Uccido chi voglio




Recensione di Costantino Giordano


Autore: Fabio Stassi

Editore: Sellerio Editore Palermo

Genere: Thriller

Pagine: 234

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Questa storia è nata in un carcere. Un detenuto albanese mi rivelò, in un incontro, il vero significato dell’antico soprannome della mia famiglia, Vrascadù. Avevo sempre creduto che volesse dire Braccia Cadute e fosse una contrazione del siciliano. Si trattava invece di una frase arbëreshë; il ragazzo mi consegnò la traduzione su una pagina strappata che ho portato con me per anni: Uccido chi voglio. È il titolo di questo romanzo, e il motivo per cui comincia con un altro biglietto spedito da Regina Coeli. A scrivere a Vince Corso, che di mestiere cura la gente suggerendo libri da leggere, è un ergastolano di nome Queequeg. Inizia così una settimana difficile, nella quale Corso si troverà a un metro dalla follia e nel mezzo di un’indagine, ma da inquisitore a inquisito, come se oltre alla realtà anche l’alfabeto si fosse capovolto ed esistesse per davvero una Porta Magica tra i libri e la vita. Smarrito per Roma, Vince Corso si addestra a perdersi, non a ritrovarsi. La sua è la testimonianza di un detective involontario che non riesce più a leggere il mondo che lo circonda. Un rapporto sulle ombre, e sul potere minaccioso e salvifico delle parole. Una lunga lettera al padre, dopo tante cartoline.


Recensione


Viviamo nell’equivoco, è vero, e nell’equivoco prosperiamo. Solo ogni tanto, in situazioni estreme o per qualche imprevisto, ci capita di scioglierne qualcuno, ma mai del tutto. La vita è un malinteso, nient’altro”.

Uccido chi voglio è un thriller atipico, non si basa né sulla psiche dell’assassino né su quella del protagonista che non è neanche un detective; è un nuovo tipo di thriller, un thriller altrettanto appassionante che si basa su episodi di vita vera, che potrebbero accadere a chiunque; dunque, ognuno di noi, potrebbe essere il protagonista principale di questo Romanzo.

Il personaggio principale della storia è Vince Corso, biblioterapeuta che consiglia libri da leggere per far guarire le persone da malesseri interiori. Si troverà improvvisamente coinvolto in una serie di omicidi dei quali diventerà uno dei principali indiziati.

Inizia così una serie di sfortunati eventi che sconvolgeranno la routinaria quotidianità di Corso, fatta di libri, pazienti da aiutare attraverso la lettura e passeggiate in una Roma attuale ma sempre meravigliosamente elegante e malinconica in grado di creare l’atmosfera giusta per far immergere completamente il lettore nella storia.

La trama è ben costruita e la narrazione scorrevole e accattivante, in ogni capitolo c’è sempre un elemento di novità che rinnova l’interesse nel lettore e lo spinge ad andare avanti nella lettura. Una peculiarità del romanzo è che il lettore inconsapevolmente diventa uno dei pazienti di Corso, a seconda delle varie problematiche che vengono affrontate durante la lettura si appunta i libri che Corso consiglia quasi come se li stesse consigliando a lui.

Si crea dunque, soprattutto nella prima parte del romanzo, tra il lettore e il personaggio principale, una vera e propria relazione terapeuta-paziente e in alcuni passaggi risulta un libro affascinante e incredibilmente terapeutico.

La parte finale del libro invece è una vera e propria rivelazione, il ritmo inizia a diventare incalzante e sostenuto, gli eventi si susseguono con velocità e frenesia tanto da trovarsi improvvisamente catapultati alla risoluzione degli enigmi sugli omicidi quasi inconsapevolmente. Alla fine, tutti i puntini sparsi per il foglio troveranno giunzione e il disegno ben architettato dell’omicida verrà rivelato a Corso e al lettore.

Alla fine del libro al lettore sembrerà di aver vissuto a pieno e in prima persona la storia, con la sensazione che la narrazione stessa si sia sostituita alla realtà. E se fosse davvero così? Può la fantasia di un libro diventare realtà o sostituirsi ad essa?

Scopriremo attraverso Corso e i suoi libri che spesso narrazione e realtà si intrecciano e possono creare una vera e propria realtà parallela dove il confine tra le due sarà così sottile da diventare invisibile.

 

 

 

Fabio Stassi


di origine siciliana, vive a Viterbo e lavora a Roma in una biblioteca universitaria. Scrive sui treni. Nel 2006 ha pubblicato il romanzo Fumisteria (GBM, premio Vittorini Opera Prima 2007). Per minimum fax ha pubblicato È finito il nostro carnevale (2007), La rivincita di Capablanca (2008) e Holden Lolita Živago e gli altri. Piccola enciclopedia dei personaggi letterari (1946-1999) (2010), ha pubblicato con Sellerio: L’ultimo ballo di Charlot, tradotto in diciannove lingue (2012, Premio Selezione Campiello 2013, Premio Sciascia Racalmare, Premio Caffè Corretto Città di Cave, Premio Alassio), Come un respiro interrotto (2014), Fumisteria (2015, già Premio Vittorini per il miglior esordio), La lettrice scomparsa (2016) e Uccido chi voglio (2020). Ha inoltre curato l’edizione italiana di Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno (2013, 2016).

 

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