Recensione di Massimo Ghigi
Autore: Giorgio Serafini Prosperi
Editore: NNEDITORE
Pagine: 328
Genere: Giallo/Noir
Anno di pubblicazione: 2016
L’ex commissario Adriano Panatta ha due croci nella vita, oltre al nome del famoso tennista: la passione per le donne, che gli ha rovinato la carriera, e quella per il cibo, pesante come i sessanta chili di troppo che lo ingabbiavano prima di vincere ogni giorno la sua battaglia contro la dipendenza.
Vive a Roma, quasi nascosto, quando il passato torna, implacabile, a presentare il conto: Olivia, una sua vecchia fiamma, ricompare chiedendogli di indagare sul suicidio di una ragazza, Alice, un mistero che si consuma nel mondo della politica, degli affari, del riciclaggio di denaro, delle sette religiose.
E Panatta non può rifiutarsi. Così, sotto traccia, torna a fare il poliziotto, fidandosi dei colleghi di un tempo, degli amici e del suo fiuto per la verità.
Giorgio Serafini Prosperi ci consegna un romanzo che ha tutto lo spirito e la malinconia dei gialli italiani, una storia che penetra i lati oscuri dell’anima con la sapienza e la leggerezza di chi ha sconfitto i propri mostri perché, alla fine, ne ha saputo riconoscere l’esistenza.
Questo libro è per chi ama leggere un libro tutto d’un fiato e poi ricominciarlo dall’inizio, per chi affida a un numero sulla bilancia il pronostico della giornata, per chi rintraccia i ricordi nei profumi delle strade, e per chi si arrampica in cielo, spalle alla rete, e con un rovescio lancia la palla nel suo futuro.
Recensione. Per un amante della narrativa gialla/noir e dello sport del tennis quale io sono, scoprire l’esistenza di un romanzo giallo il cui protagonista, esponente delle forze dell’ordine, si chiama Adriano Panatta (esattamente come uno dei migliori tennisti italiani degli anni ‘70 e non solo), era motivo di grande curiosità.
Adriano Panatta, un nome che è una piccola condanna e motivo di sfottò fin da ragazzino, ma questo è il male minore che deve affrontare il protagonista di questo romanzo. La sua sfida più grande con la vita, infatti, è stata quella di vincere la sua ossessione per il cibo, con l’aiuto di terapia e gruppo di recupero.
In una godibilissima storia noir (che nulla ha da invidiare ai classici hard-boiled americani) fatta di “sesso, potere, corruzione, omicidi presunti”, la vera forza del romanzo è la figura di Adriano; un personaggio fragile ma al tempo stesso con una forza di volontà incrollabile; un eroe, dicevamo, ma non perché senza paura, ma perché ha il coraggio di affrontarla e pagarne il prezzo in prima persona, con la consapevolezza che “non ci si può tirare indietro perché il destino incalza coloro che non hanno sciolto i propri nodi, che non hanno superato i propri ostacoli.”
Ad accompagnare Adriano in questa storia ci sono tutta una serie di personaggi comprimari, come il leale e divertente ispettore Stoppa, persone affidabili e di alto valore morale a formare un’ideale squadra contro il potere oscuro, come tanti Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Cos’è più importante in un romanzo la trama o i personaggi?
Personalmente penso che, quando i personaggi sono così ben caratterizzati come l’Adriano Panatta di Giorgio Serafini Prosperi, la trama possa tranquillamente venire in secondo piano.
La lettura è stata particolarmente scorrevole e l’empatia con il protagonista immediata, al punto tale da non essere tanto interessato a sapere come sarebbe andata a finire la storia, quanto a come se la sarebbe cavata il buon Adriano nella sua vicenda umana.
Se volete un libro con colpi di scena a ripetizione, e azione a go-go probabilmente questo libro non fa per voi; se invece vi piace leggere storie che vi facciano anche riflettere su voi stessi, allora questo è un libro da leggere e gustare ad ogni pagina.
Giorgio Serafini Prosperi
nasce a Roma e debutta come attore teatrale all’età di dieci anni. Da allora ha scritto per il teatro (Premio Flaiano 1991 e 2001), la televisione, il cinema. È regista teatrale e documentarista.
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