UN’ESTATE A BORGOMARINA
Autore: Enrico Franceschini
Editore: Rizzoli
Genere: Giallo
Pagine: 300
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi.
Un corpo nel porto canale e un mistero in un antico codice. Il detective per caso Andrea Muratori alle prese con una stagione di fuoco.
Cosa c’è di più bello che crescere e invecchiare insieme agli amici d’infanzia, in un pittoresco borgo di mare? Eppure, quando l’imprenditore Amos Zoli, l’uomo con l’albergo più grosso, il conto in banca più grosso, lo yacht più grosso, viene ripescato nelle acque del porto canale in un’umida alba di giugno, si scopre che a Borgomarina serpeggiano antichi risentimenti e desideri di vendetta. Chiamato a indagare dalla figlia della vittima, il giornalista in pensione e detective per caso Andrea Muratori si mette alla ricerca dell’assassino tra i personaggi che popolano la piccola stazione balneare della Riviera romagnola. Al suo fianco non possono mancare i suoi inseparabili vecchi compagni di classe, i “tre moschettieri”, e le loro intrepide compagne. La soluzione potrebbe essere nel messaggio in codice lasciato ai posteri dal genio del Rinascimento, Leonardo da Vinci, che cinquecento anni prima ha disegnato il porticciolo locale, ma serve anche la memoria di un’ottuagenaria ex maestra di scuola… Tra pedinamenti notturni, gite al faro, gare di tuffi dal molo, concorsi di bellezza per nonne, abbuffate di pesce, e topi di biblioteca, ci vorrà una lunga estate per scoprire i segreti che animano Borgomarina. Un giallo che affonda le radici nella Storia, una felliniana commedia sull’amicizia, sullo sfondo del mito nazionalpopolare delle vacanze italiane.
Recensione di Pier Livrieri
Il Mura, al secolo Andrea Muratori, non tradisce mai: lunga vita al Mura!
Siamo al terzo capitolo della saga del giornalista in pensione che si diletta a risolvere piccoli e grandi misfatti.
La sede principale degli eventi è Borgomarina ma no, non cercatela sulla cartina. Le altre località sono quelle vere, indicate coi loro nomi reali. Ma Borgomarina è Borgomarina: un luogo a sé, un palcoscenico immaginario, uno spazio che si riempie di vita, di vite e di morte. E poco importa se a qualcuno pare assomigliare terribilmente a Cesenatico…
Anche in questo caso sono i delitti e i misfatti a trovare molto bene Borgomarina: e bisogna ammettere che qui non restano orfani ma incontrano pane per i loro denti, non in divise efficienti e zelanti ma in calzoncini e maglietta indossati distrattamente da un pensionato appassionato di buon cibo, belle donne e di misteri da non lasciare insoluti.
Dopo “Bassa Marea” e “Ferragosto” Enrico Franceschini, il papà del Mura, ci regala una storia più “larga” delle precedenti, innesta una nuova marcia ed entra in verticale e in orizzontale nelle vite dei personaggi e nella Storia. Sì, in questo capitolo entrano la Storia e la Cultura e ci accompagnano per tutto il racconto.
Anche per questo la definirei una commedia gialla.
Meno indugi sui menù delle infinite occasioni conviviali e maggiore focalizzazione sulle relazioni tra i protagonisti. Affiorano dubbi, riflessioni e incertezze. Si incresperanno relazioni storiche?
Protagonista è sempre la Romagna e la traiettoria del racconto attraversa i mesi estivi, ma il tema di fondo è meno scanzonato, meno leggero e decisamente più “impegnato”. Non si indugia sui cliché estivi della vita in Riviera, il sapore della Romagna non manca ma è un gusto più pieno, rotondo e avvolgente.
Il Mura diventa capitano di una squadra impegnata a supportarlo nelle indagini. Tutti giocano un ruolo come tessere essenziali e irrinunciabili di un mosaico variopinto. In questo mi piace sottolineare il ruolo delle donne: le compagne dei nostri quattro moschettieri e l’ex insegnante in pensione Tina Fabbri. Senza di loro non ci sarebbe possibilità di giungere alla soluzione del caso.
Ciascuno mette a disposizione degli altri ciò che può e ciò che sa: solo così i nostri arriveranno alla conclusione.
Una coralità, un gioco di squadra, che si ritroverà in altri punti del racconto…
La storia inizia in una mattina di giugno avvolta in una nebbia così densa da impedire al Mura la consueta corsetta e termina mesi dopo, al principio dell’autunno, con una nebbia che non consente l’ultimo bagno della stagione, una storica abitudine per il Mura, il Prof, l’Ing e il Barone.
Anche in questo la narrazione ha una sua tridimensionale rotondità.
E poi la nebbia non può stare lì per caso ma come metafora delle vicende umane.
Meno linearità, l’imprevisto, più improvvisazione; meno abitudine e maggiore necessità di trovare un’alternativa e un tempo paziente per sé e per le persone che ci circondano.
Sono sempre più convinto che il Mura non tradisca mai: lunga vita al Mura!
ps: speriamo non sia una trilogia!
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Enrico Franceschini
nato a Bologna nel 1956, scrittore e giornalista, ha ricoperto il ruolo di corrispondente per il quotidiano “la Repubblica”, nelle sedi di Londra, New York, Washington, Mosca e Gerusalemme. La sua opera Vivere per scrivere è stata finalista al Premio Estense nel 2018. Tra i suoi libri: Londra Babilonia (Laterza, 2011), Vinca il peggiore. La più bella partita di basket della mia vita (66th and 2nd, 2017), L’ uomo della Città Vecchia (Feltrinelli, 2017), Vivere per scrivere. 40 romanzieri si raccontano (Laterza, 2018), Bassa marea (Rizzoli, 2019) e Ferragosto (Rizzoli, 2021).