hanno ucciso qualcuno
di Benjamin Stevenson
Feltrinelli, 2022
Elena Cantoni (Traduttore)
Thriller, pag.384
Sinossi. A Ernie Cunningham le riunioni di famiglia non sono mai piaciute. Di sicuro c’entra il fatto che tre anni prima ha visto suo fratello Michael sparare a un uomo e lo ha denunciato, un oltraggio che non gli è ancora stato perdonato. Perché i Cunningham non sono una famiglia come le altre. C’è solo una cosa che li unisce: hanno tutti ucciso qualcuno. Ora hanno deciso di ritrovarsi per un’occasione speciale: trascorreranno un fine settimana in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione di Michael. Ma i Cunningham non sono tipi da stare in pantofole davanti al caminetto. Il giorno dell’arrivo di Michael, viene trovato il cadavere di un uomo. Ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, come se fosse morto in un incendio, ma non ha ustioni sul corpo. Mentre una bufera si abbatte sul resort isolandolo e la polizia brancola nel buio, spetterà a Ern capire se il colpevole è uno dei suoi familiari, prima che vengano uccisi tutti.
Recensione di Luisa Ferrero
Grazie alla voce narrante, quella di Ernest Cunningham (uno che di mestiere scrive libri su come si scrivono i libri), entriamo nel mondo della famiglia Cunningham.
Il nostro narratore riceve da sua zia un invito per trascorrere un weekend ‘in famiglia’ allo Sky Lodge, l’hotel più in quota di tutta l’Australia. L’occasione del raduno è la scarcerazione di Michael, fratello di Ernest, che ha trascorso tre ani in carcere in seguito alla testimonianza contro di lui del nostro narratore.
La famiglia Cunningham ci viene presentata, fin da subito, con un assunto che toglie ogni dubbio: «Temevo la riunione della famiglia Cunningham ancora prima del primo omicidio. Prima che una tempesta ci isolasse in un albergo tra le montagne, mentre la neve e i cadaveri si accumulavano. Il fatto è che noi Cunningham non andiamo molto d’accordo. Abbiamo solo una cosa in comune: abbiamo tutti ucciso qualcuno. Mio fratello. La mia sorellastra. Mia moglie. Mio padre. Mia madre. Mia cognata. Mio zio. Il mio patrigno. Mia zia. Io.»
Una serie di omicidi strani e non facilmente spiegabili, colpi di scena a raffica e rivelazioni non prevedibili si susseguono per tutto il romanzo fino all’epilogo, anch’esso tutt’altro che scontato.
Prima di continuare però è doveroso fare una precisazione sul carattere strutturale del libro, fondamentale per capirne la genesi e lo sviluppo. Nella pagina introduttiva troviamo, quasi come fosse un monito, il Decalogo del Giallo Perfetto scritto da Ronald Knox nel 1929: si tratta di dieci regole che uno scrittore di gialli dovrebbe rispettare nel rapporto con il lettore.
Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno prosegue con il narratore che non solo ci accompagna tra morti e misteri, ma ci indica anche le pagine in cui avverranno, oltre a tirarci per la giacchetta tutte le volte che qualcosa di particolare deve saltarci all’occhio o mettere in guardia l’investigatore che è in noi perché mica tutto è un indizio, a volte le cose accadono e basta.
Stevenson ha creato un giallo originale che più originale non si può e proprio per questo si distingue dalla massa che spesso troviamo in libreria. È in grado di suscitare nel lettore, almeno per me è successo così, sentimenti contrastanti che vanno dallo sconcerto iniziale perché non riuscivo a comprendere se ero di fronte a un thriller o a un corso di scrittura creativa, all’’incavolatura’ nel ritrovare tanti (forse quasi tutti) i cliché che nei libri di genere si cerca di evitare, e infine alla considerazione che l’autore australiano sia riuscito a uscire davvero fuori dal coro. L’ammiccamento continuo fatto al lettore, i numerosi suggerimenti e l’investigazione che conduce il narratore spiegandoci i vari passaggi, mi hanno fatto comprendere quanto la destrutturazione e l’ironia siano davvero la cifra stilistica di Stevenson.
Tutta la trama è un gioco, una sostanziale parodia di gialli e thriller nella quale l’autore sfrutta tutti i classici spunti: luogo isolato e difficile da raggiungere, tempesta di neve, morti misteriose, famiglia dai componenti a dir poco insoliti.
Interessante è anche la genialità del titolo che fin da subito ti dà al contempo un indizio e il primo imbroglio perché ti fa sospettare di tutti e di nessuno.
Da leggere e anche da rileggere perché la scrittura graffiante e intelligente e gli snodi non tutti rivelati fanno sì che a fine lettura, quando sei convinto di aver intuito tutto, ti ravvedi e ‘torni indietro’ per comprendere meglio di quale ‘fregatura’ non ti sei accorto.
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Benjamin Stevenson
Pluripremiato stand-up comedian e scrittore, ha fatto il tutto esaurito all’International Comedy Festival di Melbourne e al Fringe Festival di Edimburgo, ed è apparso più volte su abc, Channel 10 e The Comedy Channel. Ha scritto tre romanzi e lavora come agente letterario in Australia. In corso di traduzione in oltre venti paesi, Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno ha raggiunto il primo posto delle classifiche bestseller australiane e diventerà una serie tv per hbo.
A cura di Luisa Ferrero
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