Recensione di Marina Morassut
Autore: Xiaolong Qiu
Editore: Marsilio
Collana: Tascabili Maxi Gialli
Traduttore: Paola Vertuani
Pagine: 359
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2004
Non si può non amare fin da subito questo autore, così come non ci si può non innamorare del protagonista dei suoi romanzi, l’Ispettore capo Chen Cao, poliziotto accorto ma anche e soprattutto uomo amante della poesia e della buona cucina.
L’Editore Marsilio, poi, completa l’opera con delle copertine che sono uno spettacolo, sia per i colori usati che per le raffigurazioni, che di primo acchito incantano l’occhio e poi ti lasciano tramortito per i molti dettagli che si possono assaporare. Non a caso ho usato questo sostantivo, perché i romanzi, oltre all’intreccio giallo/poliziesco, sono proprio da assaporare con molta cura e con riti ben eseguiti e collaudati, come stessimo sorseggiando una preziosa tazza di tea…
E’ parimenti incredibile leggere un romanzo di un autore asiatico, che sia cinese o giapponese. Nella mia esperienza, l’incantamento è una magia che loro sembrano tessere con naturalezza, come se fosse inscritto nel loro DNA.
Fin da subito, complice sicuramente la città in cui si svolge la vicenda, oltre che alle descrizioni particolareggiate, ma mai noiose o eccessivamente lunghe, di riti, cibi, usanze, strade, templi, si viene irretiti da un fascino che altro non si può definire se non “orientale”.
Ma non è tutto qui. Il giallo in cui si imbatte l’Ispettore capo Chen Cao, in questo secondo episodio della serie a lui dedicata, è intrigante e ci consente di indagare nel mondo delle bande, delle Triadi, del commercio occidentale che oramai non più timidamente si fa strada anche in questa landa rossa e finanche nelle lotte di potere all’interno delle istituzioni statali.
Ambientato nella Shanghai del 1990, il romanzo è un police-procedural che tenta di ritrarre la società cinese in una nuova fase di transizione, tra vecchi maoisti e nuovi “Mr. Dollaroni”, con gradevoli citazioni di poesie cinesi di varie dinastie e allusioni a T.S.Eliot, poeta amato dall’autore e sul quale stava lavorando in America proprio quando iniziava la repressione della protesta di Piazza Tienanmen nel Giugno del 1989. Come detto, protagonista assoluto dei romanzi è l’ispettore capo Chen, sfuggito alla rieducazione nelle campagne perché figlio unico, laureato in Letteratura inglese dopo la Rivoluzione Culturale. Accanto a questa figura fondamentale del romanzo, l’intelligente poliziotto Yu e il padre in pensione, ma sempre pronto ad aiutare e l’affascinante ispettrice americana dell’FBI.
In questo secondo romanzo è interessante e peculiare insieme, osservare le considerazioni degli alti papaveri politici cinesi nei confronti della cultura americana o meglio, più che della cultura, delle cose necessarie e/o non indispensabili da comunicare e passare ai colleghi americani che seguono il caso. E quindi l’ispettore capo Chen, in questa seconda e nuova avventura, più che risolvere il caso, dovrebbe portare a spasso e distrarre l’ispettrice americana Catherine Rohn, che il Dipartimento americano ha inviato a Shangai per seguire un caso sul campo. Saremo anche in presenza di un romanzo a tinte rosa? Chissà…
In questa sede non vi narreremo la vicenda, di cui potrete farvi un’idea personale dalla sinossi del libro stesso, perché è un romanzo che, nonostante sia stato giudicato inferiore al primo, resta comunque un ottimo esempio di un romanzo lontano dai soliti stereotipi e luoghi comuni del genere ed è capace di unire alla tensione tipica di un giallo, l’ottima ambientazione di una cultura completamente diversa dalla nostra.
Il romanzo si apre subito con un omicidio, che resterà l’unico della vicenda, visto che la tensione, come detto poc’anzi, è sostenuta dal ben altro che dei puri accadimenti fisici.
Notevole in questo secondo volume, che come tutti gli altri si può leggere come libro a sé, senza dover per forza leggere tutta la serie – se non per proprio diletto – è la riflessione su alcuni problemi strutturali molto importanti in Cina, se non altro negli anni presi in esame dall’autore, anche se non completamente ancora risolti: la sovra-popolazione di Shangai (flussi migratori dalle campagne alle città), l’assegnazione degli alloggi ai cittadini da parte dell’apparato statale e il controllo delle nascite.
A cura di Marina Morassut
http://libroperamico.blogspot.it/
Qiu Xiaolong
Qiu Xiaolong è uno scrittore e poeta cinese di lingua inglese (Shanghai 1953). Vive con la moglie e la figlia a St. Louis in Missouri. Dal 1989 vive negli Stati Uniti, dove insegna letteratura cinese alla Washington University di Saint Louis. Nel 2001 ha vinto l’Anthony Award per la miglior opera prima con “La Misteriosa Morte della compagna Guan”, primo romanzo della serie poliziesca con protagonista l’Ispettore Capo Chen Cao. Originariamente aveva intrapreso un viaggio negli Stati Uniti per scrivere un libro su T. S. Eliot, ma a seguito delle proteste di piazza Tiananmen del 1989 il suo nome è finito tra i possibili finanziatori dei movimenti studenteschi cinesi dell’epoca e per questo motivo è stato costretto a rimanere negli Stati Uniti. Ha pubblicato diversi romanzi polizieschi e diverse raccolte di poesie, sue o tradotte, inedite in Italia. I suoi romanzi affrontano, attraverso la risoluzione del mistero, le contraddizioni della Cina moderna dai primi anni novanta ad oggi: il potere del regime comunista, il ruolo delle Triadi, l’importanza della letteratura.
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