Uscirne vivi




Alice Munro


DETTAGLI:

Editore: Einaudi

Genere: Narrativa

Pagine: 302

Anno edizione: 2016

Sinossi. “Dear life”, cara vita… Il titolo originale della tredicesima raccolta di storie di Alice Munro sembra la consueta formula epistolare di un pacificato congedo. Ma ha anche, nel contesto narrativo e nell’espressione idiomatica da cui proviene, il senso di un pericolo appena scampato. Scrivere alla vita, dunque, per uscirne vivi. Con l’urgenza di ogni fuga, un’impazienza nuova che si manifesta in un inedito nitore. Quello della narratrice di “Ghiaia”, il cui disincanto e tormento esistenziale sembrano raccontati dalla prospettiva raggiunta di una lucidità imperturbabile. O del protagonista fuggiasco di “Treno”, che attraversa le stazioni della propria esperienza e di quella altrui con lo sguardo di un semplice passeggero a bordo della vita. Quello che segue i percorsi mentali della vecchia di “In vista del lago” e del suo sconclusionato viaggio verso un passato irrecuperabile. Un nitore che connota anche la lingua di pagine nelle quali Munro concede alla sua prosa un’ulteriore, estrema libertà, asciugando le proprie frasi come pietre, spolpandole fino all’osso. Ossa di storie, voci lontane e ancora vive, sguardi, una parsimonia di parole, ellittica e più che mai essenziale. Ecco che cosa resta da dire, ecco che cosa trova il lettore in “Uscirne vivi”: tracce di materiale radioattivo, lo stesso, pericoloso e potente, che ha attraversato, illuminandole, tutte le storie. Il residuo secco. Le prime e le ultime cose, rivela Munro, il bandolo di un mondo realizzato in sessant’anni.

 Recensione di Giuseppe Tursi


Sono quindici i racconti del libro Uscirne vivi di Alice Munro, premio Nobel per la letteratura nel 2013. Gli ultimi quattro racconti di questa raccolta sono, come scrive l’autrice stessa “le prime e le ultime cose – e le più private – che ho da dire sulla mia vita.”

Quattro storie che affrontano come tema la malattia della madre, il rapporto con la sorella, e la rigida educazione che suo padre le impartiva. L’autrice si mette a nudo nel suo ultimo libro e lascia un commiato brillante, lucido, come la sua scrittura sapeva essere. Proprio la sua lucidità di scrittura, la sua prosa, minimale ma frizzante, sono le caratteristiche che più mi hanno impressionato, e che hanno reso Alice Munro una scrittrice di racconti fuori dal comune. La Munro ha saputo reinventare la struttura del racconto tradizionale, i suoi testi sembrano, per la loro complessità di trama, dei piccoli romanzi raccontati in maniera non lineare, avvalendosi di espedienti narrativi come il flashback, che hanno il fine narrativo di esplorare, in maniera puntigliosa, l’emotività dei suoi personaggi. Matrimonio, malattia, amicizie, amori, cioè la vite nelle sue mille sfaccettature sono i temi cari all’autrice canadese, che con estrema maestria, riusciva a coglierne le sfumature più nascoste. 

“Franklin mi cinse con le braccia e mi tirò giù dalla sedia. – Non possiamo permetterci di litigare, – disse.

No, vero. Avevo scordato quanto fossimo vecchi, scordato ogni cosa. Pensando di avere ancora tutto il tempo del mondo di lamentarci e soffrire.” 

Di certe cose diciamo che non si possono perdonare, o che non ce le perdoneremo mai. E poi invece lo facciamo, lo facciamo di continuo.”

Personalmente penso che l’arte del racconto sia un’espressione artistica stupenda, difficile da apprendere, poiché la storia deve seguire il suo flusso senza prendere deviazioni, come spesso succede nel romanzo.

Alice Munro è una scrittrice da leggere e rileggere, per chi ama i racconti, per chi ama la letteratura e per chi ha l’ambizione di scrivere è un’autrice imprescindibile, a cui dobbiamo dire grazie per tutto ciò che ci ha donato.    

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Alice Munro


Alice Munro è stata la più importante autrice canadese contemporanea, “maestra del racconto breve”. Nel 2013 ha vinto il PREMIO NOBEL per la Letteratura. È cresciuta a Wingham, Ontario. I suoi racconti, ambientati perlopiù nelle piccole cittadine dell’Ontario sudoccidentale, mescolano osservazione precisa della realtà sociale e introspezione psicologica, e si caratterizzano per la raffinatezza formale.
Temi prediletti sono i problemi delle ragazze durante l’adolescenza, il loro rapporto con la famiglia e con l’ambiente circostante, il matrimonio, il divorzio, la vecchiaia, la solitudine. Ha pubblicato numerose raccolte di racconti e un romanzo. Fra i molti premi letterari ricevuti, per tre volte il Governor General’s Literary Award in Canada, il National Book Critics Circle Award negli Stati Uniti e il Man Booker International Prize. I suoi racconti appaiono regolarmente sulle più prestigiose riviste letterarie.
Dell’autrice Einaudi ha pubblicato Il sogno di mia madre (2001), Nemico, amico, amante… (2003), In fuga (2004), Il percorso dell’amore (2005), La vista da Castle Rock (2007 e 2009), Segreti svelati (2008), Le lune di Giove (2008), Troppa felicità (2011), La danza delle ombre felici (2013), Una cosa che volevo dirti da un po’ (2016). Alcuni titoli sono pubblicati anche da La Tartaruga.