UCCIDERE,
QUALCHE VOLTA
di Rosa Mogliasso
SEM 2023
Noir, pag.304
Sinossi. Totò ha diciassette anni, un padre che è sparito nel nulla anni prima, una madre che mantiene entrambi lavorando da parrucchiera. Totò ha una testa sopraffina, ama la poesia, capisce la vita, le debolezze degli altri, ma soprattutto è infinitamente curioso e manipolatore, desideroso di uscire dal suo guscio, dalla casa popolare e dal quartiere in cui vive e di misurarsi, finalmente, con il mondo. Totò è il deus ex machina, in parte involontario, di una vicenda i cui molteplici protagonisti – da Francesca Turchinetti Tratti di Valprina, imprenditrice danarosa, a suo marito Tommaso, detentore dell’imponente cognome e di nient’altro; da Beppe Pinardi, ex operaio ora nullafacente con la scusa di volersi dedicare alla politica, a sua moglie Teresa, fino a Paolo e Martina, due coniugi bellissimi e prestanti, entrambi dediti a quella che viene definita l’attività più vecchia del mondo, gestita con piglio manageriale – hanno in testa un unico obiettivo: la ricerca della felicità, rappresentata per alcuni dai soldi, per altri dalla scoperta di una nuova sessualità.
Un noir elegante, divertente, letterario e popolare insieme, dove spiccano i dialoghi e il taglio cinematografico, l’ironia e la voglia irresistibile del lettore di sapere come andrà a finire. Storie che si intrecciano in una Torino che – come ha detto De Chirico – “è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante non d’Italia ma del mondo”.
Recensione Pier Livrieri
Un titolo che è più un’intenzione che una promessa di ciò che si squadernerà nelle 300 pagine di questo bel romanzo, pennellato da Rosa Mogliasso attingendo alla tavolozza del noir per come ormai è d’uopo intenderlo: un genere cioè in grado di svolgere a pieno titolo la funzione descrittiva della società, messa in vetrina con tutti i suoi vizi, i suoi tic e i suoi inconsolabili pruriti.
Per certi ardori non c’è balsamo che tenga.
Le differenti classi sociali – sì sì ho detto proprio le “classi”, ancora ben salde e presenti all’ombra della Mole – intersecano le proprie esistenze consumandole in prove di forza in cui il finale non è mai banale nè scontato.
Toni scanzonati e ritmo incalzante per un romanzo pervaso da una tensione corporale, carnale e sessuale in cui in tempi dispari sono molti i tappi a saltare.
E mi riferisco a tappi che chiudono bottiglie (cioè esistenze) che sopravvivono in compressione e chiedono a questo mondo almeno un po’ di ossigeno. Chiedono un’altra strada oppure che venga aperta una porta per lasciare uscire il vero sè, l’autentico io, l’istinto più viscerale, la propria intimità.
Un romanzo pervaso dalle pulsioni, dagli odori e dagli umori ma che profuma di quel gelsomino che se potesse parlare…
Qui ci sono molte vite orgogliose di ciò che vorranno fare e due che si offrono senza orgoglio, se è vero come dicono che sia sempre il fine a giustificare i mezzi.
Bisogna toccare il punto più basso affinchè certi cerchi si chiudano e una missione si compia.
Il prezzo è un’indagine, decisamente empirica, di ciò che potrebbe piacere e interessare, se solo talvolta ci si regalasse l’opportunità di assaggiare. E che poi piace. Ed è un ‘opzione a cui diventa difficile dire basta. In queste pagine è un prezzo che in molti pagano volentieri, tra rimorsi di coscienza che si dissolvono tra il fumo delle molte sigarette consumate.
E’ opinione diffusa che il noir sia ormai divenuto il genere principe per raccontare questa società, il moderno romanzo sociale.
E’ una verità da accettare.
Che ci piaccia o meno il noir.
E che ci piacciano o no questi tempi friabili e questa società sbriciolata.
Sono curioso di scoprire una nuova storia raccontata dal giovane e bramosoTotò.
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Rosa Mogliasso
Rosa Mogliasso vive a Torino. Tra i suoi romanzi ricordiamo: L’assassino qualcosa lascia; L’amore si nutre d’amore; La felicità è un muscolo volontario; Chi bacia e chi viene baciato; Bella era bella, morta era morta; L’irresistibile simmetria della vendetta. È stata finalista in molti premi prestigiosi, tra cui il Bancarella, il premio Scerbanenco e il francese Prix Meilleur Polar.