Sinossi. Torino, 2033. Rachele e Gabriele vogliono diventare genitori. Per farlo decidono di servirsi degli ovociti che lei, ormai quarantenne, ha fatto crioconservare anni prima. Ma una sorpresa raccapricciante li attende. Quei gameti sono già stati utilizzati da qualcuno che se n’è indebitamente appropriato. Nel tentativo di comprendere cosa sia accaduto, i due si rivolgono al vicequestore Zamira El Amri, amica di vecchia data di Gabriele e una delle prime poliziotte italiane col velo. Zamira e il suo fdato collaboratore Claudio Dini avvieranno un’indagine senza precedenti, i cui risvolti si riveleranno molto più ampi e complessi del previsto.
Chi ha rubato i miei ovociti?
di Giuseppe Valenti
Spazio Cultura Edizioni 2023
Thriller, pag.220
Recensione di Laura Salvadori
Il titolo dice già tutto e la cover fa il resto.
Questa apertura, che scaccia immediatamente ogni dubbio sul contenuto di questo romanzo, è la prima netta presa di posizione di questo libro.
Una scelta coraggiosa, specie se messa in campo da un autore emergente. Ma anche un’onestà che non può che ben impressionare.
Giuseppe Valenti, del resto, sa di cosa parla. Medico specializzato in ginecologia e in tecniche di procreazione assistita, ambienta la sua storia tra dieci anni esatti da oggi. Non vi sono elementi distopici, solo l’acuirsi di alcune tendenze già oggi in atto: quella della genitorialità, oggi spesso messa in discussione, procastinata e a volte concretizzata in tarda età da parte della donna, orientata prima alla carriera e solo dopo alla maternità.
Quello dell’integrazione tra popoli ed etnie, un’esigenza insopprimibile in tempi caratterizzati da grandi spostamenti di capitale umano. Quello dell’identità di genere, quello della libera espressione della propria sessualità. E quello di nuove frontiere dei rapporti d’amore, nei quali il sesso occupa un posto sempre più incerto.
Di fatto, nel 2033 poco è cambiato nelle abitudini di vita. A parte il ricorso alla crioconservazione degli ovociti, al quale sempre più donne ricorrono. E quando Rachele decide di utilizzare i suoi ovociti, a suo tempo congelati per un utilizzo futuri,scopre che questi sono stati rubati.
La trama racchiude un giallo in piena regola, con retroscena affatto scontati e un intreccio che diventa sempre più intricato.
Ma la perla del romanzo è in verità la sua protagonista, la dottoressa Zamira El Amri, un’acuta vicequestore, dedita interamente al lavoro. Una donna in carriera con un passato irrisolto e le incertezze e le debolezze di chi non ha ancora trovato il proprio posto.
Zamira dà all’autore la possibilità di approfondire molte tematiche e offre al lettore uno spunto per riflettere, oltre a favorire quell’immersione nei sentimenti e nei molteplici aspetti della vita relazionale ed emotiva dei personaggi.
L’autore riesce ad operare questa piacevole commistione tra introspezione e intreccio giallo, costruendo un personaggio spesso, carismatico, con le carte in regola per apparire nuovamente in un ulteriore capitolo.
Una lettura piacevole e ben congegnata. Un ottimo esordio, che prelude a qualcos’altro. Un altro capitolo per Zamira?
Vedremo. Nel frattempo Giuseppe Valenti potrà riscuotere gli onori, per aver scritto un buon giallo.
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Giuseppe Valenti
(Palermo, 1955), ginecologo, opera principalmente in Sicilia e in Toscana. Da sempre impegnato nel sociale e nel riconoscimento dei diritti civili, afanca alla passione per la scienza l’amore per la cultura umanistica. Già autore di numerose pubblicazioni scientifche, Un furto incredibile. Chi ha rubato i miei ovociti? segna il suo esordio di narrativa.