GIULIANO PASINI
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Pagine: 223
Anno edizione: 2023
Sinossi. Non si può sfuggire per sempre al proprio passato, anche quando è pieno di dolore. A quest’amara consapevolezza, il sostituto commissario Roberto Serra deve arrendersi il giorno di Capodanno del 1995 quando la sua vita e quella di Case Rosse, il minuscolo borgo arroccato sui colli dell’Appennino in cui si è rifugiato, viene sconvolta da un feroce omicidio: alle prime luci dell’alba, un contadino rinviene tre cadaveri, tra cui una bambina, adagiati sull’erba gelata accanto a una stele che ricorda un’atroce strage avvenuta durante la Seconda guerra mondiale. Da quel momento, sembra che la sorte voglia coinvolgere Serra in un gioco crudele, riportando a galla quanto credeva di essersi lasciato alle spalle: l’assassinio dei genitori, il male oscuro che l’affligge, la fine dell’unica relazione che per lui abbia mai significato qualcosa. E lo obblighi a rispettare una promessa fatta anni prima: non lasciare che il colpevole resti impunito, per dare a quei cadaveri senza nome la pace che meritano. Affinché i martiri riposino in pace, come recita la poesia incisa sulla stele vicino alla quale sono stati ritrovati i corpi. Venti corpi nella neve segna l’inizio della serie dei romanzi con protagonista Roberto Serra, poliziotto in perenne fuga da sé e animato da una feroce fame di verità, che in questa indagine sarà costretto a pagare un prezzo altissimo, perdendo la poca serenità che aveva conquistato nel suo esilio tra le colline per scoprire ferite che la gente di Case Rosse porta dentro da cinquant’anni. E che somigliano, in modo inquietante, alle sue.
“Ricordare è un dovere, anche quando il ricordo non può prescindere dal dolore.” (Giuliano Pasini Venti corpi nella neve – Ringraziamenti)
Recensione di Loredana Cescutti
“… anche i morti possono far male.
E molto.”
La “Danza”, un dono non voluto o una maledizione arrivata per forza, imponendosi in una mente distrutta dal RICORDO.
Da un’assenza strappata, che lo ha costretto a crescere troppo in fretta e che, ha finito per smuovere in lui una sensibilità necessaria e importante per alcuni, ma deleteria e distruttiva per Lui.
Roberto Serra, il protagonista di questa serie, che con “Venti corpi nella neve”, si fa conoscere al pubblico attraverso il suo autore, Giuliano Pasini.
Un territorio aspro e diffidente, quello in cui è andato a rifugiarsi e dove, i suoi abitanti, a distanza di anni, non lo considerano ancora un di “nòster”, bensì un estraneo alla comunità, perché solo chi è nato e cresciuto a Case Rosse può considerarsi uno di loro.
Ma.
Un triplice delitto.
Un omicidio odioso.
Un’esecuzione che ha sterminato una famiglia intera.
Madre, padre, una bambina.
Perché?
E soprattutto, chi?
E poi, ancora morti.
“Non ho mai dato la caccia ai fantasmi. E tu, Serra?
Sono loro a dare la caccia a me.”
Un’indagine che Roberto Serra non avrebbe mai voluto affrontare, perché solo evitando certe situazioni era riuscito a tenere a bada la sua maledizione, “la danza”, o come la chiama lui, “la stronza”, che gli toglie il respiro e il controllo di sé, il prezzo da pagare per entrare in empatia con vittime e carnefici al fine di capire.
Una maledizione che già gli aveva rovinato la vita e che ora, potrebbe farlo ripiombare nel limbo.
Una scrittura, quella di Pasini, con cui c’è stato da subito feeling per il volume di noir in essa contenuta, per il suo personaggio principale che finisce per perforare le pagine con le sue vertigini emotive e, per la storia in sé, che risulta essere completa nei contenuti, corposa e di valore nella memoria storica.
Il ritmo è dinamico, nonostante la collocazione geografica chiusa e arretrata rispetto ad un centro città.
“… l’uomo può diventare una belva verso i suoi simili. Un lupo.”
La penna graffia le coscienze di chi legge e, accarezza la memoria di chi non c’è più e quella di chi è rimasto e non riesce, ancora, a capacitarsi delle perdite subite e delle motivazioni che hanno condotto a tutto ciò che è stato.
Perché questa è una storia romanzata, ma che ha l’evidente obiettivo di tramandare la Storia incomprensibile del passato, che in un modo o nell’altro tutte le nostre generazioni precedenti hanno vissuto e subito.
Il romanzo si presenta da subito ipnotico, ma anche estremamente umano e ciò, è sicuramente merito dell’autore.
“Era certo che le vittime non potessero riposare in pace fino a quando gli assassini fossero a piede libero.”
La caccia di Roberto, potrebbe trasformarsi nella sua dannazione eterna, ma è anche l’unica opzione che conosce: dare dignità e giustizia a ogni vittima.
“Com’è… dopo? Come si sta dopo aver… lasciato tutto?…
… Le anime arrivano lo stesso, ma non puoi fare niente per aiutarle.
Allora, mi permetta di far riposare in pace… le anime… Mi fermerò… dopo.”
Il finale si paleserà al lettore con un colpo di scena inaspettato, che andrà a chiudere l’intera indagine ma che darà da riflettere.
“Non si può spargere sangue all’infinito.”
Una scoperta, per me, questo autore e la certezza, sempre mia, che proseguirò nelle letture dei successivi romanzi, già pronti nell’eReader, perché non c’è niente di più bello di quando un personaggio è in grado di coinvolgerti nella sua storia, finendo per rimanere con te anche dopo aver chiuso il libro.
“Non si può sfuggire per sempre al proprio passato, anche quando è pieno di dolore.”
Buona lettura!
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Giuliano Pasini
è nato a Zocca, è un orgoglioso uomo d’Appennino che vive in pianura, a Treviso. Socio di Community, una delle più importanti società italiane che si occupano di reputazione, è presidente del Premio Letterario Massarosa e in giuria di altri concorsi italiani e internazionali. Il suo esordio, “Venti corpi nella neve” (dal 2023 Piemme), diventa subito un caso editoriale. Seguiranno “Io sono lo straniero” e “Il fiume ti porta via” (entrambi inizialmente Mondadori), tutti con protagonista Roberto Serra, poliziotto anomalo e dotato di grande umanità, in perenne fuga da sé stesso e dal male che lo affligge. “È così che si muore” ne segna il ritorno a Case Rosse dieci anni dopo il primo romanzo (Piemme 2024), seguirà L’estate dei morti (Piemme 2024).