Recensione di Fiorella Carta
Autore: Zoje Stage
Traduttore: Marialuisa Amodio
Genere: Thriller
Pagine: 384
Editore: Newton Compton
Anno: 2019
Sinossi. Per Suzette Jensen la nascita di Hanna è stata una benedizione. Le sue condizioni di salute sembravano escludere la possibilità di una gravidanza, ma alla fine lei e suo marito Alex hanno ottenuto la famiglia che avevano sempre desiderato. Hanna, però, a sette anni non ha ancora pronunciato neppure una parola. È riuscita a farsi espellere da tutte le scuole in cui l’hanno mandata, costringendo Suzette a seguirla a casa. Hanna è una bambina difficile. Capricciosa, aggressiva, diventa ogni giorno più ostile. L’unico momento in cui sembra calmarsi è quando suo padre è presente. Agli occhi di Alex, Hanna è il ritratto della brava bambina, un angioletto innocente che ha bisogno di affetto per sbloccarsi. Eppure Suzette sa che c’è molto di più. Sente che sua figlia non la ama, e sospetta che covi un odio viscerale nei suoi confronti. Un odio che peggiora fino a diventare una vera e propria minaccia…
Recensione
I bambini hanno la capacità innata di comunicare in qualsiasi modo, anche quando manca loro la parola. Piangono se sono a disagio, sorridono se sono felici, si allontanano se non hanno piacere di stare con una persona e appoggiano il loro capo sulla tua spalla quando sono stanchi e si fidano del tuo abbraccio.
Questa fisicità tende a diminuire man mano che la parola prende il sopravvento. Hannah ha sette anni, quindi dovrebbe parlare speditamente, non ha disabilità fisiche o mentali eppure tace, perché desidera così.
Il silenzio verrà interrotto solo in alcuni istanti, quando l’odio verso la madre ha necessità di uscire fuori, vomitato verso il mondo attraverso le parole.
Hannah non è solo una bambina cattiva, è una stratega astuta, una manipolatrice scaltra.
Un romanzo che porta a galla le angosce di ogni genitore, sensi di colpa su alcune mancanze, domande a cui non si vorrebbe mai dare una determinata risposta.
Eppure…eppure ricordiamoci che i bambini sono persone a sé, col tempo capaci di pensare e agire in maniera soggettiva; non mancano di certo le influenze dell’ambiente in cui vivono, ma il libero arbitrio cresce in maniera direttamente proporzionale all’età e per quanto un genitore si possa sentire sempre in difetto, alcune colpe vanno proprio lasciate in disparte.
Zoje Stage ci racconta la cattiveria nei panni di una bambina e in alcuni momenti alla sua tenerezza che traspare nel finale, ho creduto anche io.
Furba la ragazzina! Apprezzerei un seguito visto il finale aperto.
La pazzia e la cattiveria non le puoi certo racchiudere in poche pagine.
Zoje Stage
Vive a Pittsburgh ed è una regista con una predilezione per il buio e la suspense. Una bambina cattiva ha conquistato pubblico e critica, è diventato immediatamente un bestseller di «USA Today», si è aggiudicato il titolo di libro del mese per «People» ed «Entertainment Weekly» ed è stato finalista ai Goodreads Choice Awards e al Bram Stoker Award per il romanzo d’esordio.
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