Le indagini
del commissario
Armand Gamache
Autore: Louise Penny
Traduttore: Alessandra Montrucchio e Carla Palmieri
Editore: Einaudi
Collana: Stile Libero Big
Genere: Giallo
Pagine: 504
Anno edizione: 2025

Sinossi. «A uccidere le persone non erano i proiettili, le lame, i pugni in faccia. Erano i sentimenti. Soprattutto i sentimenti trascurati. A volte lasciati al freddo, a congelare. A volte abbandonati sulle rive di un lago, nel mezzo del nulla. Lasciati lì a invecchiare, a imbizzarrire». Un omicidio, un hotel di lusso pieno di sospettati e un colpevole apparentemente in trappola. Ma, come Gamache ben sa, un predatore messo all’angolo è il più pericoloso di tutti. È estate e Armand Gamache e sua moglie stanno festeggiando il loro anniversario di matrimonio in uno degli alberghi più eleganti del Québec. Ma non sono soli. Anche la facoltosa famiglia Finney è arrivata per rendere omaggio al capofamiglia. E mentre il caldo aumenta e l’umidità si avvicina, un violento temporale lascia dietro di sé detriti e macerie, ma anche un cadavere. Toccherà a Gamache dissotterrare segreti e rivalità sepolti da tempo e trovare il colpevole. Il quarto titolo della serie dell’ispettore capo Gamache e di Three Pines.
Recensione
di
Antonella Di Fabio
Vietato uccidere è il quarto titolo della serie dell’ispettore capo Armand Gamache scritto da Louise Penny.
In mezzo alla meravigliosa foresta del Quebec sorge, isolato e lussuoso, il bellissimo Manoir Bellechasse. Un albergo nato per dare ospitalità a facoltosi e spietati cacciatori e ora gestito da Madame Dubois che con la foresta ha fatto un patto.
È vietato uccidere. Quando io e mio marito comprammo il Bellechasse facemmo un patto con la foresta. Ogni decesso non naturale era proibito…….Non si va a caccia né a pesca. Il patto era che tutto quel che metteva piede su questa terra sarebbe stato al sicuro.
Ma qualcuno uccide ancora.
L’ispettore capo Gamache e sua moglie, Reine-Marie hanno scelto quell’albergo per festeggiare il loro anniversario di matrimonio. A far loro compagnia gli occupanti delle altre cinque stanze, tutti membri di una stessa facoltosa famiglia, quella dei Finney-Morrow, riunita per rendere omaggio al capofamiglia.
Fra questi vi sono anche Peter Morrow e sua moglie Clara cari amici di Armand e Reine-Marie.
La famiglia Finney-Morrow nasconde segreti ed è rosa da gelosie e risentimenti.
Un violento e improvviso temporale si abbatte sulla foresta e sull’albergo lasciando dietro di sé un cadavere.
La statua eretta in memoria di Charles Morrow, il capofamiglia, misteriosamente cade dal suo piedistallo e uccide la figlia Julia schiacciandola.
Raggiunto dai suoi uomini l’ispettore Gamache dimentica la vacanza e inizia le indagini.
Tutti i presenti sono sospettati inclusi i membri dello staff e gli amici del poliziotto.
L’assassino è uno di loro.
Gamache insieme al vice Beauvoir e all’agente Lacoste costruiscono l’ossatura dell’indagine e con pazienza giungono a comprendere il perché di quell’omicidio, il come sia stato realizzato e quindi chi l’abbia commesso.
Ma molto altro viene analizzato e scoperto.
La complessità e le mille sfaccettature dell’animo umano, il passato che ritorna e che appare l’artefice delle complesse identità dei sospettati.
L’influenza dei padri sui figli che lascia tracce indelebili nel bene ma anche nel male.
Quando i sentimenti vengono trascurati, congelati, quando il rancore cresce a dismisura, quando l’odio non si placa allora si uccide per liberarsi dal peso, una volta per tutte.
E Armand Gamache è l’esploratore. Lui andava in quel «più in là» e trovava i mostri nascosti dentro tutte le persone ragionevoli, gentili, allegre. Andava dove persino loro avevano paura di andare. Armand Gamache seguiva sentieri melmosi, negli abissi della psiche di una persona, e lì, rannicchiato e a malapena umano, trovava l’assassino.
Perché l’omicidio era profondamente umano. Una persona veniva uccisa e una persona uccideva. E a sferrare la stoccata fatale non era un capriccio, né un evento. Era un’emozione. Un sentimento che un tempo era sano e umano, ma poi si era distorto e gonfiato, e alla fine era stato sepolto. Ma non riposava in pace. Giaceva lì, spesso per decenni, nutrendosi di sé stesso, crescendo e rodendosi, cupo e lamentoso. Finché non si liberava di ogni freno umano. Né la coscienza, né la paura, né le convenzioni sociali potevano contrastarlo. E quando questo accadeva, si scatenava l’inferno. E un uomo diventava un assassino.
Ma “la mente è il proprio luogo, e può in sé fare un cielo dell’inferno, e un inferno del cielo» recita Milton nel Paradiso perduto.
Bisogna scavare nella nostra mente, nelle nostre inquietudini e da quelle trarre forza e trasformarle in sensibilità e comprensione.
Anche Gamache viene messo di fronte ai suoi fantasmi, alla sua infanzia segnata dalla tragedia. Esplora la sua anima e nell’ultima stanza, dietro l’ultima porta non ci trova odio, acrimonia o putridi rancori ma soltanto amore. Accecante, mirabile amore.
Il paradiso ritrovato è in tutti noi, dobbiamo solo cercarlo.
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Louise Penny
È nata a Toronto. Ha lavorato a lungo come giornalista, conduttrice radiofonica e televisiva, occupandosi di cronaca e current affair, ma è con la scrittura che raggiunge il successo. I suoi romanzi sono stati insigniti dei più prestigiosi premi letterari dedicati al genere, dall’Anthony Award al Macavity Award. È l’unica autrice ad aver vinto l’Agatha Award for Best Novel per quattro anni consecutivi. In Italia Piemme ha pubblicato L’inganno della luce nel 2013 e La via di casa nel 2017, entrambi con protagonista l’ispettore Gamache. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Case di vetro (Einaudi, 2019), Il regno delle ombre (Einaudi, 2020), Una specie di follia. Le indagini del commissario Armand Gamache (Einaudi 2022), La grazia dell’inverno. Un’indagine del commissario Armand Gamache (Einaudi, 2023) e Tracce dal passato. Le indagini del commissario Armand Gamache (Einaudi, 2023).