Sinossi. «Madonna, ma non passa più il tempo lì dentro? Luigia ha la testa piena di pensieri che vanno avanti e indietro come i pesci nelle vasche dell’Acquario di Genova, solo che invece di pesci rossi sono grane, una più grossa e pesante dell’altra. Ma quanto ci mette questo benedetto commissario a riceverla?»
Luigia Merello è una giovane donna rimasta vedova da pochi mesi. Il defunto marito Maurizio Fravega oltre ai due figli Matteo e Carolina, di venti e undici anni, le ha lasciato degli arretrati con i fornitori e lo Stato, ai quali spetta a lei rimediare. Luigia scopre anche che il marito aveva contratto un grosso debito con degli strozzini, i quali le fanno capire che, se non sarà lei a saldare se la prenderanno con tutta la famiglia. Non sapendo come far fronte a tutti questi debiti Luigia è costretta a sottostare alle loro condizioni e prostituirsi in un basso del centro storico, adottando il nome Gilda. Luigia stringe amicizia con la giovane Edlira che lavora nel basso a fianco al suo. Una sera Edlira viene trovata morta, barbaramente uccisa con un trapano. A seguire le indagini saranno il commissario Jurij Pedemonte e l’ispettore Domenico Primo ma anche la stessa Luigia si ritroverà coinvolta. La storia racconta di come esista una grande umanità e un senso di “famiglia” tra i vicoli di Genova, tra gente scappata dalle guerre, dalla fame, gente che ha subito violenze ma che nonostante tutto è sempre disposta ad aiutare gli altri.
“Non mi fraintenda. Deve convenire però che non è un lavoro senza rischi, il vostro…
…
… Non sono mica nata puttana, io. Il mestiere lo faccio per necessità, per pagare tutti i debiti che quella belina di mio marito, Dio non l’abbia in gloria, mi ha lasciato in eredità…
…Questo non è il mio lavoro. E tante altre hanno storie simili alla mia. Pensa che se potessimo scegliere saremmo lì a venderci in un basso del centro storico?”
UN DIAMANTE
ROSSO SANGUE
di Clara Negro
Morellini 2023
thriller, pag.368
Recensione di Loredana Cescutti
Una storia forte, che parla di donne, in primis.
Che affonda le radici in una condizione femminile difficile, dove le donne, ancora una volta, si ritrovano vittime ma anche le uniche in grado di provare a sopravvivere e a ricostruirsi una vita.
Se il destino glielo permetterà.
Una scrittura voluttuosa e inebriante, nonostante le storie e il tema.
Ma anche spontanea.
Uno stile che da subito ti si appiccica e dove, nonostante tu sia consapevole della scomodità di dover sentire fatti che assomigliano moltissimo alla realtà con conseguenze annesse, non riesci a voltarti indietro e affronti la verità guardandola negli occhi e con le orecchie ben aperte.
“La vita ci piega come fossimo canne, ci intreccia, ci curva, senza spezzarci. Perché si fa l’abitudine a tutto. Alla solitudine, al dolore, alla fatica, ai compromessi. A volte però arriva il giorno in cui uno schiatta o dice semplicemente basta. E la fa finita. Resistere o arrendersi?”
Luigia, Ersilia, Edlira, ma anche la Carolina, ragazze e donne che ne hanno viste tante, troppo, ma che non si sono arrese, hanno fatto fronte comune nel tentativo di rialzarsi, ancora.
Di nuovo.
E poi.
E poi, purtroppo, come in una roulette il destino, beffardo e vigliacco, per mano di altri decide e tu, avverti tutta l’impotenza di non poter cambiare nulla, tentare sì ma senza certezze alcune a meno di non avere un pizzico di fortuna nell’incontrare chi, gli occhi li usa veramente per GUARDARE, te e, le orecchie, le sintonizza in modo da ASCOLTARE oltre che sentire.
“Non ha mai giudicato nessun altro dolore degno di essere pianto. Ma questa volta non si tratta di dolore, si tratta di umanità, di gentilezza, sentimenti rari, e questi sì che meritano le sue lacrime, persino da una scafata come lei.”
Sono rimasta rapita da questa storia, che mi ha praticamente tenuta incollata e ancorata a lei, con gli occhi e con il cuore.
“Non siamo forse tutti sconosciuti a noi stessi? Impreparati a quello che ci viene chiesto di affrontare?”
Un tema che non si discosta poi molto dalla realtà, e che, ci viene proposto con sensibilità, delicatezza, onestà e una spontaneità disarmanti, che riesce a strappare sorrisi anche nelle difficoltà, che ti fa scendere lacrime amare per l’impotenza e che, ci prova, anche se è difficile, a mostrarti la luce in quel tunnel così scuro, così negativo che, come solo la vita vera, sa essere.
A volte.
Una storia a più facce, come quelle del diamante, protagonista di questo romanzo, che riuscirà a stupirvi, mostrandovi che a guardare le cose da un’altra prospettiva, magari, una possibilità, anche affidandosi alle persone giuste che il destino metterà sulla nostra strada, c’è.
Se saremo in grado di riconoscerla.
“Il passato è difficile da cancellare, soprattutto se è un passato di cui ci si vergogna, che vorremmo non fosse nostro, non averlo mai vissuto.”
Il futuro, però, è ancora tutto da scrivere.
Per tutti.
Buona lettura!
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Clara Negro
Nasce a Genova, dove studia, lavora e vive. Laureata in Lingue e Letterature Moderne insegna per diversi anni italiano e inglese e successivamente lavora nell’ufficio direzionale di una società petrolifera. Non è quello che vuole per sé. Così abbandona l’impiego per dedicarsi a ciò che più le interessa fare. Entra come freelance nella Fabbri Editori scrivendo per alcune testate di settore. Segue diversi corsi di scrittura creativa a Genova e a Lucca. Pubblica racconti in tre raccolte antologiche: 15 meno 1 (Zona Franca), Salsicce e rapini (Del Bucchia Editore) e Morte per acqua (Tra Le Righe Libri). Nel 2016 pubblica per HarperCollins Italia un romanzo in due volumi: La storia dei miei giorni e Tracce di me. Nel 2019 esce in ebook, sempre per Harper Collins, il suo terzo romanzo Come una farfalla in volo.