Vegliare su di lei




Jean-Baptiste Andrea


Traduttore: Simona Mambrini

Editore: La nave di Teseo

Genere: Narrativa

Pagine: 480

Anno edizione: 2024

Sinossi. Nel grande gioco del destino, Mimo sembra proprio aver ricevuto le carte sbagliate. Affetto da nanismo, nato in una famiglia di poveri immigrati italiani in Francia, perde il padre, scultore che gli aveva insegnato i rudimenti dell’arte, durante la prima guerra mondiale quando lui è ancora molto piccolo. Incapace di mantenere entrambi, la madre lo affida a uno “zio”, Alberto, in Italia, anche lui scultore, ma dedito più alla bottiglia che allo scalpello. Mimo, però, ha dalla sua un grandissimo talento per la scultura, coraggio e determinazione. Viola Orsini, invece, erede di una famiglia importante, tra le più potenti di tutta la Liguria, trascorre l’infanzia e l’adolescenza tra gli agi e le comodità, ma è troppo intelligente e ambiziosa per potersi rassegnare a vivere una vita di ozio e noia. Sin da bambina va contro le consuetudini tipiche della sua classe e sogna in grande. Mimo e Viola non si sarebbero mai dovuti incontrare, ma il destino è inintelligibile, e così, a tredici anni, si trovano, si sfiorano, si riconoscono e giurano solennemente di non lasciarsi mai. Su di loro, però, incombono le differenze di ceto, che sembrano precludergli ogni possibilità di stare insieme. Sullo sfondo, gli anni convulsi e turbolenti del primo conflitto mondiale, del dopoguerra, del fascismo e della liberazione, attraverso i quali Mimo e Viola saranno costretti a camminare, cercando di tenersi stretti l’uno all’altra, uniti da un legame incrollabile. Romanzo vincitore del premio Goncourt 2023, “Vegliare su di lei” è un travolgente affresco in cui si mescolano storia e passione, un racconto avvincente che con grazia e bellezza sa parlare ai nostri cuori unendo l’amore per l’arte, a quello, eterno, tra un uomo e una donna capaci di sopportare qualunque cosa pur di inseguire i propri sogni.

 Recensione di Simona Burgio 

Michelangelo Vitaliani ha solo dodici anni quando parte dalla Francia per arrivare in Italia. Ha perso suo padre, non sa quando rivedrà sua madre, ma è felice e inebriato per tutto quello che lo aspetta, quella massa di futuro da scalare, da tagliare a sua misura.

Nessuno scommetterebbe un soldo bucato su di lui, quindi deve conquistarsi l’ammirazione. Ma lui fa di più, molto di più. Nonostante la sua statura, oggetto spesso di scherno, sa di avere ereditato dal padre il talento di scolpire.

La pietra gli ha sempre parlato, tutte le pietre, anche quelle tombali, come quella su cui una notte si sdraia insieme a Viola per ascoltare le storie di coloro che giacciono.

Mimo è solo, non ha niente e nessuno, fino a quando conosce una ragazzina che non si uniforma al periodo in cui vive. Lei è una futurista, una visionaria, una ragazza molto intelligente che vuole diventare come Marie Curie. Viola, che è l’unica persona in grado di criticare il più grande genio del Rinascimento senza risultare arrogante.

Superando insondabili abissi di convenzioni e barriere di classe, diventano “gemelli cosmici”. Saranno legati, oltre il tempo e lo spazio, da una forza più grande di loro che nulla potrà mai spezzare. 

Cit. Mi ci sono voluti ottantadue anni, otto decenni di malafede e una lunga agonia, per ammettere che non esiste Mimo Vitaliani senza Viola Orsini. Ma Viola orsini esiste senza bisogno di nessun altro. 

Dunque, il nostro protagonista ha una vita lunga, piena d’arte, di capitali, di musica e folgorante bellezza. Un artista istintivo, dotato di un inaudito talento, inspiegabile persino a se stesso. La sua arte non passa per la teoria. 

Cit. La rassegnazione fa girare il mondo, perché ci permette di accettare le mille morti che uccidono i nostri sogni. 

Non è più un francese smarrito, senza patria né padre, arrivato in una fredda notte del 1917. Era stato ignorato, preso in giro, mendicava per un lavoro. Da un giorno all’altro, diventa lui quello da pagare. Mentre Mimo colleziona gioie e fama, Viola vive la sua vita in un mondo parallelo, dove lei ha il diritto di scegliere chi vuole essere, che non si arrende perché vuole di più. Vuole essere una donna in piedi. 

Cit. Siamo una sinfonia, e anche la musica ha bisogno di silenzi

Vegliare su di lei è una grande storia d’amore, di lotta, di sofferenza e ambizione. Una scrittura perfetta, a tratti cinica e ironica, che dà voce a chi non può parlare. Un romanzo che cresce d’intensità, si evolve pagina dopo pagina, insieme a due protagonisti meravigliosi. 

Leggere questo romanzo è come vivere una lunga vita attraverso gli occhi di qualcun altro. L’autore comprime ottantaquattro anni di storia, ingabbia il lettore con naturalezza, senza costrizioni, con descrizioni perfette dei vari contesti storici.

Intreccia frammenti di verità con finzione sapientemente costruita. I personaggi realmente esistiti diventano un contorno perfetto, frutto di un talento creativo straordinario. 

Un romanzo di una bellezza inaudita che annulla il tempo, che travolge, che sorprende lasciando emozioni intense e indimenticabili. 

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Jean-Baptiste Andrea


è un regista, scrittore e sceneggiatore francese. Mia regina (2018), il suo romanzo d’esordio, ha vinto il Prix Femina des lycéens e il Prix du premier roman, raccogliendo in tutto 12 premi letterari. Lavora come sceneggiatore e regista tra la Francia e gli Stati Uniti. Il suo secondo romanzo, Cent million d’années et un jour è uscito dopo due anni. L’uomo che suonava Beethoven (2022) fa parte della sua trilogia sull’infanzia e si è aggiudicato il Grand Prix RTL-Lire, il premio Relay des Voyageurs Lecteurs e il Prix Ouest-France Étonnants Voyageurs. Con Vegliare su di lei ha conquistato il Prix Goncourt, il Prix du roman Fnac e il Grand Prix des Lectrices Elle.

A cura di Simona Burgio

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