
Caterina Bonvicini
Nasce a Firenze nel 1974. Laureata in letteratura moderna, ha lavorato per la Casa Editrice Einaudi. Vincitrice di molti premi letterari (tra glia altri, il Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice ed il Premio Fregene per la narrativa), con i suoi romanzi ha incontrato anche un grande favore di pubblico.