Recensione di Ilaria Bagnati
Autore: Mattias Edvardsson
Traduttore: Samanta K. Milton Knowles
Editore: Rizzoli
Pagine: 510
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Eccola Stella Sandell, diciannove anni, disamorata di Lund e della Svezia, impegnata a progettare un lungo viaggio in Asia, abituata per noia a sedurre, capace di sarcasmo immediato verso un modello di carriera e di vita borghese che suo padre, pastore della Chiesa di Svezia, e sua madre, esperto avvocato, sognerebbero per lei. Poi una sera nel solito locale, con davanti la solita pinta di birra, un uomo entra dalla porta d’ingresso. La prima a vederlo è Amina. Ma non si pensi a una storia di gelosia e manipolazione; a un thriller, piuttosto, che incide la nostra sensibilità. Un thriller senza effetti speciali, forte di un’assonanza – per la situazione che descrive – a «Pastorale americana» di Philip Roth, anche questo con una famiglia al suo centro: un padre, una madre, la loro figlia Stella, avvinghiati in una storia gialla imprevedibile e conturbante. Strato dopo strato i personaggi del libro vengono impregnati di un’inquietudine aliena: un padre la cui vocazione religiosa manca di un mattone, una madre che orienta la realtà con geniale disinvoltura, un uomo d’affari imperscrutabile, la sua ex amante bruciata da un’ossessione, e poi Stella e Amina, inseparabili, rivelazioni di questo romanzo e di quello che la vita ci può riservare, a volte, nella sua brutalità.
Recensione
Una famiglia quasi normale non può lasciare indifferente il lettore perché oltre ad essere un fantastico thriller affronta tematiche vicine ad ognuno di noi: i legami familiari, l’amicizia, la fede. I Sandell sono, o meglio, erano una famiglia come tante, Adam è un pastore della Chiesa di Svezia, Ulrika un avvocato di una certa fama e Stella una ragazza che sogna un grande viaggio in Asia. Stella era una campionessa di pallamano, quando si è stancata di prendere gli ordini dall’allenatore ha lasciato e si è dedicata ad altro, lavora da H&M per mettere da parte i soldi per il suo viaggio.
È un’adolescente che inizia a ribellarsi a tutti e a tutto, non sopporta obblighi e divieti, sia quelli dei genitori che quelli imposti dalla società.
“Pensai spesso alle parole di Dino sul fatto che Stella fosse il peggior nemico di se stessa. Doveva riuscire a vincere la battaglia contro di sé. Di tanto in tanto sembrava che si fosse arresa in quella partita.”
La frase che pronuncia spesso la ragazza rivolgendosi ai genitori è “Non ce la posso fare. Me ne frego”. Crescendo Stella inizia a fumare, a bere e frequentare ragazzi non molto raccomandabili, le piace sedurli perché è annoiata dalla vita che conduce. Anche quando incontra Chris insieme alla sua migliore amica Amina, Stella non riesce a frenare la sua voglia di sedurlo anche se è più grande di loro. Da questo incontro tutto inizia a precipitare per Stella, per i suoi genitori e anche per Amina.
I legami tra di loro verranno messi in discussione, subiranno delle forti pressioni e tutti dovranno fare i conti con bugie, sotterfugi, inganni. Questi legami diventeranno più forti o si rovineranno per sempre?
Il modo di Edvardsson di trattare le dinamiche familiari mi ha colpita molto, i componenti della famiglia Sandell si raccontano, Adam e Ulrika parlano di come si sono conosciuti, cosa hanno amato e ancora amano l’uno dell’altro, come vivono il lavoro dell’altro e come sono cambiate le dinamiche di coppia con l’arrivo di Stella.
Anche Stella ci parla di lei, del rapporto con i genitori, di quello con la sua migliore amica Amina, dei suoi sogni e della sua difficoltà a controllarsi. Ognuno di loro fa un’analisi molto chiara e profonda che non lascia indifferenti. Nonostante le divergenze all’interno della famiglia Sandell, quando Stella finisce nei guai i genitori si trovano uniti nel salvare la figlia, sono disposti a tutto… proprio a tutto?
Anche a mettere in discussione i propri principi più solidi?
Lo stile di Edvardsson mi piace, adoro il suo modo di andare in profondità anche quando fa più male. A volte ho trovato un po’ pesante il continuo ritorno al passato dei personaggi principali, credo che l’autore si sia ripetuto un po’ troppo su certe questioni.
Nel complesso Una famiglia quasi normale è sicuramente un fantastico thriller, infarcito di tematiche profonde e coinvolgenti. Ne consiglio sicuramente la lettura!
Mattias Edvardsson
Mattias Edvardsson insegnante di liceo è nato a Löddeköpinge, Svezia. Nel 2019 Rizzoli ha pubblicato il suo thriller Una famiglia quasi normale che ha scalato le classifiche svedesi vendendo più di 60.000 copie in poche settimane ed è stato pubblicato in oltre trentuno Paesi.
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