Sinossi. Un romanzo picaresco scritto da un libraio per raccontare, a tratti anche con una vena fantastica, storie di librai e libraie che hanno “rivoluzionato” il mestiere. Narra anche, in modo disincantato, il mondo editoriale italiano e alcuni dei suoi attori più originali. Questo romanzo ci conduce a spasso per i luoghi magici dei libri partendo da Torino. Il protagonista, Andrea, perde il lavoro come addetto alle biblioteche perché durante le consegne ai clienti non riesce a fare a meno di fermarsi e leggere dei brani. Decide di trasferirsi a Barcellona alla ricerca di fortuna e, dopo aver girovagato per la città, capisce che sulla Rambla può rimettersi in gioco grazie a Sant Jordi, protettore della Catalogna. Indossa gli abiti del santo e a chi passeggia per la Rambla propone le sue letture. Da qui hanno inizio le avventure rocambolesche che lo porteranno con Ginevra, Luna e altri protagonisti nella Napoli di Port’Alba e degli Abbagnale, nella Venezia di Manuzio, nella Trieste di Saba ma anche ad Abano Terme, a Tribùk, dove si imbatte in uno strano raduno di librai ed editori. I nostri eroi arriveranno anche a Bologna, Pontremoli, Ventotene, Pietrasanta, Carloforte, Prali, Matera, Bari, Palermo, Procida e Marrakech, e non viaggeranno a cavallo come Don Chisciotte o i protagonisti del Parnaso ambulante di Morley ma su un’Ape e una barca cariche di libri.
VIAGGI DI CARTA
di Rocco Pinto
Edizioni E/O 2023
narrativa, pag.160
Recensione di Davide Piras
“Viaggi di carta” è un romanzo allucinante e allucinato, una storia che si muove sul filo sottile tra realtà e finzione: una sorta di road movie letterario in cui il sapore della fiaba è preponderante.
Questo però non deve ingannare, perché Rocco Pinto, uno dei più importanti librai d’Italia, mette nel romanzo tutta la sua conoscenza editoriale e la usa senza risparmiare elogi e critiche a un sistema che spesso sembra fermarsi a causa di ingranaggi troppo arrugginiti.
Andrea, il protagonista, perde il suo lavoro di bibliotecario per un motivo assurdo quanto bizzarro; egli infatti si macchia della terribile colpa di leggere i libri. In questo incipit l’autore sembra usare la storia di Andrea come metafora per evidenziare quanto nel nostro Paese sia ritenuta superflua la lettura.
Andrea, dopo vari tentativi di trovare un altro lavoro legato ai libri, è costretto ad emigrare in Spagna, prima tappa del suo viaggio che toccherà parecchie città che hanno in comune una cosa: tutte sono animate dalla grande forza di volontà di librai molto speciali. Man mano che la trama si dipana nei vicoli di questi luoghi raccontati con maestria anche nei monumenti, nell’arte e negli usi e costumi, vengono snocciolati tutta una serie di consigli letterari che mettono in mostra il grande bagaglio tecnico del libraio Rocco Pinto.
Quest’opera va affrontata con un foglio e una penna in mano, pronti a segnare le tante chicche presenti tra le pagine.
Personaggi di fantasia vanno a mescolarsi a personaggi realmente esistiti, vissuti o vivi, che hanno fatto la storia dell’editoria italiana: Roberto Cerati, Luciano Foà, Bobi Bazlen e Roberto Calasso, solo per citare i più significativi.
La scrittura è fluida, lo stile semplice, e questo rende il romanzo adatto anche ai lettori più giovani, i quali troveranno i giusti consigli per un futuro da lettori consapevoli. “Viaggi di carta” è quasi un romanzo sperimentale, un’opera ibrida che potrebbe essere romanzo, catalogo, raccolta di recensioni ma anche saggio sull’editoria italiana.
Un libro che si legge con piacere in una sera, trasportati in una barchetta di carta molto speciale, mossa dal vento dei libri e da una storia che sa sorprendere anche nel finale.
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Rocco Pinto
Libraio da sempre, Rocco Pinto vive e lavora a Torino alla libreria Il Ponte sulla Dora. È ideatore di Portici di carta, Torino che legge, Pralibro e Libri sotto la loggia nella libreria La Dora va al mare di Noli. È autore della raccolta di racconti Fuori catalogo: storie di libri e librerie (Voland) e curatore della riedizione di Memorie di un libraio di Cesarino Branduani (Instar Libri). Questo è il suo primo romanzo.