Recensione di Francesca Marchesani
Autrice: Kate Grenville
Traduzione: Simona Fefè
Editore: Neri Pozza
Genere: Narrativa
Pagine: 352
Pubblicazione: Giugno 2021
Sinossi. Durante la ristrutturazione di una residenza storica di Sydney, viene rinvenuta una scatola di latta sigillata e incastrata dietro una trave del sottotetto. La scatola, gremita di vecchi fogli quasi illeggibili, contiene le memorie di Elizabeth Macarthur, moglie di John Macarthur, passato alla storia come primo colono e padre dell’industria laniera australiana. Il ritrovamento è eccezionale, perché svela ciò che nessun documento della storiografia ufficiale osa raccontare: la vita di una donna straordinaria, capace di amministrare un’azienda agricola enorme, allevando pecore da lana pregiata e gestendo, con grande temperamento, una manodopera composta da galeotti abbrutiti. Gelosamente conservate, sottratte alla furia di un mondo in cui il ruolo della donna si perdeva in un desolante nulla, le memorie diventano la finestra attraverso cui è possibile affacciarsi su un’esistenza non comune. Elizabeth nasce nel 1766, figlia di un agricoltore del piccolo villaggio di Bridgerule, nel Devon. Ancora bambina, viene accolta nella casa del pastore, dove cresce in modo analogo a quello della quasi contemporanea Jane Austen. È qui che incontra e sposa il sottufficiale John Macarthur, un uomo irrequieto, sgradevole, roso dall’ambizione. Un anno dopo i due sposi, con il figlio in fasce, salpano verso la colonia penale del Nuovo Galles del Sud, appena istituita: poco più di due granelli d’Inghilterra in mezzo a incalcolabili miglia che non lo sono affatto. Un destino, per la giovane donna, approntato dalle regole sociali del tempo che non tengono in alcun conto la sua volontà. Tuttavia, nei vasti paesaggi di quel continente sconosciuto, nel regno delle foglie, delle rocce e del vento, Elizabeth scoprirà un coraggio che non avrebbe mai immaginato di possedere, cedendo a quel mistero insondabile che è il desiderio.
Recensione
Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, dicono. Non c’è affermazione più vera ai giorni d’oggi.
Ma forse non erano della stessa scuola di pensiero qualche secolo fa.
Quella che ci racconta Kate Grenville è una storia nata da un insieme di documenti che ha trovato e che ha poi rielaborato con un pochino di fantasia come solo una scrittrice sa fare.
Se vi piacciono i romanzi storici, ma anche un po’ romantici e con un pizzico di dramma, questo potrebbe fare al caso vostro.
Come stile ricorda molto Tracy Chevalier, ma l’autrice australiana non ha davvero nulla da invidiarle. Il romanzo racconta di Elisabeth, che era solo una ragazza quando viene spostata da una casa all’altra come un elemento d’arredo.
Tutto questo finché non conosce John McArthur, un uomo che non è esattamente il principe azzurro ma che le circostanze le hanno imposto di sposare. Così Elisabeth, dalla sua amata Inghilterra deve spostarsi di migliaia di chilometri, fino all’altra parte del mondo, in Australia.
Cosa mai potrà esserci per lei laggiù?
In realtà, anche se nel tragitto perderà molte cose, una volta approdata scoprirà quanto è vero quando si dice:
“Sai quello che lasci ma non quello che trovi.”
Perché mai avrebbe immaginato di provare una sconfinata serie di emozioni così lontano da casa. Un romanzo che è un inno alla forza e alla tenacia delle donne che spesso sono nascoste all’ombra di uomini per nulla meritevoli.
Una penna fresca e interessante.
Kate Grenville
Kate Grenville è nata a Sydney, dove vive e lavora, nel 1950. Dopo gli studi all’Università di Sydney e all’Università del Colorado a Boulder ha lavorato nell’industria cinematografica australiana prima di trasferirsi a Londra e a Parigi svolgendo l’attività di editrice e giornalista. Tornata nella terra natale, ha esordito nella narrativa nel 1984 con la raccolta di racconti Bearded Ladies e successivamente si è dedicata con successo ai romanzi, scrivendone otto, e alla saggistica, spaziando dai manuali di scrittura alla critica letteraria. Nel 2001 ha vinto con The Idea of Perfection , l’Orange Prize, mentre nel 2005 è entrata nella shortlist del Booker Prize con il romanzo Il fiume segreto risultando poi vincitrice l’anno successivo del Commonwealth Writers’ Prize per il miglior libro.
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