Recensione di Giuseppe Tursi
Autore: Andrea Vitali
Editore: Garzanti
Genere: narrativa
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Sembrerebbe impossibile, perché la posizione è invidiabile, ma anche al caffè dell’imbarcadero di Bellano capita che per una giornata intera entri solo qualche sparuto cliente. Come martedì 5 marzo 1935. Per tirare sera l’oste Gnazio Termoli deve inventarsele tutte, fino a lavare e rilavare bicchieri già puliti. E poi sbadigliare all’ingresso del bar deserto. Eppure questa è una data che non potrà dimenticare, né lui né l’intero paese. Al calare delle prime ombre, infatti, al molo attracca una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre uomini completamente vestiti di nero. Uno davanti e gli altri due dietro. Modi spicci e poche parole che incutono terrore. Muti e impietriti, il Gnazio e i pochi altri testimoni assistono a una scena che ha dell’incredibile. Dopo alcuni minuti i tre militi, infilatisi nell’intrico delle contrade, riappaiono al molo. Sempre in formazione, ma adesso tra loro, sorretto per le ascelle e trascinato come un peso morto, c’è il povero maestro Fiorentino Crispini. Caricatolo brutalmente a bordo, l’imbarcazione riprende il largo in direzione di Como. E il Gnazio? Come tutti sanno, meglio farsi i fatti propri, fingere di non aver visto nulla e morta lì. Ma in questo caso… Il maestro Crispini… Come è possibile? A ripensarci, da qualche tempo il maestro non sembrava più lui. Aveva mancato più volte, per esempio, il proverbiale appuntamento con il suo marsalino, che il Gnazio gli serviva ogni mattina. Però, da lì a immaginare che possa aver meritato un arresto del genere ce ne passa. Unica soluzione: affidare la patata bollente ai carabinieri. Se la veda il maresciallo Ernesto Maccadò con quelli della Milizia. Capisca insomma cosa è successo e, se ci riesce, riporti a casa il Crispini..
RECENSIONE
Andrea Vitali torna in libreria con un nuovo caso per il commissario Ernesto Maccadò, ambientato, come nelle precedenti storie, a Bellano, sul lago di Como. Questa volta è Fiorentino Crispini, suo malgrado, il protagonista della vicenda narrata, scrittore e poeta ben voluto dai suoi concittadini per la sua bontà d’animo.
Proprio per questo motivo, quando Gnazio Termoli, proprietario del caffè imbarcadero, vede con i propri occhi tre miliziani vistiti di scuro trascinare via il povero letterato in una serata brumosa, non ci pensa due volte ad avvisare il commissario Maccadò.
A causa di ciò, il microcosmo di Bellano prende forma, i suoi personaggi, come in una pièce teatrale, entrano in scena regalandoci momenti esilaranti ed equivoci risolti grazie alla collaborazione tra i carabinieri e gli stessi cittadini di Bellano. Oltre alla storia principale del povero malcapitato Fiorentino Crispini, Vitali tesse piccole sottotrame famigliari.
Quindi assistiamo alle liti furibonde tra Semola Fulvio, segretario della sezione bellanese del Partito Nazional Fascista, e sua moglie Selina. Litigi ascoltati dalle orecchie costantemente ricettive delle tre sorelle zitelle Fiamma, vicine di casa dei coniugi Semola.
Assistiamo alla “caccia” della disinibita e libertina Visitazione Serena conosciuta ai più come Carovana, proprio per i suoi appetiti sessuali. Anche con questo romanzo Andrea Vitali riesce a strapparci un sorriso, e grazie alla sua prosa scoppiettante, tiene sempre viva la fiamma della narrazione.
Oltre a questo, leggere delle indagini del commissario Maccadò è interessante perché veniamo proiettati negli anni poco prima del Secondo conflitto mondiale, con precisione nel 1935, e con leggerezza, riusciamo a percepire come era la vita in quegli anni.
Ancora una volta Andrea Vitali è riuscito a comporre un romanzo godibile e divertente con personaggi tratteggiati con maestria. Il tutto rende più gradevole addentrarsi tra le vie di Bellano, ed è un piacere riuscire a immergersi così tanto nella narrazione da poter quasi sentire il vociare nei caffè e nelle osterie, e non è difficile immaginarsi di vedere spuntare dalla finestra la testa di una delle sorelle Fiamma, o osservare il baluginare della sigaretta della Carovana, in attesa di sfamare i suoi appetiti.
A cura di Giuseppe Tursi
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Andrea Vitali
Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all’Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo…
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