Tutto il blu del cielo





Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Mélissa da Costa

Editore: Rizzoli

Traduzione: Elena Cappellini

Genere: Narrativa

Pagine: 624 p., R

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Cercasi compagno/a di viaggio per un’ultima avventura: sono le prime parole dell’annuncio che Émile pubblica online un giorno di fine giugno. Ha deciso di fare ciò che ancora non ha mai fatto, che ha sempre rimandato, perché nella vita va così. Partire per un viaggio on the road, setacciare paesaggi vicini eppure mai esplorati, affondare occhi e naso là dove non c’è altro che natura e silenzio, senza data di ritorno. Ha solo ventisei anni e una forma di Alzheimer precoce e inesorabile, per questo vuole vivere in completa libertà, lontano da chiunque lo conosca, fintanto che il suo corpo glielo concederà. Non si aspetta che qualcuno davvero risponda al suo appello, ma sbaglia. Qualche giorno dopo in una stazione di servizio, pronta a partire, protetta da un informe abito nero, con un cappello a tesa larga, sandali dorati ai piedi e zaino rosso in spalla, c’è Joanne. E così, su un piccolo camper, attraverso boschi profumati, torrentelli rumorosi, sentieri e stradine che si snodano tra le vette dei Pirenei e certi bellissimi borghi dell’Occitania, una giovane donna e un ragazzo s’incamminano. Parlano poco, forse cercano una dimensione diversa dove potersi incontrare, la parola giusta per bucare, senza fare troppo male, ognuno il dolore acuto dell’altro. Tutto il blu del cielo, esordio di Mélissa Da Costa diventato un bestseller da seicentomila copie, è una storia di rinascita che dalla sofferenza vede sbocciare, pura e irrefrenabile, una gioia di vivere nuova, la bellezza assoluta della scoperta dell’altro, la magia del sentirsi umani.

Se potrò fare qualcosa, allora te lo prometto… farò in modo di mandarti un segnale. Il giorno in cui la situazione diventerà troppo pesante da sopportare, cercherò di mandarti un altro compagno di viaggio.”

Le sorprese che può riservare il destino…

Cercasi compagno/a di viaggio per un’ultima avventura… Ragazzo di 26 anni, affetto da Alzheimer precoce desidera partire per un ultimo viaggio…”

Recensione


Quando ho letto la sinossi di questo nuovo libro, sentimenti ambivalenti mi hanno attraversata da parte a parte la testa: paura da un lato per il tema decisamente destabilizzante ma anche dall’altro, curiosità e fiducia, verso un’autrice che già con il libro precedente mi aveva fatto percepire una certa delicatezza nell’uso della penna e, un’abilità ben definita nel saper raccontare senza togliere il gusto della lettura.

Ma se nel primo si rilevava una “certa” bravura, qui, in “Tutto il blu del cielo” esplode come un temporale estivo, portandoti a vivere tutte le sensazioni più forti che l’essere umano possa essere in grado di percepire e sopportare e lo fa con una dolcezza che non ti lascia indifferente.

Ti costringe a pensare.

Ma non al libro, a te stesso lettore che, mentre leggi affronterai un viaggio, ma non solo quello dei protagonisti, bensì il tuo.

Un viaggio interiore che ti porterà a riflettere su di te e sulle tue scelte.

Perché leggendo questo libro, il messaggio più forte è che non si torna indietro, non si può fare altro che guardare al qui e ora.

Prima di tutto un consiglio importante, fate scorta di fazzolettini perché vi serviranno ma, non aspettatevi la classica storia strappalacrime senza una base solida, perché la situazione che si presenterà ai vostri occhi sarà ben più complessa di come potreste immaginarvela.

Il tuo passato sta svanendo…non puoi farci niente.

E il tuo futuro…

Non ho un futuro.

Anche il tuo futuro sta svanendo. Quindi…

Quindi mi resta solo il presente.”

Francamente, non riuscirei e immaginarmi con una data di scadenza certa e sicuramente, non vorrei mai e poi mai sapere quando dovrebbe o potrebbe accadere.

Questo però non viene concesso ad Émile, che di punto in bianco ha una data approssimativa, compresa di istruzioni e descrizioni di tutto il calvario che ne verrà prima e così, si ferma un secondo e decide.

Decide che lui di ritrovarsi rinchiuso, costretto e privato della libertà dai medici e dalla sua famiglia che da subito inizia a trattarlo come un mentecatto nell’intento di proteggerlo, decide, dicevo, che non ci sta.

Se deve morire sarà alle sue condizioni e soprattutto, facendosi un ultimo regalo, il viaggio che non è mai riuscito a fare prima per pigrizia e perché, forse per tanto tempo, anche prima della malattia, lui stesso è stato affetto da una vile dipendenza che lo faceva lasciar andare ogni cosa, che gli ha tolto l’aria fino a ridurlo ad una massa inconsistente.

È fortunato perché sta facendo questo viaggio. In un certo senso, ha anche la fortuna di sapere che morirà molto presto. Altrimenti non si sarebbe mai concesso il lusso di partire, di viaggiare dentro sé stesso, di vedere le cose con altri occhi.”

Un incontro incredibile, imprevedibile, una risposta impensata che arriva e che sarà quella destinata a cambiare la vita, ma non solo a lui.

Joanne non è facile, non è chiacchierona anzi, le parole gli dovrebbero essere strappate con le pinze ma in fondo, non servono tante parole, basta il rispetto reciproco degli spazi, dei tempi, delle proprie esigenze.

Oggi è riuscito a farla sorridere… Non è solo una ragazza incasinata che è salita sul suo camper. È l’unica persona che ha risposto all’annuncio, che si è proposta di accompagnarlo nel suo viaggio verso la morte. In un certo senso hanno un legame.”

Ma inizieranno a conoscersi, a far defluire verso l’esterno quello che hanno dentro, ciò che ha creato dentro il loro cuore quel nodo così opprimente che non permette a nessuno dei due di godere dell’attimo, della bellezza che hanno attorno.

Stasera mi è successa una cosa strana, una cosa che non mi era mai capitata: mi sono perdonato.”

Sarà proprio lei, con i suoi silenzi o almeno, con le poche parole e con i gesti al momento giusto che aiuterà Émile a prepararsi a lasciare questo mondo in modo consapevole, senza averne paura e bensì, apprezzando ogni singolo momento che gli resta.

Dicono che i morenti vedano la propria vita scorrere davanti agli occhi, che ne rivivano i momenti più significativi. Non so se sia vero ma credo che tutti abbiamo bisogno di tornare su queste immagini prima di andarcene, di guardare gli eventi con occhi diversi, più saggi, con il distacco dovuto agli anni trascorsi, di Capire (con la c maiuscola), di perdonare, di perdonarsi.”

La Da Costa colpisce diretta al cuore con un romanzo che non vuole risultare sdolcinato e lacrimevole, e bensì lancia un messaggio forte a noi tutti sul valore della vita.

In questo caso è la malattia devastante che colpisce il protagonista a mettere un timing a ciò che potrà fare o meno poi, ma più in generale è un monito, a mio avviso, che riguarda ognuno di noi sul senso di apprezzare la vita e ciò che ci arriva ogni giorno, nelle piccole cose.

E’ una promessa che ti faccio, o meglio… un impegno che prendo… perché tu sia sicuro che seguirò le tue istruzioni fino alla fine, che proteggerò le tue libertà costi quel che costi, che veglierò su di te fino alla fine…”

Ce ne sarebbe da dire su questo libro, ma se ve ne dicessi troppo probabilmente poi voi non lo leggereste più, o almeno non lo vivreste allo stesso modo in cui l’ho vissuto io (e mentre scrivo, ripensandoci ancora piango e rido… e ho detto tutto!).

La scrittura verga le pagine con una dolcezza infinita anche nei momenti più bui e cerca sempre l’attimo di sole, il raggio di luce che illumina la bellezza di questi due personaggi, arricchendola con i colori vivi e vibranti che l’autrice ha voluto utilizzare sulla tavolozza, con la quale ha dato loro vita, arricchendoli di sogni, speranze e anche dolori.

Così diversi.

Così uguali.

Vissuti estremamente lontani che si sono incontrati e intrecciati ad un certo punto del loro percorso, e che con i loro carichi, i loro fardelli hanno tentato di donare un po’ di gioia all’altro, come obiettivo finale di questa meravigliosa storia.

C’è troppo dolore in lei. Se si lasciasse sfuggire anche solo un briciolo di quel dolore, sarebbe travolta da un torrente in piena a cui forse non sopravviverebbe.”

Temi importanti si racchiudono in queste pagine, dalla perdita in ogni forma possibile e inimmaginabile a quella più consapevole e devastante e cioè, il progressivo annullamento di sé stessi, il timore della morte, il bisogno di combattere, di sopravvivere e anche la voglia di poter donare qualcosa di sé nei propri limiti, il bisogno di lasciare un segno nelle proprie oggettive e obiettive possibilità.

La sua sofferenza infinita. Gliel’ha consegnata perché la dividessero, perché non fosse più l’unica a soffrire. E lui accetta quel dono.”

E naturalmente il regalo più grande, un attimo di vera pace interiore, nonostante tutto.

Per tutti.

E poi la fine.

Nessuna parola precede le vere partenze.” (Edmond Jabès, Il libro delle somiglianze)

Se potete, accogliete Émile e Joanne come ho fatto io. Non ve ne pentirete.

Buona lettura!

Mélissa Da Costa


si occupa di comunicazione in ambito energetico e climatico. I quaderni botanici di Madame Lucie, pubblicato in Francia con grande successo di pubblico, è il suo primo romanzo tradotto in Italia. Il suo esordio letterario, Tout le bleu du ciel, è stato tra i dieci libri più venduti in Francia nel 2020

 

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